28/1/2016 ● Cultura
Film: "ll figlio di Saul" di Laszlo Nemes
Il film ambientato ad Auschwitz nel 1944, racconta di Saul Auslander che fa
parte dei sonderkommando, gruppo di prigionieri ebrei costretti dai nazisti ad
assisterli nello sterminio degli altri prigionieri.
Mentre lavora in 0uno dei forni crematori, Saul scopre il cadavere di un ragazzo
che crede essere suo figlio, e tenterà l'impossibile per salvare le spoglie e
trovare un rabbino per la sepoltura.
Il clima del film, che è riprodotto con colori scuri , sembrano evidenziare la
malvagità dei carnefici, l'angoscia e tristezza delle vittime.
La telecamera si sofferma spesso sul volto di Saul e dei suoi compagni, mentre
attorno si odono le voci concitate dei nazisti, lo strepitio degli spari, le
invocazioni e i pianti disperati di chi non vuole morire.
Lo spettatore immerso in un'atmosfera angosciante vede nel volto di Saul e dei
suoi compagni l'umanità e la dignità, preservata fino alla fine, poiché all'uomo
non si potrà mai togliere l'essenza, anche se la cenere oscura le nuvole col suo
carico di corpi e anime.
Il protagonista è superbamente interpretato dal poeta Geza Rohring.
Grande prova del regista esordiente Laszlo Nemes che ha saputo girare un film
che è un colpo allo stomaco, e una luce per il risveglio delle coscienze.
Più che meritato il Grand Prix Speciale al Festival di Cannes 2015.