30/3/2015 ● Politica
Sanità nel Molise, Frattura: "un servizio efficiente, di qualità e sostenibile"
“Provo a rispondere nel merito delle proposte avanzate dai nostri tre
parlamentari del Pd.
I concetti da loro espressi sono due:
- ottenere una deroga dai parametri del Regolamento Balduzzi
- creare una Azienda ospedaliera universitaria al Cardarelli per salvare il Dea
di II livello a Campobasso e il Dea di I livello a Isernia e Termoli.
Tutto questo per evitare “la morte della sanità pubblica” nella nostra Regione.
La speranza di sopravvivenza risiede solo in una politica sanitaria capace di
guardare non alle etichette, ma alla quantità e alla qualità dei servizi.
La sanità pubblica sopravvivrà se porteremo a termine una rivoluzione del
sistema basata su tre criteri:
1. appropriatezza, cioè fornire ai cittadini prestazioni realmente efficaci
2. qualità nell’erogazione di servizi
3. sostenibilità economica.
La richiesta di deroghe a una applicazione rigida del Decreto Balduzzi è già
nelle proposte di riorganizzazione della rete ospedaliera che stiamo preparando
e riguarda non generiche etichette come Dea di I o II livello, da apporre
all’entrata delle strutture, etichette che non servono a garantire la salute dei
cittadini, ma proposte serie, concrete, tese a garantire, sulla base
dell’analisi dei fabbisogni epidemiologici, i diritti alla salute dei molisani!
Quello che chiediamo e che difenderemo fino in fondo è di tenere attive
specialità sanitarie necessarie a garantire adeguati livelli di qualità
dell’assistenza e che non potremmo permetterci sulla base di una rigida
applicazione del “Regolamento Balduzzi”.
Questa battaglia sarebbe certo più forte se ci fosse una reale unità nelle forze
che sostengono tale proposta invece di assumere posizioni che magari danno
visibilità ai singoli, ma indeboliscono le posizioni del Molise al tavolo delle
trattative con il Governo e le altre Regioni, peraltro poco inclini a
concessioni verso chi ha accumulato negli anni passati un deficit come il
nostro!
Per quanto riguarda la seconda proposta, fermo quanto già detto, visto che la
creazione di una Azienda ospedaliera universitaria prevede il coinvolgimento dei
Ministeri, ritengo che sarebbe opportuno fare una proposta più complessiva che
tenga conto delle necessità sia della risposta ospedaliera che della risposta
territoriale alle cure.
Innanzitutto una premessa fondamentale:
I policlinici universitari sono strutture pubbliche obbligatoriamente
accreditate che devono inevitabilmente essere previste dalla programmazione
regionale. Dopo il D.Lgs 517/99 non è più possibile istituire policlinici
universitari a gestione diretta dell’Università.
Dopo tale data, si possono costituire solo due tipologie di Azienda miste:
1) Aziende ospedaliere costituite in seguito alla trasformazione dei policlinici
universitari a gestione diretta, denominate aziende ospedaliere universitarie
integrate con il Servizio sanitario nazionale;
2) Aziende ospedaliere costituite mediante trasformazione dei presidi
ospedalieri nei quali insiste la prevalenza del corso di laurea in medicina e
chirurgia, anche operanti in strutture di pertinenza dell’Università, denominate
Aziende ospedaliere integrate con l’Università.
Apprezzando la disponibilità espressa dal Rettore dell’Unimol per la creazione
di una Azienda ospedaliera universitaria a diretta gestione universitaria,
questa risulta difficilmente praticabile per tre motivi:
1) non è prevista dalla normativa vigente (art. 2 Dlgs 517/99): l’unica
opportunità ci sarebbe stata se il Molise avesse avuto un Policlinico
universitario con una Facoltà di Medicina già pienamente attiva prima del 1999;
2) non è praticabile alla luce della legge 135/2012 sulla spending review, del
Piano di Rientro a cui è sottoposta la regione Molise, che ci obbliga e vincola
a non incrementare i costi, duplicare servizi, e a razionalizzare l’esistente;
3) perché al sostegno economico-finanziario delle attività svolte dalla Azienda
(art. 2 Dlgs 517/99): concorrono risorse messe a disposizione sia
dall'Università sia dal Fondo sanitario regionale. Regioni e Università
concorrono con propri finanziamenti all'attuazione di programmi di rilevante
interesse per la regione e per l'Università, definiti d'intesa.
