24/5/2016 ● Agricoltura
Glifosato, grano duro, pasta e pane
Oggi, parlare dell'erbicida glifosato, comunemente chiamato "seccatutto", è
di attualità. Quasi tutti sanno qualcosa o almeno cercano di documentarsi. E' di
qualche settimana fa l'uscita di un interessante articolo, di venti pagine, in
merito al glifosato; l'erbicida più usato al mondo, dal titolo "Roulette russa
glifosato", pubblicato dal mensile dei Diritti, dei Consumi e delle Scelte "il
Test Salvagente" di questo mese.
Il Comitato spontaneo agricolo Uniti per non morire in Molise iniziò ad
attenzionarlo ed a parlarne pubblicamente da ben cinque anni addietro.
Per molti agricoltori e tecnici sembrava una follia parlarne male in quanto era
la panacèa, indispensabile, funzionale ed a basso costo, sia per il comparto
agricolo che per la pulizia delle aree civili.
Siamo stati precursori visto che il Ministro delle Politiche agricole Maurizio
Martina punta, entro il 2020, al made in Italy a glifosato zero. Ci si augura
che sia così anche per le derrate importate.
Da tempo ci sono voci contrastanti in merito alla sua dannosità sia per la
salute umana che per la biodiversità.
L' Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) l'ha considerato tra
le sostanze causa di tumori mentre l'Autorità Europea per la Sicurezza
Alimentare (EFSA) lo ha assolto con un....probabilmente non cancerogeno.
Il mensile ha analizzato diversi prodotti a base di farina e semola (pasta,
fette biscottate, etc.). Tracce ne sono state rilevate in alcuni anche se
inferiori ai limiti stabiliti dalla legge.
Certo è, comunque, che per il consumatore è davvero difficile trovare prodotti
senza tracce di glifosato.
Da svariati anni negli USA e nel Canada viene usata la tecnica del pre-harvest
che prevede l'irrorazione sul grano duro dell'erbicida-disseccante 7-10 giorni
prima della raccolta. Lo matura rapidamente o meglio lo fa seccare in modo
artificioso.
Tecnica discutibilissima in quanto il chicco del grano essendosi già formato è
quindi in grado di assorbire il glifosato direttamente. Questo trattamento rende
il chicco sterile, non utilizzabile per la semina.
Logica conseguenza è che si possono trovare, come poi confermato, residui del
principio attivo sia nella pasta che nel pane.
Da una ricerca compiuta in Inghilterra sul pane integrale è emerso che il 30%
era contaminato.
Tracce di glifosato sono state trovate nella birra, in Germania, dall'Istituto
per l'ambiente di Monaco; salvaslip-tampax ( quelli prodotti con cotone Ogm), da
analisi effettuate dalla rivista dei consumatori "60 Millions de Consummateurs;
nel miele, da ricercatori della Boston University e Abraxis LLC (tracce
significative nel 62% dei mieli convenzionali e nel 45% dei mieli biologici);
nelle urine della popolazione tedesca, ben il 99,6, da uno studio effettuato
dalla Fondazione Heinrich Boell; nel latte materno, in 3 campioni su 10, studio
effettuato dal gruppo Moms Accross America; nei tamponi e garze sterili (
(materia prima da cotone Ogm), ben l'85%, da uno studio compiuto dall'Università
di La Plata in Argentina; nella soia Ogm RR impiegata per l'alimentazione
animale; e, per ultimo, nella farina di frumento, d'avena e pane sono state
trovate tracce di glifosato in 14 campioni su 20 da analisi effettuate per conto
della rivista tedesca Oko-test.
Medesima cosa anche per l'acqua , che in Italia quasi nessuna regione monitora
(l'hanno iniziato a fare solo la Lombardia e la Toscana). Dovrebbe essere
analizzata nella fattispecie del glifosato e del suo metabolita AMPA (può essere
un marcatore della contaminazione da glifosato) perché da un recente rapporto
dell'ISPRA, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale,
proprio nelle due regioni su accennate, sono state effettuate rilevazioni ed il
glifosato è presente nelle acque superficiali in modo esteso, anzi presenta il
motivo principale del superamento dei limiti.
I risultati delle numerosissime ricerche scientifiche effettuate sul glifosato
hanno portato alla conclusione che ci possono essere strette correlazioni con
effetti a lungo termine sulla salute umana come: danneggiamento del Dna; aumento
di leucemie infantili e malattie neurodegenerative, Morbo di Parkinson in testa;
Linfoma di non Hodgkin; autismo; celiachia.
E' opportuno che si facciano scelte di campo per rilanciare un'agricoltura
nazionale, quella meridionale e molisana in particolare, salubre e sostenibile;
ed i presupposti ci sono tutti.
Assicurare il vero made in Italy significa assicurare alle derrate, ad es. il
grano duro, un prezzo giusto ( e non come oggi che quota 21-22 €/ql, un prezzo
da fame) con un minimo garantito, alias USA per i cosiddetti Farm Bill; unito
poi alle misure antidumping ed antitrust efficaci.
Ciò garantirà realmente sia i consumatori che gli agricoltori dall'anomalia
pericolosa dell'alimentare del falso made in Italy, dalla introduzione di merci
alimentari pericolose alla salute e dal ricatto agli agricoltori sui prezzi di
vendita delle derrate.
Caso contrario, i terreni rimarranno senza essere coltivati (pochi anni fa ne
erano ben 700.000 ettari "a spasso") perché ... "l'impresa non vale la spesa" in
quanto il costo per produrre le derrate è ben superiore al ricavato dalla loro
vendita, al punto tale che il consumatore potrà approvvigionarsi solamente di
prodotti biotech ignorando gli standard di produzione per la sua salute, quindi
senza un'adeguata etichettatura.
Per concludere. Si veda l'imposizione che il potere decisionale americano
vorrebbe dettare all'Europa tramite l'accordo tossico, autoritario e contestato
del TTIP, Transatlantic Trade and Investment Partnership.
Il TTIP, un trattato, soprattutto per le nazioni più deboli quale l'Italia , che
punta alla manodopera da sfruttamento a costi bassi, a produzioni o meglio
metodi di produzione al di fuori di ogni controllo sia ambientale che di
salubrità alimentare, a prezzi di vendita per le derrate, da Terzo Mondo. E
tutto questo per andare in favore della cosiddetta armonizzazione degli standard
e delle normative USA ed in barba allo stesso principio di precauzione dell'UE?
E' un trattato da paese colonizzatore non accettabile. Restiamo, dunque, vigili
tutti perché, da non dimenticare, una terra pulita unita al cibo sano saranno le
scelte per un futuro vivibile.