27/5/2015 ● Cultura
"Possibile", la nuova formazione politica di Civati
Sull’onda della vittoria di ‘Podemos’ in Spagna, Pippo Civati si accinge a
fondare una nuova formazione politica per “Il Governo del Paese”. Un “soggetto
politico nuovo – ha dichiarato - e fortemente innovativo, orizzontale
come una rete e dinamico come un movimento, che non è la trasposizione di
modelli stranieri ma sfida i vecchi partiti italiani sul campo della
rappresentanza e della partecipazione… e proverà a raccontare ai tanti italiani
delusi che non è vero, come ci hanno detto in questi anni, che non ci sono
alternative, ma che al contrario un’alternativa è ‘Possibile’“.
Personalmente, già in un mio articolo precedente (20 gennaio) auspicavo un
soggetto politico nuovo con diversi componenti tra cui Civati, SEL, ex grillini
iscritti al gruppo misto ed altri esponenti della minoranza del partito
democratico. Pippo Civati ha altresì reso noto: <<Pronti a seguirmi nomi
grossi del PD : forse anche Bersani>>. SEL <<è un interlocutore naturale.
Ma ci sono anche gli ambientalisti, che devono ritrovare una rappresentanza. E
soprattutto ci sono i cittadini>>.
Dietro al successo dei militanti di ‘Podemos’ ci sono idee di sinistra: chi li
paragona ai Cinquestelle sbaglia. ‘Podemos’ ha rinunciato al classico partito
verticistico ed ha optato per un partito orizzontale e di partecipazione.
Diversamente dai 5 Stelle non ha esorcizzato il partito ma ne ha voluto creare
uno nuovo. Come ha spiegato Iglesias, il problema delle nostre democrazie non
sta nel fatto che esse si reggono sui partiti, ma che gli esistenti partiti non
hanno più credibilità. Il PD di Renzi appare come un agglomerato ‘indistinto’.
Occorre una sinistra che tenga la bussola orientata verso il benessere dei molti
e non dei pochi (e farlo senza buttare alle ortiche i diritti). Insomma, non va
dissociato il lavoro dai diritti (diritti sociali ma anche di libertà dal
dominio) “che il potere economico diseguale rende fatale” (Nadia
Urbinati, docente alla Columbia University). Ha scritto Norberto Bobbio: <<Il
valore ideale in base al quale ho contraddistinto la sinistra rispetto alla
destra è quello dell’uguaglianza. Ciò che ha contraddistinto la sinistra in
tutte le forme storiche che essa ha assunto negli ultimi secoli è ciò che io
sono solito definire “ethos” (che è anche “pathos”) dell’uguaglianza. (…) Se per
sinistra si intende ancora il movimento storico che lotta per un mondo “più equo
e vivibile”, la strada che le è innanzi aperta è ancora molto lunga, purchè si
allarghino i nostri orizzonti al di là dei confini dei nostri paesi, come è
giusto fare nell’età della, ora esaltata ora deprecata, globalizzazione. Oso
dire, se pure provocatoriamente, che per quel che riguarda il futuro della
sinistra, l’umanità non è giunta affatto alla “fine della storia”, ma è forse
soltanto al principio>>.
Per concludere, all’offensiva neoliberista occorre reagire elaborando una
cultura politica all’altezza delle sfide da affrontare e tenendo ben presente
che è necessario coordinare le proprie forze a livello internazionale. Certo,
come ha sottolineato Massimo Salvadori, è ancor sempre in Europa una forza
elettorale di sinistra tutt’altro che trascurabile. E’ lì che bisogna serrare le
fila. “Vedremo se la sinistra saprà ridarsi una cultura, un programma, una
nuova organizzazione…”. La sinistra renziana ritiene che il liberismo è
nelle cose ed è questo un lascito dal quale non si può prescindere. Insomma, la
solidarietà giunge quando gli individui cadono (vedasi articolo su Fuoriportaweb
"Due modi
di leggere la società: la distinzione destra/sinistra. Renzi rilegge Bobbio").