15/9/2014 ● Eventi
"Rallegrati: il Signore è con te!", svolto il convegno diocesano per nuovo anno pastorale
Anche per l’anno pastorale 2014-2015 i delegati parrocchiali della Diocesi di Termoli Larino si sono ritrovati presso la sala parrocchiale “Giovanni Paolo II” presso Difesa Grande in Termoli per celebrare il Convegno di inizio anno pastorale il cui tema è “Rallegrati, il Signore è con te”. Relatrice la prof. Rosalba Manes, membro dell’Ordo Virginum e biblista, che ha accompagnato i presenti alla riflessione sull’incontro tra il diacono Filippo e l’eunuco (At 8,26-40). Di seguito riportiamo alcuni spunti. “C’è un desiderio che coincide tra l’eunuco e Filippo, un desiderio umano che coincide anche con quello dello Spirito. Vi è una dimensione del “perdere tempo”, dello “sprecare” iltempo per l’altro, così come Gesù ha fatto con i suoi discepoli. È un forte richiamo anche per la nostra vita, perché siamo abituati a “magie pastorali” al fine di ottenere da subito grandi risultati con poca fatica. L’eunuco chiede delucidazioni su un “canto” del Servo del Signore, riportato nel testo di Isaia. Il servo è una persona cui viene negato anche il giudizio. La sua umiliazione è totale. L’eunuco pone una domanda seria, profonda, non gli interessa sapere che traduzione è; gli occorre invece conoscere di quale persona si tratti. Filippo rilegge questo passo in chiave cristologica, ed è la prima volta che accade. Ma chi è l'etiope? Una persona a servizio del re ma, per questo, eunuco. Non può avere discendenza, per questo motivo, secondo la mentalità antica, non vale niente. Va a Gerusalemme per il culto, anche se sa che non avrebbe potuto elevare nemmeno una preghiera. Tuttavia, tramite quel brano di Isaia inizia la sua ricerca. Il battesimo, immersione che lo inserisce nella Chiesa, abbatte un'altra barriera. Direbbe san Paolo: “ Non c'è più giudeo o greco”. A Gerusalemme non era degno del culto perché come legno secco e senza frutto, mentre per Gesù tutti possono portare frutto, come aveva anche ricordato ai discepoli: “Vi ho mandati (dice a degli … eunuchi per il regno dei cieli) perché portiate frutto”. Dopo quell’incontro le strade dei due si dividono. Filippo continua la missione, a simboleggiare che la chiesa non si riposa, è sempre in uscita. Tre i messaggi da ricordare: anzitutto, siamo invitati ad andare nel deserto e a uscire dalla comodità delle nostre chiese; in secondo luogo, generare alla fede assumendo la condizione dell'altro, senza fare imposizioni; infine, a liberare il proprio desiderio di ricerca dedicando il tempo necessario. Non va dimenticato che tutto questo non è possibile se non ci si lascia rapire dallo spirito perché non siamo salvatori di nessuno. Papa Francesco ci ricorda che si conosce Dio per fascinazione di bellezza e forza attrattiva, mentre invece noi lo abbruttiamo. La bellezza non è l'estetica chirurgica ma la voglia di vivere e di andare avanti. Non dobbiamo sostituirci agli altri, ma possiamo fare come Maria “odegitria”, colei che indica il cammino. Possiamo quindi indicare la strada, salire sul carro del nostro prossimo per capirne la storia, per poi avere la “castità” di fare un passo indietro e lasciare che Dio agisca”.