27/2/2016 ● Caro direttore
La Valle del Sinarca: cronaca di un dissesto annunciato
Dalla relazione introduttiva all’incontro-dibattito (26-2-2016) sul
"Dissesto idrogeologico nella Valle del Sinarca"
La costituzione del Comitato Civico per la Difesa della Valle del Sinarca è
stata piuttosto accidentale . La nostra associazione Fuoriporta , infatti,
annovera tra i suoi componenti alcuni soci che di mestiere fanno gli agricoltori
e che hanno terreni confinanti o, solo poco distanti dal Sinarca. Il dover darsi
una struttura formale qual è quella di un Comitato Civico è nato, credo ,
possiamo dirlo , da un moto di rabbia costruttiva ,da un senso di vago
risentimento e di sostanziale impotenza di fronte ad eventi naturali qual è
l’inclemenza meteo che è di per sé imprevedibile, accadimenti memorabili che
comunque lasciano segni pesanti sul territorio . Una rabbia inquieta che è
andata crescendo dopo una serie di inondazioni ravvicinate nel tempo del
torrente Sinarca. L’esondazione ultima del 27 novembre del 2015 ha sconquassato
in più aree il territorio adiacente l’alveo tracimando melma nei coltivi ,
sommergendoli . Una ricognizione da noi fatta sui luoghi che maggiormente sono
stati segnati dall’evento ha rilevato :
a) la sommersione e il conseguente allettamento dei coltivi a graminacee e
leguminose in ampie zone con la conseguente impraticabilità dell’area che ,
escludendo ottimisticamente altri eventi similari, non potrà essere ricondotta
alla normalità in tempi brevi ;
b) la chiusura parziale ed in alcuni casi totale degli accessi alle aree
coltivate di proprietà , anche arboree , nonché di tratti più o meno lunghi di
strade interpoderali;
c) l’accumulo di detriti di piena e scarti di potature … vegetali di sfalcio che
aggrovigliatisi in più punti nelle anse del torrente , impedendo il regolare
deflusso delle acque , in modo sinistro, già prefigurano future tracimazioni .
Tuttavia , l’aspetto più eclatante è rappresentato dalla parziale praticabilità
della strada che collega i paesi a monte della valle del Sinarca : Tavenna,
Montecilfone, Palata… a Termoli , e che affianca in molti tratti l’alveo del
torrente : paesi già sofferenti per la scarsa viabilità alternativa, si vedono
comunque costretti ad attraversare con i veicoli in alcuni tratti la strada a
passo d’uomo , scansando le evidenti pericolosità della stessa. In modo
cautelativo per sé, l’ente responsabile della viabilità della stessa ha fatto
apporre un cartello di limite di velocità e, paradossalmente , addirittura
quello di strada chiusa al traffico , con il relativo pericolo di strada
dissestata . ( come dire , ti avevo avvisato , se ti succede qualcosa è colpa
tua che la percorri ). Una condizione di viabilità territoriale pessima che di
fatto provoca un forte disagio quotidiano a coloro( e sono in tanti) che
fruiscono delle già precarie e limitanti infrastrutture viarie locali ; di
coloro che nel territorio del Sinarca hanno avviato attività commerciali e
produttive, alcune anche di rilevante risonanza economica, e che oggi al rischio
intrinseco dell’attività agro- economica che svolgono hanno da mettere in conto
quello aggiuntivo dei danni da tracimazione dell’alveo del Sinarca. A più
riprese negli incontri che hanno preceduto la preparazione di questa
manifestazione gli agricoltori , tutti aventi terreni ricadenti nel Bacino del
Sinarca si sono chiesti , se fosse possibile iniziare, ancora una volta,
un’aggregazione dal basso , ovvero a partire dalle loro difficoltà reali indotte
dal dissesto dei luoghi che creano evidenti , ulteriori difficoltà al loro
inderogabile bisogno di far reddito sui terreni di loro proprietà , visto che
per molti le coltivazioni sono la loro unica fonte di reddito . Ovvero, in modo
chiaro si è cercato di partire dal giusto principio ( che è anche un principio
dell’economia) dell’interesse individuale che coniugato con l’interesse di
tanti, fa il bene di tutta la collettività . Ci siamo chiesti se quella della
costituzione di un Comitato civico che facesse proprio il problema del dissesto
idrogeologico locale non prefigurasse la strada giusta da seguire per difendere
il nostro territorio e rivendicarne la sua praticabilità produttiva ed
ambientale . Il comitato Civico costituito da agricoltori , cittadini , abitanti
del territorio Bassomolisano , determinati nell’intento , da subito ha inteso
coinvolgere i propri rappresentanti istituzionali di primo riferimento : i
Sindaci che amministrano ed hanno giurisdizione, ciascuno per la propria
competenza il territorio demaniale attraversato dal torrente Sinarca : Ciò al
fine di avviare una politica di interventi mirati alla bonifica strutturale
dell’alveo del Sinarca : una inderogabile tutela volta a mitigare le esondazioni
che purtroppo in futuro, visto lo stato attuale dei luoghi ,prevediamo
ricorrenti .
