9/3/2015 ● Cultura
Il maltempo non ha risparmiato “I cipressi che a Bolgheri alti e schietti…”
L’ondata di maltempo di questi giorni, con vento, pioggia, smottamenti e
nevicate a bassa quota, ha interessato molte regioni italiane. In Toscana il
vento non ha risparmiato gli alberi del viale di Bolgheri, reso celebre dal
poeta Giosuè Carducci (‘Davanti a San Guido’).
“I cipressi che a Bolgheri alti e schietti van da San Guido in duplice filar,
Quasi in corsa giganti giovinetti Mi balzarono incontro e mi guardar. Mi
riconobbero, e – Ben torni omai – Bisbigliaron vèr ‘me co ‘il capo chino- Perché
non scendi? Perché non ristai? Fresca è la sera e a te noto il cammino…”.
Su ‘La Repubblica’ del 6 Marzo Tomaso Montanari ha commentato: “ I cipressi di
Carducci a Bolgheri, i pini di d’Annunzio alla Versiliana di Forte dei Marmi ..
sembra che la terribile tramontana che da ieri notte batte la Toscana si sia
incaricata di ricordarci nel modo più rude che da noi è impossibile tracciare
una linea netta che separi la storia dalla natura, il paesaggio dalla
letteratura e dall’arte. Questo intreccio, questa comunione, rappresentano forse
il nucleo più originale della nostra identità nazionale; è per questo che
l’Articolo 9 della Costituzione impone alla Repubblica di tutelare il paesaggio
e il patrimonio artistico della Nazione. I cipressi che ornano, alti e schietti
il viale voluto dai conti Della Gherardesca per collegare la via Aurelia al
piccolo borgo di Bolgheri – e che da ieri sono dieci in meno – non ci sarebbero
così cari se il giovane Carducci non li avesse presi indolentemente a sassate, e
se poi, fatto maturo e poeta, non avesse immaginato che quegli stessi cipressi
gli parlassero”. Montanari aggiunge che in Italia “sono migliaia gli alberi
abbattuti negli ultimi mesi: nel quasi completo disinteresse generale. E proprio
nella regione di Bolgheri e della Versiliana è in corso una battaglia durissima
per l’approvazione del Piano paesaggistico… per una serie di emendamenti
incrociati di maggioranza e opposizione, unite dalla pessima idea che il
paesaggio debba venire solo dopo le rendite di posizione delle lobby di
sfruttamento selvaggio del territorio: e non è affatto detto che alla fine il
Piano riesca a nascere”. “Insomma – conclude il giornalista – siamo pronti a
commuoverci se è il vento a violentare quel paesaggio che noi stessi siamo
prontissimi a barattare per un reddito immediato”.
Dunque, l’unica vera divinità dominante è il profitto? Tutti avvertono che il
clima è impazzito e che non è più come era, poniamo, sino a cinquanta/sessanta
anni fa. “La politica ecologica dei nostri governi – tutti, sinistra e destra –
è stata e a tutt’oggi resta, la politica dello struzzo. I nostri governanti, da
sempre, si rifiutano di vedere e di affrontare il problema. E così lo aggravano
(Giovanni Sartori).
Il paesaggio è (e resta) un insieme di valori, di storie, di emozioni radicate
storicamente nei luoghi. Difendiamolo e valorizziamolo nell’ambito di una logica
di sviluppo eco-sostenibile.