6/5/2015 ● Agricoltura
Addio alla sovranità alimentare. OGM per tutti.
In modo silente è passato, pochi giorni fa, a firma dell'ineffabile Jean
Claude Juncker, avvocato lussemburghese, presidente della Commissione Europea
dal 1° novembre 2014, noto amico dei piccoli contribuenti e feroce avversario
delle grandi multinazionali che tentano di eludere il fisco, l'autorizzazione
all'introduzione in tutta l' Unione Europea di 19 OGM (organismi geneticamente
modificati) senza attendere il parere del Parlamento e del Consiglio Europeo.
L'autorizzazione vale 10 anni su tutto il territorio europeo e include gli Stati
che si erano opposti.
La lista degli OGM autorizzati da Juncker sono: 17 per l'alimentazione umana ed
animale e 2 riguardano specie di garofani.
11 brevetti (soia, mais, colza e cotone) sono della multinazionale americana
Monsanto, gli altri 8 sono delle multinazionali tedesche BASF e Bayer e della
statunitense Dupont.
Tutto ciò indica un'attenzione particolare delle Istituzioni europee per gli
interessi delle multinazionali a danno della biodiversità, della salute umana e
quindi della libera scelta.
E' da ricordare infatti che sementi non inserite nel Catalogo Ufficiale Europeo
sono vietate alla commercializzazione, i cui criteri privilegiano le sementi
industriali ed escludono quelle tradizionali, autoctone, che non siano iscritte
(sentenza della Corte di Giustizia Europea del 12 luglio 2012).
Considerando che per registrare un nuovo semente richiede all'incirca 12-15 anni
di lavoro e costare fino ad 1.000.000 di euro, è semplice capire che parliamo di
capitali di cui può disporre solo una grande azienda e non un piccolo
agricoltore.
Questa sentenza ha ribaltato la posizione dell'Avvocatura Generale della stessa
Corte Europea che ribadiva:" ..il divieto di commercializzazione di sementi...è
non valido in quanto viola i principi di proporzionalità e di libera impresa
secondo l'art. 16 della Carta dei Diritti fondamentali dell'Unione Europea, la
libera circolazione delle merci secondo l'art. 34 TFUE (Trattamento sul
Funzionamento dell'Unione Europea), così come il principio di uguaglianza di
trattamento secondo l'art. 20 della detta carta".
Dunque la Corte Europea assume una posizione opposta al parere dell'Avvocatura e
vieta le sementi tradizionali.
Il presidente Juncker con questa decisione presa di propria iniziativa non fa
che autorizzare gli OGM su tutto il territorio europeo.
I singoli Stati potrebbero, teoricamente per salvare le apparenze, vietare gli
OGM sul proprio territorio ma solo se accettano la riforma proposta dalla stessa
Commissione Juncker, che rende più semplice l'importazione di OGM in Europa e al
medesimo tempo permette ai singoli Stati di vietarli.
Un vietare che dovrebbe essere però motivato in base ad una pericolosità per la
salute e per l'ambiente, rovesciando così l'onere della prova sugli Stati
(anticipazione del TTIP,
del Transatlantic Trade and Investment Partnership, o meglio Partenariato
transatlantico per il commercio e gli investimenti?).
Dato che le multinazionali hanno tempi lunghi e costi elevati per dimostrare che
gli OGM sono "innocui", saranno gli Stati ricorrenti a dover dimostrare che sono
nocivi, in barba al principio di cautela che dovrebbe regolare le questioni
attinenti la salute e l'ambiente.
In modo conciso, la nostra stessa sovranità alimentare è messa in pericolo
dall'Unione Europea nonostante una schiacciante maggioranza (61%) di cittadini
europei sia contraria agli alimenti geneticamente modificati.
In conclusione, l'agire della Commissione Europea, oscura, autoritaria e
antidemocratica, in barba all'opinione dei propri cittadini, beffa quest'ultimi
e s'inchina mostrando attenzione agli interessi delle lobby multinazionali,
industriali o economiche che siano.
Lo stesso nostro governo è totalmente supino alle imposizioni europee, se non
promotore attivo delle strategie delle lobby ( Il Presidente del Consiglio Renzi:
"il TTIP ha l'appoggio totale ed incondizionato del governo italiano").
Una considerazione: persa la sovranità monetaria l'Unione Europea ci farà
perdere anche la sovranità alimentare.
Termino con una frase di Gianni Rodari: "Vorrei che tutti leggessero, non per
diventare letterati o poeti, ma perché nessuno sia più schiavo".