Sarebbe entusiasmante ed oggettivamente conveniente ma allo stato attuale poco
concreta, quella di pensare che un nuovo soggetto, l’Azienda ospedaliera
universitaria, possa assicurare tutto il percorso di laurea e post laurea della
Facoltà di Medicina, rilevando, quale sede dell’attività di formazione ricerca
ed assistenza, gli ospedali a gestione diretta regionale, a cui la regione
contribuirebbe con il solo riconoscimento delle prestazioni erogate (drg e
tariffe), cedendo nell’ambito della trasformazione di personalità giuridica
tutti i beni mobili, immobili e personale del SSR.
La possibilità che abbiamo e alla quale stiamo lavorando con l’Università e con
il delegato del Rettore, Prof. Luca Brunese, è quella di una Azienda sanitaria
regionale integrata con l’Università, con la partecipazione alle spese prevista
da un protocollo d’intesa Regione/Università in avanzata fase di definizione.
La proposta complessiva alla quale stiamo lavorando è una riorganizzazione e
razionalizzazione dell’esistente, con un piano di ri-articolazione delle
attività clinico-assistenziali comprese quelle integrate, l’individuazione delle
vocazioni specifiche dei presidi hub e spoke, l’adozione del modello
organizzativo per intensità di cura, l’utilizzo di setting assistenziali
improntati all’appropriatezza e all’efficienza produttiva.
Questo è possibile soltanto rendendo l’ospedale Cardarelli il fulcro, l’hub,
delle reti di emergenza e tempo dipendenti (quelle relative a patologie come il
trauma grave, l’infarto e l’ictus), in cui gli elementi fondamentali per
tutelare la salute dei pazienti sono sia il fattore tempo, sia la possibilità
che il paziente che giunge trovi un equipe con sufficiente esperienza nella
gestione di casi gravi.
I presidi di Isernia e Termoli, pur rappresentando i nodi spoke della rete
ospedaliera, che risponde alla domanda di assistenza per acuti tramite un
modello organizzato in rete in base a livelli di complessità crescente,
svolgeranno comunque il ruolo di struttura operativa deputata all'assistenza dei
soggetti affetti da una patologia a insorgenza acuta e con compromissione
funzionale, nonché di gestione di attività programmabili richiedenti un setting
tecnologicamente e organizzativamente complesse.
L’Azienda territoriale nel suo forte ruolo di committenza così come previsto dal
Dlgs 502/92 e s.i.m.,
ogno di cure in modo integrato tra ospedale e territorio e con una continuità
assistenziale tale da non lasciare nessuno solo di fronte ad una malattia. Il
ruolo e funzione dei distretti sanitari e delle case della salute sarà quello di
costruire e solidificare la rete delle cure territoriali con una risposta
articolata e capillare nei territori alla fragilità e cronicità soprattutto
delle persone anziane e disabili.
Per concludere è utile il massimo del dibattito sul futuro del nostro Ssr, ma è
necessario il dovuto approfondimento, dandoci tutti, l’obiettivo di definire un
tempo per il dibattito ed un tempo per assumere decisioni condivise, su cui
condurre una battaglia comune che veda insieme tutte le forze democratiche della
regione unite nel difendere il nostro Servizio sanitario regionale, sapendo che
non possiamo permetterci, pena la perdita di ulteriore credibilità e
affidabilità, di fare fughe in avanti a scapito delle risorse pubbliche oggi già
molto esigue, né tantomeno illudere i molti, che nella partita della Sanità
molisana si può “vincere facile” e con proposte irrealizzabili sotto il profilo
economico-finanziario.
La sanità pubblica non è gratis, è un diritto che va garantito utilizzando le
risorse (poche) a disposizione con criteri di responsabilità, appropriatezza e
rigore di contenuto, metodologico ed etico”.
È quanto afferma e spiega il presidente della Regione Molise, Paolo di Laura
Frattura.