Al solito, si dirà che le Amministazioni locali qui rappresentate ( Guglionesi,
Petacciato, Palata, Montecilfone,con l’integrazione straordinaria fattiva del
presidente della Provincia ) operano già in regime di ristrettezze di bilancio e
non hanno fondi dedicati attivabili per interventi idraulici di contenimento
delle acque e, ancor meno per la messa in sicurezza dell’alveo in modo da
evitare le tracimazioni melmose nei punti maggiormente a rischio del Sinarca .
Soprattutto, non essendo consorziati , i Comuni non hanno modo singolarmente di
intervenire su un’area vasta qual è quella del bacino del Sinarca.
E’ difficile ( se non incoerente), infatti , che le Amministrazioni possano
mettere in campo ( in proprio) una qualsivoglia efficace azione di
regimentazione delle acque di piena , per cui , giocoforza si rende necessaria
una traduzione istituzionale che impegni altri i segmenti statuali, quali sono
Provincia e Regione : soprattutto la Regione che deve allenta e i cordoni della
borsa per approntare eventualmente uno studio di fattibilità, una progettazione
di massima , poi nell’attuazione , la progettazione vera a e propria. Che noi si
voglia agire localmente , per affrontare globalmente il problema del dissesto
idrogeologico nel Basso Molise è dimostrato dal fatto che alcuni componenti il
Comitato Civico hanno terreni a rischio idrogeologico sia sul versante del
Sinarca che sul versante del Biferno e pertanto sono contestualmente impegnati a
far fronte comune , per cui il problema assume una dimensione complessiva che
interessa tutto il territorio del Basso Molise , se non l’intero bacino
imbrifero del Biferno . Ed è proprio per dimostrare che è possibile un approccio
locale e globale allo stesso tempo che riporto brevemente , per esemplificazione
,una già esperita modalità d’intervento in difesa del territorio dal rischio
idrogeologico. Mi soffermo su un evento precedente che è nella memoria di noi
tutti ; qui mi riferisco all’ eccezionale pioggia che tra il 24 ed il 25 gennaio
del 2003 ha interessato l’area geografica compresa tra l’Abruzzo meridionale, il
Molise e la Puglia : un evento meteorologico di particolare eccezionale
intensità che ha rovesciato sul Basso e Medio Molise in un tempo breve una
quantità di pioggia pari a 200 millimetri, pari ad un terzo della pioggia che
nella stessa zona cade in un anno . un evento meteorologico che ricorderete
portò soprattutto a dissesti di tipo idraulico e geomorfologico ; cause ed
effetti che hanno arrecato ingenti danni sia alla viabilità primaria che
secondaria nonché alle abitazioni private ed alle attività produttive ; si
ricordi in particolare l’allagamento dello Zuccherificio e di altre strutture
produttive viciniori . A seguito di tale evento si sono attivate 2500 frane di
cui l’80% di nuova formazione che hanno portato allo scorrimento di terreno
fertile a valle. A seguito di quell’ evento meteorologico il Biferno è esondato
allagando estese pianure ed in parte alcune aree del nucleo industriale . E
vengo subito all’aspetto che più ci deve interessare in termini di approccio al
problema delle esondazioni : il ripristino del luoghi dopo l’alluvione . L’ISPRA
(Istituto Superiore per la Protezione Ambientale ) , anche a seguito di
quell’evento ha selezionato sul territorio nazionale , unitamente ad altri siti,
che qui non cito, il Bacino idrografico del Biferno: un ‘area di circa 1316
chilometri quadrati e lo ha inserito nell’ambito di una ricerca scientifica
sulla fragilità idrogeologica di alcune aree della penisola poiché l’area di
Bacino del Biferno rappresenta, in ambito nazionale , una singolarità dovuta
alla rilevante estensione dei seminativi all’interno del bacino medesimo che
rappresentano il 40% della superficie coltivata. La stima dei danni si ricava
dal Bilancio Consuntivo della struttura Commissariale della Regione Molise .
