16/12/2015 ● Cultura
Il logo del giubileo, una piccola summa teologica sul tema della misericordia
Il logo e il motto offrono insieme una sintesi felice dell’Anno giubilare.
Nel motto Misericordiosi come il Padre (tratto dal Vangelo di Luca, 6,36) si
propone di vivere la misericordia sull’esempio del Padre che chiede di non
giudicare e di non condannare, ma di perdonare e di donare amore e perdono senza
misura (cfr. Lc 6,37-38).
Il logo – opera del gesuita Padre Marko I. Rupnik – si presenta come una piccola
summa teologica del tema della misericordia. Mostra, infatti, il Figlio che si
carica sulle spalle l’uomo smarrito, recuperando un’immagine molto cara alla
Chiesa antica, perché indica l’amore di Cristo che porta a compimento il mistero
della sua incarnazione con la redenzione. Il disegno è realizzato in modo tale
da far emergere che il Buon Pastore tocca in profondità la carne dell’uomo, e lo
fa con amore tale da cambiargli la vita. Un particolare, inoltre, non può
sfuggire: il Buon Pastore con estrema misericordia carica su di sé l’umanità, ma
i suoi occhi si confondono con quelli dell’uomo. Cristo vede con l’occhio di
Adamo e questi con l’occhio di Cristo. Ogni uomo scopre così in Cristo, nuovo
Adamo, la propria umanità e il futuro che lo attende, contemplando nel Suo
sguardo l’amore del Padre.
La scena si colloca all’interno della mandorla, anch’essa figura cara
all’iconografia antica e medioevale che richiama la compresenza delle due
nature, divina e umana, in Cristo. I tre ovali concentrici, di colore
progressivamente più chiaro verso l’esterno, suggeriscono il movimento di Cristo
che porta l’uomo fuori dalla notte del peccato e della morte. D’altra parte, la
profondità del colore più scuro suggerisce anche l’imperscrutabilità dell’amore
del Padre che tutto perdona.
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