13/1/2015 ● Cultura
Il "diritto alla Vita" come condivisione umana dello "spirito di fratellanza"
Il 10 dicembre 1948, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite approvò
e proclamò la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani: “Tutti gli
esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di
ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di
fratellanza.”
L’indipendenza americana si introduce con il diritto alla “ricerca della
Felicità” di ogni uomo (Dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti
d'America) “ (…) che tutti gli uomini sono stati creati uguali, che essi
sono dotati dal loro Creatore di alcuni Diritti inalienabili, che fra questi
sono la Vita, la Libertà e la ricerca delle Felicità; che allo scopo di
garantire questi diritti, sono creati fra gli uomini i Governi, i quali derivano
i loro giusti poteri dal consenso dei governati; che ogni qual volta una
qualsiasi forma di Governo, tende a negare tali fini, è Diritto del Popolo
modificarlo o distruggerlo, e creare un nuovo governo, che ponga le sue
fondamenta su tali principi e organizzi i suoi poteri nella forma che al popolo
sembri più probabile possa apportare Sicurezza e Felicità (…)”.
Il principio è insegnato a scuola.
La Costituzione italiana (art. 1) sostiene che l’Italia è “una Repubblica
democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la
esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.” L’educazione civica è
trattata a scuola.
La Costituzione europea è una sintesi di revisione dei trattati fondativi
dell'Unione Europea.
Leggendo ogni formula di convivenza civica (Diritti umani, Costituzioni, etc.),
c’è il “diritto alla Vita”, ovvio principio tra i credenti e non credenti nel
"Diritto del Popolo", come condivisione umana dello “spirito di fratellanza”
tra le varie culture.