19/7/2016 ● Caro direttore
Caro direttore (mi collego allo scritto del professor Pretore): Matteo, un grande amico
Esimio professore,
colgo l'occasione con il suo ultimo scritto, in cui ha trattato un tema molto
delicato , duro ed alquanto complesso , che ha sconvolto l'intero paese per gli
ultimi avvenimenti di cui tanto si è parlato..(a volte si è dato semplicemente
fiato alla bocca del tutto scollegata al cervello), ovvero la scomparsa
prematura di due giovani che in comune , non avevano altro che l'età e tanto
affetto..per raccontare o per lo meno cercare di far conoscere meglio Matteo.
Non sono qui a scrivere o sputare sentenze, al contrario di molti, sul perchè o
per come , sia potuto accadere tutto ciò. Non conoscevo Nicola e di conseguenza
non mi pronuncio per nessun motivo, non ne ho neppure il diritto . Sarebbe
scorretto ed indelicato nei confronti dei tanti che oggi e per sempre
piangeranno la sua scomparsa , cercando in tutti i modi di dare risposte a
quelle domande alle quali nessuno davvero può rispondere , o , dare una vera
giustificazione a ciò che è stato.
Professore, voglio anticiparla ed assicuralrla che la mia non vuole essere
assolutamente una polemica riguardo ciò che lei ha analizzato in maniera
impeccabile, evidenziando il disagio sociale che vivono i giovani , soprattutto
in una realtà misera come la nostra .Lei ha parlato di insoddisfazione , noia,
mancanza di stimoli, di istituzioni e/o comunità che danno poco ascolto ai
giovani e , naturalmente come potrei non essere d'accordo con le sue
osservazioni! Ma vede, lei ha dato però una chiave di lettura molto pragmatica,
lucida , concreta. Non a caso è un professore. Le va riconosciuta la neutralità
con la quale è riuscita ad esprimere il suo parere senza giudicare né
condannare. Non è da tutti .D'altronde la sensibilità non è una dote che si
insegna, o lo si ha già nel bagaglio alla nascita o se ne è sprovvisti.
Non sto qui ad elencare le enormi eresie che si sentono in giro riguardo la
faccenda che più da vicino ha toccato il nostro paese. La tragica morte di
Matteo. Va anche detto che il paese intero è sconvolto . C' è una strana calma
apparente. E tra i ragazzi,gli amici di Matteo, pare essersi creato un legame
"magico" in suo nome. Lo so è strano a dirsi ma chi lo conosce sa bene a cosa io
mi riferisco. Ed è proprio questo che mi ha spinta a scrivere. La profonda stima
e l'affetto che mi lega a Matteo e alla sua famiglia , mi ha imposto di
raccontare a tutti chi davvero è Matteo, lasciando che sia la verità del suo
essere a riprendere il posto rubato da quello strano essere "malato" che si
racconta lui sia .(Non che a lui interessi il giudizio di nessuno). Matteo è (
mi piace parlare di lui al presente) un ragazzo umile, dolce, di una
intelligenza che va al di là del normale e persino del "geniale". Una mente
avida di sapere..Una mente che riesce ad immaginare l'inimmaginabile. Divoratore
di libri, ma Appassionato di tutto ciò che è "fantastico", che va ben oltre la
realtà piatta e scialba. Educato e dotato di una estrema sensibilità. Innamorato
visceralmente della sua famiglia, dalla quale non potrebbe mai separarsi perché
sa bene di essere amato e protetto , alla quale ha cercato in tutti i modi di
non far pesare ciò a cui ha dovuto rinunciare , per non darle un dispiacere! Mi
creda professore , da genitore le dico che, non è facile trovare un ragazzo di
cotanto calibro come lo è Matteo.
Matteo non è neppure quel "folle" o "malato" ragazzo che non sà cosa davvero
l'affligga. Al contrario ..conosce bene il suo dolore ma non riesce a lasciarlo
capire a noi altri, semplicemente perché il nostro sguardo ed il nostro udito
non riescono ad andare oltre ciò che è consentito vedere o sentire. Professore,
continuo a rivolgermi a lei, perché confido nella sua intelligenza e nella sua
sensibilità che le permette di volgere il suo sguardo oltre. Magari affacciarsi
anche solo per un attimo nella fantastica realtà che Matteo ha in mente.
Una realtà della quale è consapevole sia quella giusta da vivere, più
soddisfacente. Quella che tutti noi sognamo di vivere, fatta di equità,
uguaglianza e rispetto .UTOPIA! Quella che lui pretende di vivere perché è
giusto sia così. Quella alla quale è stanco di rincorrere e rinunciare. Quella
alla quale alla fine decide di donare tutto se stesso.
Professore, mi piacerebbe che di Matteo e della sua famiglia si parli con umiltà
e con enorme rispetto. Rispetto per le scelte che ha fatto con l'unico intento,
quello di asicurargli un futuro migliore. Rispetto per il dolore che vive e che
vivrà quotidianamente, senza pesare ulteriormente sui sensi di colpa che la
divora, seppure non abbia nulla da riproverasi. Le è stata sempre vicino ,
presente, ed attenta ad ogni esigenza, da sempre.
Matteo non avrebbe potuto trovare genitori migliori dei suoi.
Ma soprattutto rispetto per quel ragazzo che a soli due anni già provava ad
afferrare la luna con le sue piccole manine.
Ecco, questo è il Matteo che tutti avrebbero dovuto conoscere e soprattutto
questo è il Matteo che va ricordato. Un grande amico.