All’epoca sono stati stanziati 60 milioni di euro di cui 35 milioni per lavori
d’urgenza ( delibera CIPE /2004 ; mentre 23, 5 milioni di euro sono stati
finanziati mediante sovvenzione regionale , destinati per un programma
pluriennale di interventi per la ripresa delle attività produttive . Perché ho
citato questi dati ed i relativi riferimenti deliberativi ? l’ho fatto poiché
nell’area del Basso Molise ricadono almeno tre dei 57 progetti posti in essere ,
che seppure con stadiazioni temporali diverse avrebbero dovute essere realizzati
per la sistemazione idraulica dell’alveo del Biferno , della viabilità primaria,
etc…. ( per la stadiazione delle opere rimando al documento dell’ Ispra allegato
all’indagine ) . Mi chiedo e chiedo ai rappresentanti istituzionali qui presenti
se sono al corrente dell’esito di questi interventi e, qual’ è ad oggi lo stato
delle opere, posto che alcuni interventi all’epoca dell’approvazione del piano
erano nella fase di progettazione , già cantierabili, qualcuno anche in fase di
collaudo. E’ di appena qualche giorno fa la notizia ( fonte il Sole 24 ore ) che
al Molise è stato accordato il finanziamento di u un’opera idraulica di
prevenzione per un importo di 0,25milioni di euro ; ignoro su quale parte del
territorio molisano ricade l’opera finanziata . E, avviandomi a concludere ,
ritorno sul tema oggetto del nostro intervento di oggi che vede l’attuale ,
primaria ed urgente difesa degli interessi di coloro che nella Valle del Sinarca
vi lavorano i terreni, hanno investito in attività produttive ed ogni giorno
sono obbligati a fruire di infrastrutture precarie; cittadini che vogliono
vedersi riconosciuti uguali diritti di cittadinanza per quanto riguarda la
fruizione di servizi e la messa in sicurezza del territorio in cui operano . Ho
volutamente ampliato il discorso all’intero comprensorio del bacino d
idrografico del Basso Molise ; perché nel prefigurare qualsivoglia modalità di
intervento locale c’è comunque bisogno di avere una visione articolata e
complessiva del territorio . Non è possibile progettare interventi di bonifica
dell’alveo nella parte alta nella parte media o bassa del Sinarca perché ,magari
,meglio e più di qualcun’ altro un Amministratore politicamente ammanicato
riesce ad attivare risorse per la parte di sua competenza e poi trascurare ciò
che accade in altre aree dello stesso bacino o alla foce del Sinarca . Dobbiamo
tutelare il Sinarca, , il Biferno, così come il Torrente Cigno e, perfino
mettere ulteriormente in sicurezza , per quanto possibile, anche la frana di
Petacciato ; ne và della tutela dei circa 9 chilometri a rischio di autostrada,
delle linea ferroviaria costiera ed interna nonché della viabilità primaria e
secondaria a cui bisogna aggiungere i 22 chilometri quadrati della zona del
Bacino Basso molisano altamente urbanizzata , nonché la zona industriale . Cosa
ci aspettiamo in conclusione da questa nostra prima assemblea ? Nell’immediato ,
una dichiarazione d’intenti dei sindaci del Bacino del Sinarca che prefiguri,
comunque a breve , la redazione di un documento comune da sottoporre agli organi
istituzionali superiori competenti in cui si riepiloghino gli interventi di
massima : quali la rettifica di anse troppo sinuose del Sinarca che in modo
ricorrente risultano intasati dall’accumulo di detriti di piena , nonché la
ripulitura e risistemazione complessiva dell’alveo e,nei punti critici, la
realizzazione di opere di contenimento nonchè quant’altro possa migliorare il
deflusso anche straordinario delle acque del Sinarca .Ciò al fine di impegnare
le istituzioni a tutti i livelli, ciascuno per la sua competenza in questa
operazione difesa del territorio , delle sue strutture , delle sue risorse e
della sua produttività .
Arcangelo Pretore
Guglionesi 26 febbraio 2016