24/4/2015 ● Eventi
XII Concorso Internazionale “Citta di Pesaro”: condividere sogni è pratica aperta a tutti
I ragazzi sono pronti, dentro le loro eleganti camicie nere che li fanno più
adulti.
Le ragazze sono tutte più belle che mai.
Qualcuno di loro si sposta in continuazione da un gruppetto all’altro.
Una parola, una carezza, un abbraccio, un bacio, per non dar retta a quel
formicolio che si avverte a solleticare nello stomaco.
I violini, disposti in cerchio, si dedicano all’accordatura così come, ma in
formazione sparsa, fanno anche le chitarre.
Sento lick appena accennati di Led zeppelin piuttosto che dei Guns N’Roses ma
tutto fa brodo per scaldarsi le dita.
I clarinetti con la mestra, verificano se sono calanti o crescenti, registrano
le intonazioni ruotando e spostando il gruppo generato di suoni e lo fanno
nell’antibagno per non disturbare le esibizioni delle altre scuole che si stanno
tenendo nalla sala attigua. Io da semplice “intruso”mi limito ad osservarli e
faccio la spola tra i due ambienti contigui.
Quello dove ci sono i ragazzi e quello dove ci sono le audizioni.
Il tavolo intorno a cui è seduta la commissione giudicante si trova alla metà di
questo lungo e grande ambiente ristrutturato, dalle grandi porte a vetro e dalle
capriate in legno.
I giudici sono rivolti al palcoscenico con il pubblico alle spalle.
Ma ecco, tocca “a noi” e mentre defluisce, accompagnata da un applauso,
l’orchestra che si è appena esibita, entrano i nostri.
L’ordine d’ingresso non è casuale ma stabilito dai maestri che preventivamente
avevano già deciso e concordato la disposizione delle varie sezioni.
Un momento di frenetico vuoto, suoni singoli che sembrano a caso, cenni visivi
con l’uomo del mixer e poi, come per magia, tutti seduti ai loro posti, leggii
aperti con le parti, fieri e composti.
Ancora un attimo e poi si alzano di scatto all’arrivo del maestro De Lena che
dopo un breve cenno di saluto verso i giudici si volta e trova l’orchestra in
fremente attesa del suo cenno d’inizio.
La bacchetta volteggia a fendere il silenzio e le prime note sicure e pulite
spazzano via l’aria stantia che regnava in sala. E’ stato come se tutte le porte
e le finestre si fossero spalancate per far entrare aria nuova fresca e
primaverile.
West side story con il refrain di “maria... maria... mariaaa” si impossessa dei
nostri cuori e delle nostre anime e poi è la volta del maestro Cannarsa (da ieri
il Basso pigliatutto) che si muove contenendosi a stento dal trasporto della
musica. Il suo contorcersi composto accentua ancora di più le indicazioni che
detta con la sua bacchetta da direttore ed è allora che guardando verso la
giuria io realizzo che il “Punto di Valore” rischia davvero di vincere.
Sono le tre di pomeriggio e i giurati sono comprensivamente anche stanchi. La
loro funzione li porta ad avere un contegno serioso e controllato, ma sono
musicisti e alla natura non si comanda.
C’è che batte il piede seguendo il ritmo, chi perde il controllo e tamburella
con le dita e chi tradisce il suo divagare musicale muovendo la testa.
Il resto è cronaca e felicità. 1° premio per la sua categoria e 1° premio per il
miglior arrangiamento.
Che giornata, che giornata!
Grazie ragazzi, siete voi la nostra “Bellezza” e un grazie immenso va ai maestri
e professori che tanto di loro stessi investono in questo sogno condiviso che un
pò alla volta diventa sempre più realtà, facendo sparire ogni delusione e
fatica.
Condividere i sogni è una pratica aperta a tutti, in questo caso ai nostri
giovani musicisti, ai maestri e alle famiglie ma ciò non significa che non si
possa allargare il cerchio della condivisione alla città, alla regione, alla
nazione. Ma questo è un’altro discorso, oggi è solo FESTA!!!
E tu Terra molisana, puoi essere fiera di questi tuoi figli che sono si umili,
ma ricchi di sostanza.