30/6/2015 ● Cultura
Verso l’uguaglianza sostanziale
Scrive Tomaso Montanari: “In Italia i musei sono al servizio della
sovranità del popolo, dell’uguaglianza sostanziale. Al servizio
dell’integrazione e della dignità di tutti” [Istruzioni per l’uso del
futuro. Il patrimonio culturale e la democrazia che verrà]. Appunto, la
dignità di tutti. “Un luogo dove i bambini possono crescere, gli adulti
rimanere umani, gli anziani godersi la libertà”. E ancora: “Il cuore vero
del museo è la ricerca. Un museo che non fa ricerca è un deposito di roba
vecchia. Il fine non è la tutela: la tutela è uno strumento per la conoscenza”.
Innegabile, persino prevedibile (valutando, con onestà intellettuale, le varie
esperienze civiche), che in ogni realtà si possa vivere distratti all’ombra di un certo
modo di (non?) fare cultura per la ricerca umana, di (non?) fare "bene comune" con
particolare attenzione alla tutela della conoscenza.
Eppure, qui a Guglionesi ci siamo sentiti tutti orgogliosi di Michele Greco ad
Expo 2015 “Il tesoro d’Italia”, orgogliosi di un liceo che nell’art. 9 della Costituzione italiana [“La Repubblica promuove lo sviluppo
della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il
patrimonio storico e artistico della Nazione”] propone cultura come “Cittadinanza
attiva per superare la crisi attraverso la cultura e il patrimonio storico
artistico”… con studenti premiati a livello nazionale, nella Camera dei
Deputati della Repubblica Italiana, per il coraggio di "fare" cultura, non solo come patrimonio
di identità.
Allora, anche qui a Guglionesi occorre (ri)pensare alla valenza, per esempio, di un museo
territoriale come studio della conoscenza umana, perché “al centro di ogni
museo c’è l’uomo, nel suo contesto. […] Studio vuol dire amore, educazione vuol
dire tirar fuori l’umanità che è chiusa nell’uomo […]”, come scrive ancora il
prof. Montanari.
Chi chiude, avvilisce o svuota un luogo, un evento, un progetto, un'identità, un'idea stessa
di cultura tenta (inconsapevolmente?) di sottrarre sovranità al popolo,
determina (inevitabilmente?) disuguaglianza sostanziale. Spegne, cioè, la dignità e l'umanità
di tutti, putroppo anche delle
generazioni future.
Nella ricerca dei valori condivisibili, per ogni formula di tutela culturale forse
occorre focalizzare un concreto “Manifesto della cultura”, in grado di orientare
il senso del bene collettivo nell'essere "comunità".