20/8/2016 ● Agricoltura
L'Agricoltura italiana del nuovo percorso: Glifosato KO
A decorrere dal 22 agosto 2016 il Ministero della Salute - Uff. 7 Sicurezza e
regolamentazione dei prodotti fitosanitari - in esecuzione (UE) 2016/1313 della
Commissione del 1° agosto 2016 ha decretato le seguenti disposizioni di modifica
delle condizioni d'impiego dei prodotti fitosanitari contenenti il principio
attivo glifosato, alias "seccatutto":
a) revoca dell'impiego nelle aree pubbliche quali: parchi, giardini, aree
ricreative, campi sportivi, cortili e aree verdi di plessi scolastici, aree
gioco per bambini e aree adiacenti strutture sanitarie;
b) revoca dell'impiego in pre-raccolta al solo scopo di ottimizzare il raccolto
o la trebbiatura.
In breve, è revocata dal 22 agosto l'autorizzazione all'immissione in commercio
ed impiego dei prodotti fitosanitari contenenti il p.a. glifosato ed il suo
principale coformulante AMPA.
Queste misure precauzionali interesseranno anche l'ingresso in Italia di
prodotti stranieri trattati col glifosato in pre-raccolta (pre harvest) come ad
es. il grano duro proveniente dal Nord America e Canada.
Un appunto. La quantità di glifosato negli USA è passata dai quasi 6 milioni di
kg del 1995 ai 113 milioni del 2014. Il 74% del glifosato utilizzato dalla metà
degli anni 70 del secolo scorso ad oggi, è stato applicato negli ultimi 10 anni.
Ciò sta a dimostrare che, l'attenzione, l'unità di tante associazioni, dei
tantissimi cittadini-consumatori, alla fine ripaga.
Come ha ripagato il messaggio che è passato relativo all'olio di palma creato da
una fitta rete d'informazione tale da annullare qualsiasi iniziativa delle
multinazionali interessate.
Questa è la strada che il popolo italiano deve intraprendere con azioni civili e
di conoscenza, e le stesse istituzioni ad impegnarsi per tutelare e non
accettare passivamente ciò che altri, a torto, vogliono imporre; affinché
possano essere tracciate e percorse quelle linee obbligate da rispettare a
tutela della salubrità alimentare ed ambientale.
Deve essere realmente operante il principio di precauzione che vige in Europa
con controlli più serrati.
Questo è la strada da percorrere per tutelare e valorizzare, con la
tracciabilità, il vero Made in Italy. La concorrenza sleale non può appartenere
alla vera agricoltura.
Non si può chiamare di qualità un prodotto che a detta degli stessi produttori,
con un raggiro agronomico, può contiene più glutine ma, allo stesso tempo, è un
veleno che nuoce alla salute.
Un esempio potrebbe essere il grano duro trattato in pre harvest col glifosato,"seccato"
in modo artificioso e non maturato in modo naturale.
Entrando nello specifico: la qualità del chicco di grano.
Con questo metodo di maturazione (?) non c'è nulla di naturale visto che gli
stessi farmer americani lo asseriscono. Con il trattamento in pre harvest il
grano non è più idoneo alla risemina in quanto c'è una forte riduzione della
germinabilità e la eventuale nascita del chicco può avvenire con plantule
deformi. Ad essere chiari: il chicco è sterile.
Ed ecco i nodi al pettine e le domande che si pongono: - Se il chicco di grano è
sterile, che azione svolge il glifosato al suo interno e quindi cosa comporta
per le proteine, per le vitamine, i composti fenolici, i sali minerali in esso
contenuti? - Cosa mangia realmente il consumatore?
Si attendono risposte da chi di competenza, regionali o nazionali che siano.
Non si può umiliare, prendere per i fondelli un'intera nazione, un mondo
contadino che opera in modo leale e non con carte truccate!
E' giunto il momento che quel legame tra sicurezza alimentare per i consumatori
e il giusto reddito per i produttori si concretizzi e si rafforzi sempre più, a
vantaggio di tutti e non certo per quelli che ci vogliono annettere ai loro
interessi imperialisti (vedasi i tossici accordi TTIP e CETA), da sudditi-operai
per il land grabbing (l'accaparramento delle terre), o peggio, da
schiavi-colonizzati per le vendite in dumping (sottocosto); cioè da sottomessi a
vita.
Non può e non deve essere così, visto che il vero schiavo (i tanti, "gli
svenduti", cavallini di Troia) è colui che difende il padrone, perché è quello
che non è più capace d'immaginarsi la libertà, la sua indipendenza
intellettuale. Non è possibile comportarsi come gli struzzi che nascondendo la
testa sotto la sabbia pensano di non essere visti. E' ora che si aprano gli
occhi.
Un minimo accenno a proposito delle osservazioni fatte in merito al grano duro
italiano dal sig. Oscar Farinetti, il patron di Eataly.
Forse l'Agricoltura, quella che veramente produce in qualità e salubrità e non
quella che solo commercializza (la sua), l'ha vista, sfortunatamente per lui, da
molto lontano. Per osservarla, amarla e rispettarla occorrere sicuramente ben
altro. Intanto, buon per lui, si cibi di grano canadese.