3/11/2015 ● Cultura
L'imponente e carismatica personalità culturale dell'abate Adamo (XI sec.) in Treccani.it
In una citazione del paleografo Armando Petrucci - noto studioso del Codice
Diplomatico del Monastero di Tremiti - il Dizionario Biografico degli
Italiani [volume 1 (1960)] della Treccani. La Cultura Italiana
riporta le indicazioni storico-archivistiche in merito all'abate Adamo
del monastero benedettino di Santa Maria delle isole Tremiti ("[...] È
probabile che a lui si debba la costituzione del centro scrittorio nelle isole e
la prima organizzazione dell'archivio monastico [...]).
Anche dagli studi (2005) di Gerardo Cioffari e di Luigi Sorella emerge
l'imponente e carismatica personalità culturale dell'abate tremitense,
personaggio della storia medioevale avvicinato, dallo stesso studio congiunto
Cioffari-Sorella, alla memoria cultuale del Santo Patrono di Guglionesi [cfr. “Sant’Adamo
dil Guglionesi. Abate nel monastero benedettino delle isole Tremiti. Aspetti
storici, critici e cultuali dall’XI al XXI secolo”, Palladino
Editore, Campobasso, 2005].
Nel 2014 ulteriore indagine archivistica [cfr. Sorella Luigi in: AA. VV.
"Le
traslazioni delle reliquie dei santi. Le carresi", Città Nuova, Roma,
2014] ha definito altre probabili connessioni sulle circostanze storiche, nonché
umana e spirituale, riferibili all'abate "Adam" nel contesto della storia
locale.
Di seguito il testo su www.treccani.it:
"ADAMO [di Armando Petrucci] - È il secondo abate di Tremiti di questo
nome (il primo governò l'abbazia fra il 1015 e il 1017 e ne conosciamo solo
l'esistenza). Egli resse il monastero fra il 1054 e il 1062 circa, nel periodo,
cioè, più critico della espansione normanna nella Puglia settentrionale e nel
Molise e della dissoluzione del governo bizantino e delle autonome contee
longobarde in quelle regioni. Di questa situazione A. seppe abilmente
approfittare, accogliendo, da una parte, sotto la protezione del monastero, i
grandi proprietari terrieri longobardi e allacciando, dall'altra, amichevoli
relazioni coi nuovi signori normanni, insediatisi nel Gargano.
Particolarmente buoni furono i rapporti stabilitisi fra A. ed il conte normanno
di Lesina, Petrone, il quale più tardi si atteggerà a protettore dei monaci
tremitensi. Fra il 1056 e il 1059 il conte donò o vendette molte terre e chiese
al vicino monastero, mentre nell'Abruzzo il longobardo conte Atto largheggiava
da parte sua in donazioni, e nel Molise gli ultimi conti di Campomarino si
spogliavano di vasti possessi in favore del monastero isolano, pur di sottrarre
qualcosa alla furia normanna.
Nel 1055 A. accolse nelle isole il cardinale Federico di Lorena, che sfuggiva
alle ire di Enrico III; ma poco tempo dopo Federico se ne allontanò, malamente
impressionato - secondo quanto dice Leone Marsicano -. dai cattivi costumi di
quei monaci. In seguito sopraggiunse nelle isole lo stesso Desiderio di
Benevento (già amico di A.), che vi trascorse un non breve periodo di tempo.
Quando, però, nel 1058 divenne abate di Montecassino, Desiderio, intendendo
riconquistare al proprio monastero la perduta influenza nella Puglia
settentrionale, ottenne che papa Niccolò II confermasse, fra l'altro, a
Montecassino il dominio su S. Maria di Tremiti. A. si recò allora personalmente
al concilio di Melfi, riuscendo, dopo aver esposto le sue ragioni, il 1 sett.
del 1059, a far riconoscere il diritto di Tremiti alla piena indipendenza.
Negli ultimi anni di vita estese ancora la sfera d'influenza tremitense nel
Molise e nell'Abruzzo. È probabile che a lui si debba la costituzione del centro
scrittorio nelle isole e la prima organizzazione dell'archivio monastico.
Fonti e Bibl.: Leonis Marsicani et Petri Diaconi Chronica,in Monumenta Germ.
Hist., Scriptores,VII, Hannoverae 1846, p. 715; J. v. Pflugk-Harttung, Iter
italicum,Stuttgart 1883, p. 190; Ph. Jaffé-S. Loewenfeld, Regesta Pontif.
Rom.,I, Lipsiae 1885, p. 560; J. Gay, Le monastère de Tremiti au XI siècle...,in
Mélanges d'archéologie et d'histoire,XVII (1897), pp. 390 ss.; E. Carusi-M.
Vattasso Codices Vaticani Latini 10301-10700,Romae 1920, pp. 614-619, passim;G.
B. Borino, L'arcidiaconato di Ildebrando,in Studi Gregoriani,III (1948), p. 483;
T. Leccisotti, Le relazioni tra Tremiti e Montecassino...,in Benedictina,III
(1949), pp. 203 ss.; A. Petrucci, L'archivio e la biblioteca del monastero
benedettino di S. Maria di Tremiti,in Bullett. d. Arch. paleografico italiano,n.
s., II-III (1956-57), II parte, p. 292".
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