27/8/2015 ● Cultura
Sono le piccole istituzioni culturali “che innervano la Penisola”. Il Museo territoriale
<<Tutti parlano dei venti supermusei – annota Tomaso Montanari
(Repubblica 26 agosto) – … D’accordo: gli Uffizi, Breda, la Galleria Borghese
o l’Archeologico di Napoli sono la punta di diamante del nostro patrimonio
artistico… Sono gli organi pregiati di un corpo le cui cellule sono le infinite,
piccole istituzioni culturali che innervano la Penisola.>>. Il professor
Montanari segnala alcune di queste piccole istituzioni culturali. <<Nel
comune Ferrarese di Bondeno, è stato il terremoto a favorire un’esperienza
unica. A Pilastri è venuto alla luce un villaggio dell’età del Bronzo (una
cosiddetta terramara), e si è iniziato uno scavo originalissimo: perché è aperto
a tutti, raccontato passo passo sui social e su You Tube, visitato assiduamente
da scolaresche che partecipano ai laboratori… In Molise, invece, è stato un
accordo tra ministero per i Beni culturali, Regione, Università e Cnr a far
sorgere un’associazione di giovani laureati in archeologia e storia dell’arte
capaci di “valorizzare” (ma nel senso autentico di “far conoscere”) luoghi come
lo spettacolare Museo del Paleolitico di Isernia.. o la struggente area
archeologica di Sepino. Me.Mo Cantieri Culturali non dipende da contributi
pubblici, ma si è messa sul mercato partecipando a concorsi regionali, nazionali
o europei per il finanziamento dei propri progetti: una sorta di impresa
popolare della conoscenza, che crea lavoro educando al patrimonio in modo
innovativo (…)>>. Se vogliamo che i nostri musei siano laboratori di futuro,
conclude Montanari, la loro importanza si deve misurare “sulla vitalità della
comunità che ci lavora” e funzionano “perché sono pieni di giovani
ricercatori entusiasti”.
A titolo informativo segnalo che Me.Mo Cantieri Culturali ha organizzato nei
giorni di 21 e 28 luglio c.a., per i turisti che hanno soggiornato sulla costa,
un tour guidato alla scoperta dei siti storico/archeologici del basso Molise:
Larino e Civitacampomarano.
D’accordo con Luigi Sorella: anche nel nostro contesto civico occorre <<sostenere
le valenze educative che riservano soprattutto i ‘musei archeologici’ in Italia,
storicamente e "tradizionalmente legati ai beni di provenienza territoriale">>.
Personalmente colgo l’occasione per farmi nuovamente interprete della necessità
di nuove auspicabili ricerche sulla antica città madre “Uscosium”.
L’archeologia di scavo, al riguardo, diventa fondamentale. Tra i luoghi della
Cultura nei quali la predetta Associazione (Me.Mo Cantieri Culturali) è
stabilmente attiva c’è anche la seguente: Parco archeologico Anfiteatro romano –
Villa Zappone a Larino. A richiesta è possibile svolgere consulenze ed attività
inerenti indagini preliminari nell’ambito della ricerca archeologica. Insomma:
il ritrovamento di testimonianze archeologiche significative arricchirà il
patrimonio culturale di Guglionesi, riportando alla luce una bella pagina di
storia della città.
Guglionesi può e deve scommettere sulla valorizzazione della sua storia, sia per
le scoperte archeologiche conseguite fin qui, sia per eventuali nuovi reperti.
Una mappatura dei luoghi, colti nella loro evoluzione, potrebbero portare a
nuove scoperte. Naturalmente - è bene ribadire - i beni di provenienza
territoriale devono far parte del nostro Museo che deve diventare una struttura
avanzata e laboratorio di futuro.