29/4/2016 ● Cultura
Il profugo Enea e i flussi migratori di oggi
In un discorso pronunciato di fronte al Parlamento austriaco, il segretario
delle Nazioni Unite Ban Ki–moon ha espresso preoccupazione per la scelta in
Europa di politiche “sempre più restrittive” nei confronti dei migranti. “Sono
preoccupato per il fatto che i Paesi europei stiano adottando politiche sempre
più restrittive riguardo ai migranti e ai rifugiati”. Proprio in Austria si sta
pensando ad una barriera anti-profughi che dovrebbe essere installata al confine
con l’Italia. La notizia più recente è la seguente: L’Austria ha confermato che
rafforzerà i controlli alla frontiera con l’Italia ma “solo se necessario”.
L’Italia si è impegnata a realizzare nuovi centri dove accogliere i migranti
irregolari. Dunque, l’ipotesi di chiudere il Brennero equivale ad una resa
dell’Europa. E’ mancata la politica – sottolinea Guido Crainz su Repubblica del
28 aprile – e più ancora la cultura a cui spettava principalmente costruire
ponti, delineare orizzonti, ragioni di fratellanza e di comunità. <<Non è
responsabilità solo della politica se, lontana ormai la stagione delle speranze,
i cittadini europei vivono oggi in una Unione priva di strumenti istituzionali
efficaci e in un continente quasi sconosciuto. Ignari più di prima dei processi
in corso al suo interno, esposti alle pulsioni nazionaliste e al tempo stesso
incapaci di comprenderne le radici. E incapaci di dare risposte civili ai
“dannati della terra” che cercano rifugio in Europa e in Italia. Quell’Italia
che in fondo, ci ha ricordato un bel libro di Fabio Finotti, ha il suo mito
fondativo nel profugo Enea>>.
A tal riguardo l’Eneide di Virgilio ci aiuta a leggere le vicende di oggi. <<Fa
impressione pensare che il viaggio del profugo Enea stia alla base della
fondazione mitica della civiltà italiana, ne riassuma la radice meticcia, ne
descriva la genesi drammatica>> (così Massimo Tedeschi su Corsera, 12 ottobre
2015). Scrive Virgilio (Eneide, I : 1 – 7 ) : <<L’armi canto e l’eroe che primo
da terra Troiana venne, fuggiasco per fato, sugl’itali lidi lavini. Spinto da
forze divine, per terre e per mari a lungo fu tormentato : per l’ira testarda
dell’aspra Giunone; molto soffrì pure in guerra purché la città elevasse, pur
d’introdurre gli déi nel Lazio : da ciò la latina stirpe, i padri albani, le
mura di Roma gloriosa>>.
Rileggere oggi le peripezie di Enea colpisce la fantasia di noi tutti. <<Enea è,
dunque, un profugo, un fuggiasco che abbandona la città natale martoriata dalle
fiamme e dalla violenza degli Achei per salvare la propria vita e quella della
sua famiglia… (Virginia Lima su Dialoghi Mediterranei). Tornando all’oggi, gli
immigrati che approdano sulle nostre coste, sono tanti Enea venuti da noi in
cerca di un lavoro e di una casa. L’anno scorso, in particolare, è stato l’anno
dei profughi, di quelli in fuga dalla guerra civile e dall’avanzata di Is in
Siria o Iraq, insomma un esodo biblico dal Medio oriente.
E veniamo al problema del lavoro per i rifugiati limitandoci ad un flash, una
breve notizia sull’argomento. La Regione Toscana, ad esempio, ha approvato un
protocollo che consente a Comuni, prefetture e associazioni di regolare le
attività dei profughi. Sono i gestori dei centri di accoglienza e le
associazioni (Anpas, Misericordie, Caritas) a dover stringere Convenzioni. Per
la copertura assicurativa dei migranti la Regione ha stanziato 100mila euro (nel
2015). I profughi possono essere impegnati ad esempio nella pulizia di giardini,
strade, spiagge. Ciò detto, l’auspicio è il seguente: No alle speculazioni e al
mercato dei rifugiati, sì ad organizzazione e umanità.