18/5/2016 ● Cultura
Film: "La pazza gioia" di Paolo Virzì
Il film "La pazza gioia", selezionato al festival di Cannes nella "Sezione
Quinzaine Des Realizateurs, racconta la storia di Beatrice, istrionica e
seducente contessa e di Donatella fragile e silenziosa, che custodisce un
doloroso segreto.
Le due donne, ricoverate in una comunità terapeutica, con disturbi mentali
fuggono dalla struttura e iniziano un viaggio che consolida la loro amicizia e
le consente di ribellarsi ad un mondo conformista e discriminatorio.
Il film di Virzì, nonostante utilizzi i toni della commedia, riesce ad esprimere
profonde sensazioni e forti sentimenti che coinvolgono emotivamente lo
spettatore, che segue con partecipazione la loro storia.
Il disagio e la sofferenza delle protagoniste deriva anche dalle scarse
attenzioni e mancanza di amore delle famiglie, e dal disinteresse ed egoismo dei
mariti. La malattia mentale è la morte dell'anima che spegne volontà, e voglia
di vivere, creando attorno a sé, vuoto, incomprensioni, pregiudizi, paure.
Toccante e coinvolgente la scena in cui Donatella in riva al mare, rivede suo
figlio dato in adozione a una famiglia. Superba prova di Valeria Bruna Tedeschi
e Micaela Ramazzotti, che possiedono notevoli capacità comiche e drammatiche.
Il film, per quanto concerne l'adeguatezza dell'assistenza sanitaria, è alquanto
edulcorato, poiché la legge 180 del 1978, che prevedeva la chiusura dei
manicomi, é stata decisamente inattesa, in quanto non è riuscita a creare
sufficienti e adeguate strutture alternative. Ciò ha spostato il problema sulle
famiglia, che non possiede le conoscenze e gli strumenti per aiutare la persona
con gravi disturbi.