BLOG FONDATO NEL GIUGNO DEL 2000
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Un viaggio nella cultura non ha alcuna meta: la Bellezza genera sensibilità alla consapevolezza.

Luigi Sorella (blogger).
Nato nel 1968.

Operatore con esperienze professionali (web designer, copywriter, direttore di collana editoriale, videomaker, fotografia digitale professionale, graphic developer), dal 2000 è attivo nel campo dell'innovazione, nella comunicazione, nell'informazione e nella divulgazione (impaginazioni d'arte per libri, cataloghi, opuscoli, allestimenti, grafiche etc.) delle soluzioni digitali, della rete, della stampa, della progettazione multimediale, della programmazione, della gestione web e della video-fotografia. Svolge la sua attività professionale presso la ditta ARS idea studio di Guglionesi.

Come operatore con esperienza professionale e qualificata per la progettazione e la gestione informatica su piattaforme digtiali è in possesso delle certificazioni European Informatics Passport.

Il 10 giugno del 2000 fonda il blog FUORI PORTA WEB, tra i primi blog fondati in Italia (circa 3.200.000 visualizzazioni/letture, cfr link).
Le divulgazioni del blog, a carattere culturale nonché editoriale, sono state riprese e citate da pubblicazioni internazionali.

Ha pubblicato libri di varia saggistica divulgativa, collaborando a numerose iniziative culturali.

"E Luigi svela, così, l'irresistibile follia interiore per l'alma terra dei padri sacra e santa." Vincenzo Di Sabato

Per ulteriori informazioni   LUIGI SORELLA


15/2/2016 ● Agricoltura

L'Agricoltura meridionale al capolinea


  Giorgio Scarlato ● 1737


La manifestazione tenutasi il 9 u.s. al porto di Bari di centinaia e centinaia di agricoltori, promossa dalla Coldiretti della Puglia e della Basilicata, in difesa del grano duro prodotto dai coltivatori italiani e del Meridione in particolare porta a fare, a pochi giorni dall'evento, qualche riflessione.

Sembra aver avuto inizio la guerra del grano, quel "Granaio Italia" del Meridione che sta rischiando, in modo miserevole, di scomparire visti gli ingenti quantitativi di prodotto straniero importato, a volte triangolato da vari porti europei.
In simile maniera si vuol "decretare" la fine dell'agricoltura meridionale?

In soli 6 mesi (luglio 2015 - gennaio 2016) sono state scaricate al porto di Bari ben 891.000 tonnellate di grano.
Sono ben 2,3 milioni di tonnellate di frumento duro che arrivano dall'estero (fonte "La Stampa" del 10 -02- 2016).
Una cosa è certa: è la solita routine speculativa che, come quest'anno, si ripete. Dai 34-36 euro/quintale dell'anno scorso agli attuali € 21-24 (crollo del prezzo di oltre il 35%).
Abbassamenti di prezzo inspiegabili per il nostro grano che ai costi attuali è da dumping, da sottocosto; lontanamente dai limiti dei costi sostenuti per produrlo.

Si è parlato anche dei danni incalcolabili in termini di impatto ambientale.
Una nave di 20.000 tonnellate (occorrono ben 750 autotreni per scaricarla) per compiere la tratta Canada - porto di Bari impiega circa 40 giorni. Considerando l'andata ed il ritorno, si stima una immissione di oltre 15.000 tonnellate di anidride carbonica (CO2). Altro che Km/O!!!
Si può immaginare "la sofferenza" che subisce il carico durante questo lungo tragitto: scarsa areazione della derrata, la fermentazione che la stessa subisce e le muffe conseguenti che si sviluppano nel tempo per le escursioni termiche che a loro volta generano micotossine (funghi tossici) che inevitabilmente entreranno nell'alimentazione della catena umana. Sul fondo della nave è normale che si svilupperanno dei grumi di grano, ovvero degli strati compatti, causati dall'amalgama con l'umidità.
Del grano canadese - Nord Usa "seccato" in pre raccolto col glifosato.
La salute ringrazia.

E' indispensabile ripristinare e mantenere la fiducia dei consumatori incoraggiando il loro coinvolgimento nella politica di sicurezza alimentare, garantendo il monitoraggio e la trasparenza in tutta la filiera alimentare ed il maggior grado possibile di riconoscibilità delle caratteristiche essenziali dei prodotti, al fine di consentire loro di effettuare delle scelte d'acquisto pienamente consapevoli basate su una completa informazione in merito alle caratteristiche dei prodotti.
Devono diventare consumat(t)ori. A loro la scelta di decidere. A loro la scelta dell'acquisto in modo consapevole.
Di contro, devono essere tutelati da un'adeguata normativa. Visto che pagano, devono pretendere di sapere ciò che acquistano. Anche a Km/O.

Il Comitato spontaneo agricolo "Uniti per non morire" era presente, non certo per le bandiere gialle, verdi o rosse ma per una sola bandiera, l'unica: quella della terra, quella a tutela del territorio, a difesa dei nostri prodotti e delle nostre aziende agricole.

Bisogna rimarcare una cosa e si chiede scusa in anticipo se ci sono state delle sviste.
Non si sono notati alla manifestazione delegati molisani dell' organizzazione agricola promotrice dell'iniziativa, politici o coltivatori regionali.
Per caso l'agricoltura molisana non soffre di questi problemi? Per caso l'agricoltore molisano spunta prezzi superiori per il "suo" grano? Sicuramente no, visti i prezzi che offrono i commercianti regionali. E allora se è così perché questo disinteressamento?
In Molise si è saputo...nulla. Nessuno ne ha parlato, nessuno ha scritto. Silenzio tombale.

La notizia dell'evento, però, è stata diffusa sia su tv nazionali quale "il TG serale di "Canale 5" sia su testate giornalistiche quali "La Stampa", "Rai News", "Il Quotidiano del Nord","La Repubblica", "Abruzzo TV", "La Gazzetta del Mezzogiorno" e poi dalle tante testate giornalistiche pugliesi e lucane.

Presente era pure il Governatore della Puglia, che merita attenzione per ciò che ha detto: "Dalle nostre parti c'è un proverbio che recita: chi vuole va e chi non vuole manda. Io cerco di esserci sempre, innanzitutto per farvi capire cosa ho nella testa e nel cuore, e poi, perché da voi, dal mondo agricolo, ho ancora un sacco di cose da imparare.
Ancora: Non contestiamo l'economia globale, dobbiamo cercare di starci dentro e combattere contro quelle regole che riteniamo inique.
Ha concluso dicendo che bisogna difendere il nostro grano: chi vuole la pasta italiana deve sapere che compra merce controllata, che ha particolare qualità e che è stata prodotta da persone perbene".

Conclusione.
Non è più possibile sostenere socialmente e politicamente tale situazione di sottomissione che da svariati anni si sta protraendo. Bisogna fare in modo che il Governo nazionale si attivi per far scattare quelle misure di salvaguardia atte a riequilibrare tali meccanismi che svantaggiano il mondo agricolo meridionale. Caso contrario, è la fine.

L'AGRICOLTURA NON PUO' ESSERE PIU' VIOLENTATA O SVENDUTA.
E' tempo che ci si attivi per tutelarla. Nell'interesse di noi tutti.

Termoli, 15 febbraio 2016

Cartellone




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