10/12/2015 ● Cultura
Creare cittadinanza con il patrimonio culturale: rivolgersi "ai cittadini, non ai clienti"
Nel saggio “Privati del patrimonio” [Einaudi Editore, 2013] il prof.
Tomaso Montanari richiama lodevolmente l’iniziativa culturale di "MeMo Cantieri per la Cultura",
nata nel Molise.
“Nell’estate del 2014 è nata MeMo-Cantieri per la Cultura, un’associazione
privata costituita da giovani archeologi e storici dell’arte (in prevalenza
donne), ma partecipata da società “in house” della Regione Molise e
dell’Università del Molise; in seguito a un accordo strategico tra tutti gli
attori istituzionali, il ministero per i Beni culturali ha affidato a MeMo i
“servizi di assistenza culturale e di ospitalità per il pubblico negli istituti
e luoghi della cultura” statali del Molise, concedendo gli spazi gratuitamente
(almeno per la fase di start-up), e mantenendo invece a sé la biglietteria. MeMo
si propone – nella valutazione del prof. Montanari – di collegare
strutturalmente alla ricerca i laboratori didattici, la realizzazione e
pubblicazione di guide ai monumenti, un programma di viaggi virtuali nelle
antiche città molisane, e anche una serie di attività ancora più spiccatamente
divulgative. Il punto veramente innovativo non è affidare la concessione ad un
soggetto non profit, ma accogliere un soggetto in base alla sua capacità di fare
ricerca, e di farla non “privatamente”, ma anche in stretta connessione che non
è imperniata su un passaggio di denaro, e non impone modelli gestionali
all’amministrazione, la quale rimane completamente libera. La produzione e la
ridistribuzione di conoscenza sono l’aspetto centrale – sempre eluso nel
dibattito sul ruolo del privato –, perché la mediazione della cultura umanistica
verso il grande pubblico ha senso solo se è fatta dagli stessi studiosi che
rinnovano incessantemente quella cultura”.
Montanari non ha dubbi sugli effetti civici della qualità formativa nella
ricerca culturale. “La conoscenza – ribadisce nel suo libro “Privati del
patrimonio” – crea cittadinanza solo se è, a sua volta, continuamente
rinnovata dall’esercizio professionale del senso critico, cioè alimentata dalla
ricerca. Solo questa prospettiva si rivolge ai cittadini, e non ai clienti”.