15/2/2016 ● Agricoltura
L'Agricoltura meridionale al capolinea
La manifestazione tenutasi il 9 u.s. al porto di Bari di centinaia e
centinaia di agricoltori, promossa dalla Coldiretti della Puglia e della
Basilicata, in difesa del grano duro prodotto dai coltivatori italiani e del
Meridione in particolare porta a fare, a pochi giorni dall'evento, qualche
riflessione.
Sembra aver avuto inizio la guerra del grano, quel "Granaio Italia" del
Meridione che sta rischiando, in modo miserevole, di scomparire visti gli
ingenti quantitativi di prodotto straniero importato, a volte triangolato da
vari porti europei.
In simile maniera si vuol "decretare" la fine dell'agricoltura meridionale?
In soli 6 mesi (luglio 2015 - gennaio 2016) sono state scaricate al porto di
Bari ben 891.000 tonnellate di grano.
Sono ben 2,3 milioni di tonnellate di frumento duro che arrivano dall'estero
(fonte "La Stampa" del 10 -02- 2016).
Una cosa è certa: è la solita routine speculativa che, come quest'anno, si
ripete. Dai 34-36 euro/quintale dell'anno scorso agli attuali € 21-24 (crollo
del prezzo di oltre il 35%).
Abbassamenti di prezzo inspiegabili per il nostro grano che ai costi attuali è
da dumping, da sottocosto; lontanamente dai limiti dei costi sostenuti per
produrlo.
Si è parlato anche dei danni incalcolabili in termini di impatto ambientale.
Una nave di 20.000 tonnellate (occorrono ben 750 autotreni per scaricarla) per
compiere la tratta Canada - porto di Bari impiega circa 40 giorni. Considerando
l'andata ed il ritorno, si stima una immissione di oltre 15.000 tonnellate di
anidride carbonica (CO2). Altro che Km/O!!!
Si può immaginare "la sofferenza" che subisce il carico durante questo lungo
tragitto: scarsa areazione della derrata, la fermentazione che la stessa subisce
e le muffe conseguenti che si sviluppano nel tempo per le escursioni termiche
che a loro volta generano micotossine (funghi tossici) che inevitabilmente
entreranno nell'alimentazione della catena umana. Sul fondo della nave è normale
che si svilupperanno dei grumi di grano, ovvero degli strati compatti, causati
dall'amalgama con l'umidità.
Del grano canadese - Nord Usa "seccato" in pre raccolto col glifosato.
La salute ringrazia.
E' indispensabile ripristinare e mantenere la fiducia dei consumatori
incoraggiando il loro coinvolgimento nella politica di sicurezza alimentare,
garantendo il monitoraggio e la trasparenza in tutta la filiera alimentare ed il
maggior grado possibile di riconoscibilità delle caratteristiche essenziali dei
prodotti, al fine di consentire loro di effettuare delle scelte d'acquisto
pienamente consapevoli basate su una completa informazione in merito alle
caratteristiche dei prodotti.
Devono diventare consumat(t)ori. A loro la scelta di decidere. A loro la scelta
dell'acquisto in modo consapevole.
Di contro, devono essere tutelati da un'adeguata normativa. Visto che pagano,
devono pretendere di sapere ciò che acquistano. Anche a Km/O.
Il Comitato spontaneo agricolo "Uniti per non morire" era presente, non certo
per le bandiere gialle, verdi o rosse ma per una sola bandiera, l'unica: quella
della terra, quella a tutela del territorio, a difesa dei nostri prodotti e
delle nostre aziende agricole.
Bisogna rimarcare una cosa e si chiede scusa in anticipo se ci sono state delle
sviste.
Non si sono notati alla manifestazione delegati molisani dell' organizzazione
agricola promotrice dell'iniziativa, politici o coltivatori regionali.
Per caso l'agricoltura molisana non soffre di questi problemi? Per caso
l'agricoltore molisano spunta prezzi superiori per il "suo" grano? Sicuramente
no, visti i prezzi che offrono i commercianti regionali. E allora se è così
perché questo disinteressamento?
In Molise si è saputo...nulla. Nessuno ne ha parlato, nessuno ha scritto.
Silenzio tombale.
La notizia dell'evento, però, è stata diffusa sia su tv nazionali quale "il TG
serale di "Canale 5" sia su testate giornalistiche quali "La Stampa", "Rai
News", "Il Quotidiano del Nord","La Repubblica", "Abruzzo TV", "La Gazzetta del
Mezzogiorno" e poi dalle tante testate giornalistiche pugliesi e lucane.
Presente era pure il Governatore della Puglia, che merita attenzione per ciò che
ha detto: "Dalle nostre parti c'è un proverbio che recita: chi vuole va e chi
non vuole manda. Io cerco di esserci sempre, innanzitutto per farvi capire cosa
ho nella testa e nel cuore, e poi, perché da voi, dal mondo agricolo, ho ancora
un sacco di cose da imparare.
Ancora: Non contestiamo l'economia globale, dobbiamo cercare di starci dentro e
combattere contro quelle regole che riteniamo inique.
Ha concluso dicendo che bisogna difendere il nostro grano: chi vuole la pasta
italiana deve sapere che compra merce controllata, che ha particolare qualità e
che è stata prodotta da persone perbene".
Conclusione.
Non è più possibile sostenere socialmente e politicamente tale situazione di
sottomissione che da svariati anni si sta protraendo. Bisogna fare in modo che
il Governo nazionale si attivi per far scattare quelle misure di salvaguardia
atte a riequilibrare tali meccanismi che svantaggiano il mondo agricolo
meridionale. Caso contrario, è la fine.
L'AGRICOLTURA NON PUO' ESSERE PIU' VIOLENTATA O SVENDUTA.
E' tempo che ci si attivi per tutelarla. Nell'interesse di noi tutti.
Termoli, 15 febbraio 2016