24/8/2015 ● Cultura
La morte di un bambino per soffocamento è una sconfitta della società
La morte di un bambino per soffocamento viene accolta con grande
disperazione, non solo dai familiari, ma anche dai tanti che hanno assistito
alla sorte drammatica del bambino.
La morte avviene, il più delle volte, in luogo familiare come la casa, la
scuola, il ristorante, luoghi che appaiono da sempre sicuri ed è come se
segnalasse una vulnerabilità impossibile da prevenire.
Eppure non è così, perché le morti dei bambini per soffocamento, ben cinquanta
l’ anno, seconda causa di morte tra i bambini da 0 e 4 anni, non sono mai frutto
del caso, né solo della disattenzione dei genitori che si affannano a
controllare la dimensione di ogni giocattolo o oggetto nei paraggi.
Molto spesso sono invece il risultato di una società che non insegna a
prevenire, preparando i genitori ai possibili pericoli e spiegando loro come
evitarli con investimenti di risorse che sarebbero assai limitati.
Viviamo, purtroppo, in una società che poco importa della salute dei piccoli, ma
invece ossessivamente strumentalizzata dalle pubblicità di prodotti infantili.
Se non fosse così non si capirebbe perché la formazione sul tema della
disostruzione delle vie aeree, un corso di formazione di mezza giornata, non
venga reso obbligatorio per tutti gli educatori di asilo nido e di scuola dell’
infanzia, mentre ancora oggi è a discrezione delle scuole e perché, anche questi
semplici gesti che salvano la vita e la cui non conoscenza causa la morte dei
bambini, non vengano resi obbligatori.
Molte volte i genitori fanno ciò che mai dovrebbe essere fatto in questi casi,
tentare di prendere il cibo dalla gola con il risultato di spingerlo ancora più
giù perché nessuno ha insegnato le manovre ai neogenitori.
Nel nostro paese purtroppo manca quel ponte che altri paesi meno miopi mai si
sognerebbero di trascurare , tra la nascita di un bambino in ospedale e la
prosecuzione della sua vita a casa dove viene cresciuto dai genitori che nessuno
forma e che sono del tutto inconsapevoli dei pericoli esistenti oltre che non
capaci a gestirli, perché nessuno ha mai spiegato loro come crescere in
sicurezza un bambino piccolissimo.
Quando succede un evento traumatico di questo genere, normalmente i presenti si
comportano solamente come spettatori e testimoni allertando il servizio di
emergenza 118 e guidati anche dai mezzi di comunicazione scaricano la
responsabilità sull’arrivo in ritardo dei mezzi di soccorso.
Quando tutti sanno che i soccorsi del 118 mediamente arrivano in 10 – 12 minuti
che è un tempo troppo lungo per salvare una vita.
La popolazione deve essere informata che le manovre salvavita sono
indispensabili e che se effettuate con professionalità ed immediatamente salvano
la vita del bambino.
Questa purtroppo è la vera causa della perdita di giovani vite perché nella
società non è diffusa la cultura del primo soccorso.
La cosa sicura è che le scene si consumano davanti agli occhi atterriti di
tanti.
Non è frutto del caso e della contingenza ma è la conseguenza diretta della
noncuranza verso la vita, specie dei bambini, praticata sistematicamente da
istituzioni insensibili.
Altrimenti non si capisce perché non si possano spendere un pò di soldi in
quella prevenzione che facilmente può evitare lutti così dolorosi sia per la
famiglia colpita, sia in maniera diversa per l’intera collettività.
L'Associazione di Volontariato e Protezione Civile ONLUS S.ANTONIO prosegue la
mission della divulgazione delle manovre di disostruzione con il proprio
personale qualificato e certificato Salvamento Academy. Non è accettabile che un
bambino possa perdere la vita perché chi gli sta vicino non conosce due semplici
manovre.