2/11/2015 ● Eventi
2 novembre, nel cimitero di Guglionesi commemorazione di Rivera, De Sanctis e Caruso
Lunedì 2 novembre alle ore 11, presso il Cimitero comunale di Guglionesi
verranno commemorati Giulio Rivera, Giorgio De Sanctis e Francesco Caruso.
Nell’occasione l’Amministrazione comunale ricorderà tutti i defunti presenti nel
nostro Cimitero, in particolare quanti non potranno ricevere, per tanti motivi,
la visita dei propri cari ed amici.
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GIULIO RIVERA
Medaglia d'oro al valor civile. Nato a Guglionesi (Campobasso), nel 1954, si
arruola nella Pubblica Sicurezza nel 1974. Muore a 24 anni crivellato da 8
proiettili mentre si trova alla guida dell'Alfetta che
precede la macchina del presidente durante l'agguato per il rapimento Moro nella
strage di via Fani a Roma
E’ il più giovane degli uomini della scorta di Moro.
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GIORGIO DE SANCTIS
Nato a Guglionesi (Campobasso) il 17 dicembre 1921, deceduto a Roma il 21
gennaio 1982, funzionario ministeriale, Medaglia d'oro al valor militare. Orfano
di guerra (il padre, ufficiale medico, morì durante il primo conflitto
mondiale), è stato il più giovane decorato di Medaglia d'oro d'Italia. L'8
settembre 1943, De Sanctis si trovava, come sottotenente del Genio, a Trieste.
Catturato con il suo reparto dai tedeschi e avviato a un campo di deportazione,
il giovane ufficiale riuscì ad evadere nei pressi di Lubiana e a rientrare in
Italia dove, passata la linea del fronte raggiunse Bari. Qui si arruolò
volontario nell'870° Gruppo guastatori del Genio (alle dipendenze del Servizio
Informazioni Militari) e ne assunse il comando col grado di tenente. La
motivazione della medaglia d’oro al valor militare, (consegnata a De Sanctis
dopo che era già stato decorato di Medaglia di bronzo e di Medaglia d'argento),
ne tratteggia così le imprese: "Giovane ufficiale del Genio, animato da alto
senso del dovere e grande amor patrio, nell'ora difficile della lotta per la
liberazione del Paese occupato dai tedeschi, al comando di un nucleo di
guastatori, prima alle dipendenze dirette degli Alleati, poi inquadrato nei
reparti del Genio,
si prodigava instancabilmente nel pericoloso lavoro della bonifica dei campi
minati e disattivazione di ordigni esplosivi. Primo fra i suoi soldati, costante
esempio di ardimento, trascinatore e esaltatore di eroismi. A Firenze, sotto il
fuoco nemico, agendo personalmente, apriva agli Alleati la via dell'unico ponte
rimasto intatto sull'Arno, guadagnando lode per sé e per il valore dei soldati
italiani. Sul Senio, nella costituzione della testa di ponte che doveva aprire
la via al Gruppo «Friuli» verso la vittoriosa avanzata su Bologna, mentre
incurante della reazione di fuoco nemico, con pochi arditi disattivava mine,
colpito e mutilato del braccio destro asportatogli da un colpo di mortaio,
raccoglieva i suoi uomini feriti dallo stesso scoppio, li caricava sulla sua
jeep che di persona guidava mescolando con essi dolore e sangue sino al più
vicino posto di medicazione dove,
serenamente vincendo il dolore e la debolezza, imponeva, fra la stupita
ammirazione degli astanti, fossero date le prime cure ai suoi soldati pur meno
gravi di lui. Figura di combattente da leggenda,
ardito fra i più arditi, nobile e mirabile esempio di eroismo che ha saputo
confermare e perpetuare nel tempo le tradizioni di valore del soldato italiano".
Nel dopoguerra Giorgio De Sanctis, che sopravvisse mutilato, si laureò in Legge,
nel 1947, all'Università di Roma. Nel 1949 fu collocato in congedo assoluto ed
iscritto nel Ruolo d'onore col grado di capitano. Promosso maggiore nel 1960 e
tenente colonnello nel 1962, ha lavorato, sino al pensionamento, al Ministero
del Commercio con l'estero come funzionario. Nel 2000, ad Udine, nella sala
storica della Caserma del Genio guastatori, è stato collocato un busto della
Medaglia d'oro De Sanctis.
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FRANCESCO CARUSO
Nato a Guglionesi nel 1912 dopo aver assolto il proprio servizio di LEVA nella
Citta' dell'Aquila, all'inizio delle ostilita' della seconda guerra mondiale,
viene nuovamente richiamato ed inviato sul fronte greco albanese dove rimase
fino alla dichiarazione di armistizio. Trovandosi ancora sul fronte greco viene
fatto prigioniero dalle truppe tedesche ed inviato in Germania. Qui' essendosi
rifiutato di collaborare con i nazisti fu rinchiuso nel campo di concentramento
di Zeithain, stalag 1B e poi nello Stammlager IV A. Per le privazioni ed i
maltrattamenti subiti cadde malato e mori' a soli 32 anni nel 1944.
La salma, prima tumulata a Redipuglia, agli inizi anni ' 90 e' stata traslata
nel cimitero di Guglionesi ove riposa.
Si legge sulla sua tomba:
" LA SUA VITA NEL SACRIFICIO, NELLA VIOLENZA DELLA GUERRA E NEL DOLORE DEL LAGER
DI ZEITHAIN IN GERMANIA, ISPIRI NEI GIOVANI DELLE FUTURE GENERAZIONI SENTIMENTI
DI PACE E IDEALI DI GIUSTIZIA.”
Guglionesi 31 ottobre 2015-10-31
Il Sindaco (Bartolomeo Antonacci)