23/8/2016 ● Guglionesani
"Personaggi guglionesani": Antonio Moro, l'ebanista d'arte
Antonio Moro nacque a Guglionesi il 10/11/1902 figlio di Giovanni e di Rosa
Fugnitto; ultimo di quattro figli, intraprese, dopo gli studi, il mestiere di
falegname nel laboratorio paterno in via Garibaldi.
Già dalla sua prima adolescenza espresse una spiccata vena artistica nel disegno
e nell'intaglio su legno. Negli anni eseguì numerosi lavori di mobili intagliati
ad abitanti di Guglionesi che, ancora oggi, sono in possesso dei loro
discendenti.
Nei primi anni trenta partecipò alla fornitura, costruzione e istallazione degli
infissi in legno, per finestre e porte, nella erigenda costruzione dell'edificio
scolastico di piazza Indipendenza di Guglionesi.
Nei vari anni, dalla parrocchia cittadina, gli furono commissionate diverse
opere d’ intaglio; alcune, sono ancora esposte a Guglionesi: il tabernacolo
della fonte battesimale, nella chiesa di Santa Maria Maggiore, i due candelabri,
ai lati dell'altare, nella chiesa di S. Antonio di Padova e il basamento per
alloggiare il busto di S.Adamo, patrono di Guglionesi, durante la processione,
nella chiesa dei Cappuccini a Castellara.
Era di carattere socievole,con senso di amicizia e organizzatore di feste
casalinghe, com’ era in uso in quei tempi.
Partecipò, da richiamato, ad alcune campagne militari di regime. Allo scoppio
della seconda guerra mondiale prestò servizio militare nel reparto del controllo
aereo DICAT su un palazzo al Portello. Da lì si dominava, e si domina tuttora,
la sottostante vallata del Biferno.
Dopo l'8 settembre 1943 con l'avvento dell'armistizio e dell’invasione tedesca,
in una fredda serata invernale, fu prelevato da una ronda tedesca. mentre
rientrava a casa con uno dei suoi figli (anch'egli Antonio). Furono caricati su
un automezzo e, sotto la minaccia di una pistola, furono costretti a cercare del
cibo. Sempre sotto la minaccia dell'arma, i tedeschi ripetevano spesso la frase
"Pane o pistola". Finalmente trovarono un forno aperto e così furono
accontentati. Turbato da questi avvenimenti e con la responsabilità della
famiglia numerosa, cambiò alquanto gli atteggiamenti propri.
Al termine del periodo bellico, dopo lunga e sofferta malattia si spense il 20
aprile 1948 poco più che quarantacinquenne.