BLOG FONDATO NEL GIUGNO DEL 2000
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Un viaggio nella cultura non ha alcuna meta: la Bellezza genera sensibilità alla consapevolezza.

Luigi Sorella (blogger).
Nato nel 1968.

Operatore con esperienze professionali (web designer, copywriter, direttore di collana editoriale, videomaker, fotografia digitale professionale, graphic developer), dal 2000 è attivo nel campo dell'innovazione, nella comunicazione, nell'informazione e nella divulgazione (impaginazioni d'arte per libri, cataloghi, opuscoli, allestimenti, grafiche etc.) delle soluzioni digitali, della rete, della stampa, della progettazione multimediale, della programmazione, della gestione web e della video-fotografia. Svolge la sua attività professionale presso la ditta ARS idea studio di Guglionesi.

Come operatore con esperienza professionale e qualificata per la progettazione e la gestione informatica su piattaforme digtiali è in possesso delle certificazioni European Informatics Passport.

Il 10 giugno del 2000 fonda il blog FUORI PORTA WEB, tra i primi blog fondati in Italia (circa 3.200.000 visualizzazioni/letture, cfr link).
Le divulgazioni del blog, a carattere culturale nonché editoriale, sono state riprese e citate da pubblicazioni internazionali.

Ha pubblicato libri di varia saggistica divulgativa, collaborando a numerose iniziative culturali.

"E Luigi svela, così, l'irresistibile follia interiore per l'alma terra dei padri sacra e santa." Vincenzo Di Sabato

Per ulteriori informazioni   LUIGI SORELLA


25/3/2016 ● Agricoltura

Crisi della famiglia contadina molisana. Sostanzialmente simile a quella del Meridionale


  Giorgio Scarlato ● 2125


A lavorare la terra conviene sempre meno, tanto più in Molise. Quelli e le loro famiglie che vivono solo di ciò che la terra offre loro sono sempre meno. Stanno scomparendo.
Sono i contadini che letteralmente soggiogati soffrono di più e che, sfortunatamente vengono lasciati soli, dove disperazione e rabbia unite alla condizione di interesse istituzionale burocratico di non nuocere li annienta. E' l'inferno. Certo è che tutti lo sanno ma nulla fanno.
Sacrifici generazionali non sono bastati a salvare questo mondo rurale che ....sta fallendo e non per proprie colpe.
E' quel popolo rurale da sempre sottomesso, umile, che non è in grado di cooperare e far sentire la propria voce. Un mondo che viene derubato anche della speranza.

Parlare di coraggio, però, è poco ma allo stesso tempo sono i sottomessi, quelli che non sono in grado di cautelarsi, quelli di una terra per antonomasia poco incline alla resilienza, che non riescono a tutelarsi perché hanno perso quell'occasione di dare una svolta reale al loro mondo di sottomissione. E, di più, di essere disuniti, scombinati.
Un popolo che serve ma non è servito. Un popolo rurale propenso alla rassegnazione ma che non è dormiente.
Chiedete ai contadini se prendono sonno quando non riescono a pagare i contributi previdenziali o le gabelle "obbligate" dei consorzi di bonifica per i "presunti" benefici di tutela del territorio dal dissesto idrogeologico o peggio, del beneficio (???) di avere l'acqua irrigua per produrre colture quali pomodori, barbabietole da zucchero, finocchi, cavolfiori, pesche, olive, etc. per poi rifonderci!
Chiedete ai contadini se dormono quando le pesche, le susine, le zucchine, i finocchi, i pomodori restano sui campi perché raccogliendoli costituirebbe una ulteriore spesa!
Chiedete ai contadini cosa provano quando arrivano le cartelle di Equitalia o le richieste di rientro delle banche per cambiali non onorate!
O, per i mutui che si rincorrono per prestiti che significano impegni a vita!
O. quando bussano alla porta per il pignoramento!

Si è potuto notare, e questo da poco tempo, ringraziando Iddio, che anche cittadini "non addetti ai lavori" iniziano ad interessarsi di agricoltura, di salubrità alimentare e di come sopravvive il mondo rurale dei monoreddito. Si stanno rendendo conto delle difficoltà a cui è sottoposto.
Si sono avvicinati ed hanno potuto costatare i prezzi da fame, imposti, che i contadini spuntano nei campi, i costi di produzione delle derrate e della risposta, costante, che ricevono: o a questo prezzo, o possono anche marcire. Si, proprio così. E' la risposta quando l'acquirente, commerciante o GDO che sia, non accetta il prezzo richiesto dal produttore..... perché da altre parti costa meno. E questo da svariati anni.
Si chiede: perché "funziona" la globalizzazione per i prezzi di vendita delle derrate ma no per i costi di produzione?
Queste sono le regole di un massacro annunciato! E i risultati fallimentari sono sotto gli occhi di tutti.

A questo punto si è disponibili a consegnare le chiavi delle aziende agricole e vedere "gli altri", privati o dipendenti pubblici, vivere per qualche tempo come vive il contadino-proprietario, visto da molti come il ricco-assistito dai premi Agea, dalle sovvenzioni, etc., e vedere così la loro capacità imprenditoriale nel produrre e quindi gli utili ricavati.
Quelli che "vedono da lontano" l'agricoltura potrebbero scambiarsi il ruolo, "caricandosi" di reddito agricolo e scambiandolo con il loro.
Provare a vivere per un solo anno quello che sopporta il contadino da decenni, comprese le angherie istituzionali, sarebbe un modo per rendere concreto quello che da anni sta sostenendo il mondo rurale.
Quel vivere che non è vita, ma solo sopravvivenza. E di coraggio ce ne vuole.

Si termina con una frase, ancora attuale, detta dal 34° Presidente degli Stati Uniti d'America Dwight Eisenhower:
"L' Agricoltura sembra molto semplice quando il tuo aratro è una matita e sei a un migliaio di miglia dal campo di grano".
Buona Pasqua.

Cartellone




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