25/3/2016 ● Agricoltura
Crisi della famiglia contadina molisana. Sostanzialmente simile a quella del Meridionale
A lavorare la terra conviene sempre meno, tanto più in Molise. Quelli e le
loro famiglie che vivono solo di ciò che la terra offre loro sono sempre meno.
Stanno scomparendo.
Sono i contadini che letteralmente soggiogati soffrono di più e che,
sfortunatamente vengono lasciati soli, dove disperazione e rabbia unite alla
condizione di interesse istituzionale burocratico di non nuocere li annienta. E'
l'inferno. Certo è che tutti lo sanno ma nulla fanno.
Sacrifici generazionali non sono bastati a salvare questo mondo rurale che
....sta fallendo e non per proprie colpe.
E' quel popolo rurale da sempre sottomesso, umile, che non è in grado di
cooperare e far sentire la propria voce. Un mondo che viene derubato anche della
speranza.
Parlare di coraggio, però, è poco ma allo stesso tempo sono i sottomessi, quelli
che non sono in grado di cautelarsi, quelli di una terra per antonomasia poco
incline alla resilienza, che non riescono a tutelarsi perché hanno perso
quell'occasione di dare una svolta reale al loro mondo di sottomissione. E, di
più, di essere disuniti, scombinati.
Un popolo che serve ma non è servito. Un popolo rurale propenso alla
rassegnazione ma che non è dormiente.
Chiedete ai contadini se prendono sonno quando non riescono a pagare i
contributi previdenziali o le gabelle "obbligate" dei consorzi di bonifica per i
"presunti" benefici di tutela del territorio dal dissesto idrogeologico o
peggio, del beneficio (???) di avere l'acqua irrigua per produrre colture quali
pomodori, barbabietole da zucchero, finocchi, cavolfiori, pesche, olive, etc.
per poi rifonderci!
Chiedete ai contadini se dormono quando le pesche, le susine, le zucchine, i
finocchi, i pomodori restano sui campi perché raccogliendoli costituirebbe una
ulteriore spesa!
Chiedete ai contadini cosa provano quando arrivano le cartelle di Equitalia o le
richieste di rientro delle banche per cambiali non onorate!
O, per i mutui che si rincorrono per prestiti che significano impegni a vita!
O. quando bussano alla porta per il pignoramento!
Si è potuto notare, e questo da poco tempo, ringraziando Iddio, che anche
cittadini "non addetti ai lavori" iniziano ad interessarsi di agricoltura, di
salubrità alimentare e di come sopravvive il mondo rurale dei monoreddito. Si
stanno rendendo conto delle difficoltà a cui è sottoposto.
Si sono avvicinati ed hanno potuto costatare i prezzi da fame, imposti, che i
contadini spuntano nei campi, i costi di produzione delle derrate e della
risposta, costante, che ricevono: o a questo prezzo, o possono anche marcire.
Si, proprio così. E' la risposta quando l'acquirente, commerciante o GDO che
sia, non accetta il prezzo richiesto dal produttore..... perché da altre parti
costa meno. E questo da svariati anni.
Si chiede: perché "funziona" la globalizzazione per i prezzi di vendita delle
derrate ma no per i costi di produzione?
Queste sono le regole di un massacro annunciato! E i risultati fallimentari sono
sotto gli occhi di tutti.
A questo punto si è disponibili a consegnare le chiavi delle aziende agricole e
vedere "gli altri", privati o dipendenti pubblici, vivere per qualche tempo come
vive il contadino-proprietario, visto da molti come il ricco-assistito dai premi
Agea, dalle sovvenzioni, etc., e vedere così la loro capacità imprenditoriale
nel produrre e quindi gli utili ricavati.
Quelli che "vedono da lontano" l'agricoltura potrebbero scambiarsi il ruolo,
"caricandosi" di reddito agricolo e scambiandolo con il loro.
Provare a vivere per un solo anno quello che sopporta il contadino da decenni,
comprese le angherie istituzionali, sarebbe un modo per rendere concreto quello
che da anni sta sostenendo il mondo rurale.
Quel vivere che non è vita, ma solo sopravvivenza. E di coraggio ce ne vuole.
Si termina con una frase, ancora attuale, detta dal 34° Presidente degli Stati
Uniti d'America Dwight Eisenhower:
"L' Agricoltura sembra molto semplice quando il tuo aratro è una matita e sei a
un migliaio di miglia dal campo di grano".
Buona Pasqua.