24/4/2015 ● Cultura
Socializzazione possibile del contributo dato alla cultura “alta” dai giovani guglionesani
Sono circa quattrocento attualmente i giovano guglionesani impegnati nei vari indirizzi di studi universitari; dispersi a grappolo in molte città universitarie delle provincie italiane , soprattutto Centro-settentrionali , con una netta flessione, rispetto al passato delle sedi meridionali di Napoli e Bari . I giovani universitari, com’è d’obbligo, a conclusione del Terzo ciclo di studi si devono impegnare nella ricerca di materiali ( esperimenti, documenti, indagini socio-archeo-storiche sul campo … per la redazione di una tesi di ricerca ( o, compilativa) avente per oggetto un tema ( tesi) assegnato dal relatore durante il Corso di studi intrapreso dallo studente. Probabilmente, per la prima volta gli studenti ( nei cicli formativi precedenti l’Università, al più ,erano impegnati nello svolgere i temi correnti assegnati dai maestri, dai professori ) sono alle prese con la scrittura “scientifica” di un testo lungo, che alla cura dell’espressione deve associare il rigore della ricerca, in conformità con gli standard metodologici in uso nelle Università frequentate . Gli universitari , a conclusione degli studi, pertanto sono tenuti ad applicarsi nello sviluppo di temi a carattere ingegneristico, scientifico- naturalistico, medico , umanistico , collegati in genere alla cultura “alta “ in quel momento oggetto di ricerca o approfondimento critico nel Dipartimento universitario di appartenenza. Non di rado , soprattutto nelle discipline umanistiche, la tesi di laurea verte su ambiti di ricerca territoriali aventi per oggetto di studio alcune specifiche caratteristiche del luogo di provenienza dello studente ( sono state svolte tesi sull’industrializzazione nel Basso Molise , a carattere storico-artistico, ambientale …) anche se,’è consuetudine , che la maggior parte dei lavori affronti tematiche strettamente tecnico-scientifico , talvolta ostiche anche ai più disponibili lettori- ascoltatori ; ma tant’è : ”s’ ha da fare “ . E, avendo tali lavori duramente impegnato gli studenti ricercatori-compilatori alla stesura della “tesi” ( presentata e discussa il giorno della laurea davanti alla (ancora austera) Commissione d’esame e alla variegata platea di genitori, parenti, amici … nel corso di una sontuosa cerimonia , a conclusione del percorso universitario che “ in nome della legge” certifica con un voto la qualità del “prodotto culturale “ esaminato ), sarebbe per noi compaesani , oltre che motivo di comune orgoglio, un privilegio essere informati su quanto nelle città universitarie , da immigrati temporanei o permanenti , i giovani universitari sono riusciti ad acquisire . E, sarebbe , altresì, di qualche interesse (credo) veder riproposta in ambito locale la stessa discussione , magari riadattata e semplificata affinché il tema trattato possa essere più facilmente socializzato ed esteso ad un pubblico più vasto . Socializzare, e quindi estendere ad un pubblico locale ristretto o allargato (dipende dal cosa fai per la cultura!) un lavoro già validato non penso possa mettere a disagio il neodottore che già ha avuto modo di esporlo il giorno della laurea ,in una occasione certamente maggiormente carica di stress . Tale fattibile proposta , a costo zero per quanti : Amministrazione, associazioni … volessero farla propria al fine di metterla in cantiere , consentirebbe, intanto, di gettare uno sguardo interessato sui più svariati ambiti di ricerca prospettati nelle diverse università frequentate di recente dai giovani guglionesani e, indubbiamente , avrebbe anche il merito aggiuntivo di “toccare con mano “, quanta strada , nel difficile cammino verso l’acquisizione di una cultura settoriale, hanno percorso in modo autonomo i giovani universitari nella loro formazione di Terzo grado rispetto all’iniziale alfabetizzazione dell’ insegnamento primario che impegna , nella quasi totalità alle “Elementari”un