4/6/2008 ● Cultura
Perché Sant'Adamo (statua) non rimane esposto tutto l'anno?
Due lettori inviano una lettera ad Fpw con la seguente considerazione:
Luigi, non so se ci sono ragioni storiche che io non ho saputo trovare,
ma, oltre al discorso di sicurezza (statua in argento), si potrebbe tenere il
santo patrono, Sant'Adamo, sempre esposto in chiesa Madre per 365 giorni
all'anno. In questi giorni si va formando un gruppo di lavoro che vuole proporre
la custodia di Sant'adamo in una teca sempre visibile e sorvegliata con sistemi
elettronici. Possiamo lanciare l’idea? P. M. e I. M.
Beh, purtroppo le ragioni storiche ci sono e si richiamano alla storia
“straordinaria” dei furti dei reliquiari, come riporta il libro “Sant'Adamo di
Guglionesi” (cfr. pag. 322 e pagg. 301-202), ragioni che sono storia a tutti gli
effetti, soprattutto storia di Guglionesi e del suo Patrono. A tal proposito
interessanti sono gli eventi dell'ultimo furto del 1885 (cfr. da pag. 106 a pag.
115, op. cit.), che nel libro citato vengono raccontati con i documenti
trascritti integralmente (cfr. da pag. 232, documento n. 63, op. cit.).
Nella chiesa Collegiata di Santa Maria Maggiore di Guglionesi, sul finire del
XVIII secolo, fu realizzato l'altare di Sant'Adamo dove poi fu collocata una
grande tela artistica dedicata a Sant’Adamo di Guglionesi. Lo stucco a rilievo
nella cimasa dell'altare rappresenta il "sogno di Benedetto", l’uomo della
Provvidenza che “induce” i guglionesani al furto delle reliquie dell’abate
benedettino presso la chiesa di San Paolo a Petacciato (cfr. pagg. 304-307, op.
cit.). La grande tela artistica dedicata al Patrono, detta "La messa di Sant'Adamo”
(in atto di compiere il miracolo di trasformare l'acqua in vino durante una
celebrazione), è opera di Pietro Bardellino, è un olio su tela dei primi anni
del XIX secolo ed è “ la immagine sacra” di Sant'Adamo nella nostra Collegiata.
Generalmente non si espongono al culto più immagini dello stesso Santo nella
stessa chiesa (anche se una può essere in tela e l'altra in argento cesellato,
come per la nostra figura patronale). Inoltre questa rappresentazione pittorica
del maestro Bardellino costituisce la matrice figurativa dell’attuale statua
argentea (è una copia artistica), come da richiesta del Sindaco di Guglionesi
Luigi Somma, nel 1885 dopo il furto dell’ultima statua-reliquiario, al cav.
Alessandro Nelli (Fonderia Artistica di Roma), allorché fu realizzata l'attuale
mezzo busto di Sant'Adamo (cfr. la trascrizione della bella lettera del Sindaco
Somma a pag. 325, op. cit.). È bene sottolineare che una parte delle reliquie
del Patrono durante l'anno sono conservate nella cripta della chiesa Collegiata,
in una teca di cristallo (pag. 220, op. cit.) che rimane collocata dentro la
nicchia della cappella di Sant'Adamo e protetta dalla "Porte di Sant'Adamo",
opera artistica del XVII secolo (pag. 300-201, op. cit.).
Ma quali sono gli ostacoli storici che renderebbero complicata, dal punto di
vista storico-cultuale, la esposizione durante tutto l’anno della statua di
Sant’Adamo? Sicuramente l'uscita dalla cripta della statua-reliquiario, il
giorno del 2 Giugno, perderebbe il suo fascino e la sua emozione. Ricordiamoci
che quando furono riportate le reliquie nel 1102 furono deposte nella cripta
della chiesa di Santa Maria Maggiore. Oltre all’arrivò al fuori porta del carro
trionfale di Sant’Adamo (recante il “quadro” realizzato nel 1932 dal pittore
Nicola Iacobitti) in qualche modo anche l’uscita dalla cripta (al suono della
banda musicale) del corteo delle autorità religiose, civili e militari, con
l’immagine del Santo Patrono ricorda un’altra parte significativa della
rievocazione storica che è una tradizione cultuale e popolare, richiamando molti
devoti per il momento, forse più importante e certamente più emozionante,
nell’unità e nell’identità della nostra Comunità.
L'essere stato simbolicamente "nascosto" per quasi un anno rinnova nei fedeli
sia l'evento storico, sia l’evento della tradizione cultuale. Quando un bambino
chiederà ai suoi genitori perché Sant’Adamo (ossia il busto argenteo) è
nascosto... beh… allora bisognerà raccontargli tutta la nostra storia, quella
di Guglionesi e dunque quella di Sant'Adamo. Così si tramanda di generazione in
generazione il suo culto.
Per lo stesso motivo festeggiamo "Sant'Adamo di Ottobre", quando rievochiamo il
furto della statua nel 1496 ad opera dei francesi (pagg. 77-79, op. cit.). I
guglionesani riportarono da Campobasso le reliquie del Santo Patrono nella
seconda domenica di Ottobre nel 1496.
Come si evince dalla storia locale si tratta sempre e solo di “furti”, da quello
dei guglionesani a Petacciato (3 Giugno 1102) fino... agli ultimi "legalizzati"
dai Ministeri della Repubblica.
Quale “furto” è stato “legalizzato” dalla Repubblica?
Beh, è quello della Soprintendenza dell'Abruzzo, che negli anni '70 dello scorso
secolo si è “portato” a L'Aquila per un restauro il bellissimo trittico di
Michele Greco da Valona (pagg. 87-90 e pagg. 308-313, op. cit.) e da allora non
è mai tornato più a Guglionesi. È stato esposto alla visione artistica del museo
abruzzese nel Castello de L'Aquila, sottraendolo alla devozione cultuale dei
Guglionesani. Si tratta dell'immagine più venerata dai guglionesani nella storia
del nostro paese, la più antica immagine del Patrono che noi possediamo, dunque
una “vera icona”, in tutti i sensi del culto guglionesano, e si fa quasi niente
per riportarla a Guglionesi (ci stiamo provando da tempo insieme a don Gabriele,
con continue lettere, e-mail e segnalazione ai vari ministri degli ultimi trent’anni,
e ai politici locali......). Questa straordinaria opera fu commissionata nel
1505 dalla gloriosa “Congregazione di Sant’Adamo” che a Guglionesi ebbe molti
ruoli sociali (pagg.79-87, op. cit.).
Forse un gruppo di lavoro che tiene a Sant'Adamo, al patrimonio
artistico-storico di Guglionesi e soprattutto ai tesori del nostro culto
potrebbe impegnarsi in futuro al recupero dell'opera più importante che sia
stata mai dedicata al Santo Patrono di Guglionesi. [Luigi Sorella]