27/9/2014 ● Eventi
Il bene comune della famiglia
Lo scorso 24 settembre il Consiglio episcopale permanente ha diffuso un
messaggio sull’importanza della famiglia e del lavoro.
Il testo apre con un ringraziamento a tutte quelle coppie che hanno scelto la
via del matrimonio. Proprio per questo, nel contesto odierno i vescovi
sottolineano che “Questa disponibilità di fondo ci spinge ad alzare la voce a
tutela e promozione della famiglia e a rilanciare la disponibilità a spenderci
con tutte le nostre forze a servizio del nostro popolo. Sappiamo di non essere
soli in questo cammino, ma di incrociare l’intelligenza e la generosa volontà di
quanti – pur partendo a volte da presupposti culturali diversi – avvertono il
peso della posta in gioco”.
Infine si mette in evidenza “La convinzione che alla stabilità della famiglia
è legata la stessa qualità della condizione umana”.
Di seguito e in allegato l’intero testo.
Nell’imminenza dell’appuntamento sinodale – che fin dalla vigilia, la sera
del 4 ottobre, ci vedrà in preghiera con il Santo Padre – intendiamo dar voce a
una realtà che ha attraversato puntualmente i lavori del Consiglio Episcopale
Permanente. È la famiglia, comunione di vita che un uomo e una donna fondano sul
vincolo pubblico del matrimonio, aperta all’accoglienza della vita. Per noi
cristiani assume la dignità di sacramento; per essa non ci stanchiamo di
investire persone ed energie.
Nel prendere la parola vogliamo farlo con l’indispensabile chiarezza e serenità,
pur nella preoccupazione che circonda questo fronte decisivo dell’esperienza
umana.
Parliamo perché ci sta a cuore l’uomo e la società, convinti come siamo che la
famiglia è un bene di ciascuno e di tutti, del Paese nel suo insieme.
Parliamo, innanzitutto, per esprimere gratitudine a quanti quotidianamente – e
spesso in mezzo a sfide e difficoltà indicibili – testimoniano la libertà e la
dignità che scaturiscono da quell’intima comunità di vita e d’amore che è il
matrimonio.
Grazie, dunque, a ogni uomo e a ogni donna che, anche in questo tempo complesso,
abbracciano con fiducia un progetto di vita coniugale e costruiscono una
famiglia aperta alla generazione e, quindi, al domani.
Grazie per l’investimento educativo con cui mamme e papà sfidano, con la fionda
di Davide, una cultura che produce a buon mercato banalità e omologazione,
appartenenza debole e disaffezione al bene comune.
Grazie per la dignità e la pazienza ostinata con cui affrontano la grave e
perdurante crisi: quanti genitori resistono in prima fila, provati dalla
mancanza di lavoro, dal problema della casa, dai costi legati alle proprie
scelte educative. La famiglia si conferma il presidio della tenuta non solo
affettiva ed emotiva delle persone, ma anche di quella sociale ed economica.
La stima e la riconoscenza per la famiglia ci impongono di fare anche un passo
successivo.
Ci portano a riaffermare con Papa Francesco che “questo primo e principale
costruttore della società e di un’economia a misura d’uomo merita di essere
fattivamente sostenuto”.
Non lo fa chi, al di là delle promesse, si rivela sordo sia nel promuovere
interventi fiscali di sostegno alla famiglia sia nel realizzare una politica
globale di armonizzazione tra le esigenze del lavoro e quelle della vita
familiare, a partire dal rispetto per la domenica.
E non lo fa neppure chi non esita a dare via preferenziale a richieste come il
riconoscimento delle cosiddette unioni di fatto o, addirittura, l’accesso al
matrimonio per coppie formate da persone dello stesso sesso. Del resto, che
aspettarsi per la famiglia se la preoccupazione principale rimane quella di
abbreviare il più possibile i tempi del divorzio, enfatizzando così una
concezione privatistica del matrimonio?
Quanti sono in buona fede sanno che la nostra posizione parte dalla conoscenza
della complessità di questo tempo e non se ne scandalizza. Soprattutto, non
chiude la porta ad alcuno: lo stile e la prassi di cordiale e totale accoglienza
espressa dalle nostre parrocchie, ne è la prova più immediata.
Questa disponibilità di fondo ci spinge ad alzare la voce a tutela e promozione
della famiglia e a rilanciare la disponibilità a spenderci con tutte le nostre
forze a servizio del nostro popolo. Sappiamo di non essere soli in questo
cammino, ma di incrociare l’intelligenza e la generosa volontà di quanti – pur
partendo a volte da presupposti culturali diversi – avvertono il peso della
posta in gioco. Insieme condividiamo la convinzione che alla stabilità della
famiglia è legata la stessa qualità della condizione umana: per questo non ci
stanchiamo di impegnarci contro ogni attentato alla vita, alla libertà
educativa, al diritto all’istruzione e al lavoro, autentiche condizioni di
giustizia e di pace.
Il Consiglio Episcopale Permanente