corpo docente locale , quindi : “ guglionesani formanti discenti guglionesani “; un’’istruzione dell’Obbligo che prosegue con relativa continuità con il contributo formativo (all’incirca il 50%) di professori autoctoni alla Scuola media di primo grado , e che ,in verticale, per coloro che a conclusione del ciclo dell’obbligo hanno scelto il liceo di Scienze umanistiche , proseguono la loro istruzione superiore, vengono formati da quel 30% di docenti guglionesani attualmente in forze all’ex Magistrale . La “provincializzazione” formativa dei giovani guglionesani , pertanto , giocoforza , ha inizio proprio con l’accesso agli studi universitari sia per gli studenti che hanno concluso il loro percorso formativo pre-universitario per intero nel Comune di residenza , sia per coloro, i più, che la S.M Secondaria l’hanno maturata nei centri che ospitano SMS di secondo grado del territorio limitrofo . Dei risultati ultimi di questo lungo e faticoso impegno formativo gradiremmo un ( forse ,dovuto?!) ritorno culturale e professionale da partecipare anche nel territorio di nascita degli studenti sia per quanto riguarda le possibili ricadute il termini occupazionali locali ( una credibile limitata possibilità legata al naturale avvicendamento nel mantenimento delle professioni che sostengono la struttura dei servizi nel sociale più vasto del nostro paese ) sia per quanto attiene ad un contributo genericamente culturale di cui potrebbe beneficiare la comunità guglionesana . Non per ultimo, tale iniziativa culturale , potrebbe servire a ricucire l’attuale scollamento che sempre più si avverte tra giovani universitari e paese reale ( jn controcorrente rispetto al post ’68 : un periodo della nostra storia recente in cui l’osmosi tra studenti universitari e paese era di qualche influenza e di stimolo concreto al cambiamento anche per l’allora irrigidita, manichea politica locale ) potrebbe trovare una parziale ricomposizione . Di proposito utilizzo il termine” parziale” consapevole dei mutamenti per certi versi epocali che ad oggi sono intervenuti sia nella comunicazione che nella riorganizzazione delle istituzioni (Stato, Economia privata e Pubblica , Sindacato, Partiti...) , anche perché il trend attuale circa il destino del giovani laureati italiani non è affatto confortante . Tenendo conto dei dati Istat e di Union-Camere sono stati infatti 82.000 i connazionali che nel 2013 hanno deciso di emigrare , facendo registrare un incremento del 20,7% rispetto al 2012; è il numero più alto degli ultimi 10 anni . Chi fa i bagagli sceglie i paesi dell’Europa occidentale che ne accoglie all’incirca la metà ; il 31% di chi emigra è laureato . I laureati in forza all’estero , riportando solo i paesi di maggiore accoglienza, vedono il Regno Unito al primo posto : ospita 3300 unità ; segue la Svizzera con 2400 unità ; la Germania con 2000 ; la Francia con 1600 unità ,e oltreoceano, gli USA ,con 1400 giovani laureati . Prima che definitivamente una parte rilevante dei giovani laureati s’incammini per le strade del mondo, perché da noi non trovano risposte occupazionali, gradiremmo incontrarli e se possibile essere partecipi della loro cultura ; possibilmente sostenuti in questo proposito dalle Istituzioni, associazioni o altri enti collaterali che vogliano far propria l’dea che la cultura “ alta “ dei nostri studenti forse non è stata ricercata e vissuta per ammuffire negli archivi universitari , ma, risvegliata , può dare nuova linfa ad una comunità che è più propensa a rimuginare sul passato prossimo o remoto che a cogliere quanto realmente di nuovo la sua punta più avanzata in fatto di cultura globalizzata sta portando avanti altrove . La Sala della Casa del Fanciullo, la biblioteca comunale “C . Gizzi” , la stessa sala Consiliare del Comune rappresentano gli ambienti che meglio potrebbero accogliere una iniziativa ad alto tasso di cultura settoriale, prodotta dai nostri giovani concittadini.
Arcangelo Pretore, 24 Aprile 2015