3/9/2014 ● Cultura
La crisi e lo sviluppo: come uscire dai soliti luoghi comuni
Dai un pesce a un uomo e lo nutrirai per un giorno.
Insegnagli a pescare e lo nutrirai per tutta la vita.
(Proverbio cinese)
La crisi economica con la sua pervasività, oltre a determinare problemi
rilevanti per l’occupazione e per il reddito delle persone, alimenta il
dibattito sulle misure e sugli interventi da attuare per invertire la tendenza
ad un ciclo economico che continua ad essere negativo sia sul versante della
produzione, sia su quello dei consumi. Le scelte strategiche di politica
industriale in Molise devono, obbligatoriamente, confrontarsi con ciò che viene
deciso in sede nazionale e nel consesso europeo. Tuttavia ci sono cose che
possono essere fatte subito anche in ambito regionale.
Una questione riguarda la riforma degli ammortizzatori sociali. Con l’entrata in
vigore della Riforma del Mercato del Lavoro e degli ammortizzatori sociali, che
entreranno a regime nel 2016, il Ministero del Lavoro insieme al Ministero
dell’Economia hanno provveduto a predisporre sulla base di specifici accordi
governativi e per periodi non superiori a 12 mesi, in deroga alla normativa
vigente, la concessione, anche senza soluzione di continuità, di trattamenti di
integrazione salariale e di mobilità, anche con riferimento a settori produttivi
e ad aree regionali, nei limiti delle risorse finanziarie a tal fine destinate.
Dal sito della regione Molise abbiamo tratto la seguente definizione:
”Per ammortizzatori sociali si intende un complesso ed articolato sistema di
tutela del reddito dei lavoratori che sono in procinto di perdere o hanno perso
il posto di lavoro. Questo sistema è definito da specifiche norme di legge. Tra
i principali troviamo la cassa integrazione guadagni (CIGS e CIGO), i contratti
di solidarietà, l'indennità di disoccupazione e l'indennità di mobilità. A
questo sistema si accompagnano misure speciali, messe in atto attraverso deroghe
alla normativa vigente, in favore di lavoratori che appartengono a settori non
tutelati dalle misure sopra descritte o che non possono più utilizzarle per
vincoli legislativi.”
Dunque la regione può utilizzare risorse per intervenire con azioni di sostegno
al reddito. Il Bollettino Ufficiale della Regione Molise del 1° agosto 2014 ha
pubblicato le modalità di accesso agli ammortizzatori sociali in deroga per
l'annualità 2014 con validità temporale 1° gennaio 2014 - 31 agosto 2014, in
seguito all'Accordo Quadro transitorio sottoscritto fra la Regione Molise e le
parti sociali in sede di Commissione Regionale Tripartita del 28 luglio 2014
presso la sede dell'Assessorato al Lavoro. Sono state trovate, intanto, risorse
per € 400.000.000,00 a carico del fondo sociale per l’occupazione e la
formazione.
Gli interventi in deroga alla vigente normativa riguardano le seguenti
tipologie:
1. La concessione in deroga alla vigente normativa di trattamenti di Cassa
Integrazione Guadagni, sarà accordata in favore dei lavoratori delle imprese
ubicate nella Regione Molise con in forza almeno due dipendenti a tempo
indeterminato;
2. La concessione in deroga alla vigente normativa di trattamenti di Cassa
Integrazione Guadagni, sarà accordata in favore del personale dipendente delle
associazioni di categoria e delle organizzazioni sindacali, datoriali e di
lavoratori, e degli enti e istituzioni di relativa emanazione, che svolgono
attività di assistenza alle imprese e ai lavoratori, ubicate nella Regione
Molise con in forza almeno de dipendenti a tempo indeterminato.
Tale disposizione, che consente a tutti, ma proprio a tutti, di chiedere risorse
alla regione, sembra orientata soprattutto a tamponare la situazione
contingente, senza prevedere alcuna ipotesi di crescita della realtà produttiva.
Il ruolo della Commissione che concede il contributo economico è quello di
certificare l’avvenuta presentazione dell’istanza (chi inoltra per primo la
domanda, ottiene il beneficio), mentre, restano solo parole le seguenti
affermazioni: “la presentazione di una dettagliata relazione tecnica recante le
motivazioni a supporto della propria critica situazione economico finanziaria” e
la presentazione di “un piano di risanamento, che sul presupposto delle cause
che hanno determinato la situazione di crisi aziendale definisca le azioni
intraprese o da intraprendere per il superamento delle difficoltà dell’impresa”,
visto che bisogna rispondere, per queste questioni, solo ad un questionario.
Considerate le ingenti risorse destinate a questo ammortizzatore sociale,
distribuito a pioggia ad “imprese appartenenti a tutti i settori”, senza analisi
contestuale delle strategie che potrebbero determinare la lo sviluppo della
realtà aziendale, l’interrogativo legittimo è il seguente: queste risorse sono
utilizzate in maniera tale che possano rappresentare un elemento virtuoso di
riorganizzazione aziendale e di ripresa dell’attività imprenditoriale?
Sembrano solo misure tampone che se da un lato consentono a dei lavoratori senza
reddito e senza altri benefici di accedere a qualche forma di retribuzione,
dall’altro restano risorse confinate all’erogazione fine a se stessa. Sarebbe
interessante appurare quante realtà imprenditoriali abbiano utilizzato queste
risorse per l’occupazione e per la formazione così come sono originariamente
destinate. Il tutto si risolve con la concessione di erogazioni che accompagnano
in una fase difficile i lavoratori rimasti senza occupazione. La certificazione
delle crisi, con la richiesta solo degli ammortizzatori sociali ci pone di
fronte ad una fragilità del sistema economico e produttivo che non viene in
alcun modo intaccata. Per questo occorre una politica della formazione e della
ricerca, completamente assenti nelle intese riguardanti questa tipologia.
Occorre allora una politica industriale, un’ipotesi di crescita e di sviluppo
regionale sulla quale incardinare le azioni degli enti pubblici. Se la
formazione e l’istruzione sono il grimaldello per aprire le porte alle ipotesi
di crescita, qual è il ruolo dell’Università del Molise, della scuola e della
formazione professionale in questo contesto? Sono in crisi i processi ed i
prodotti, è in crisi un modello di produzione, non si possono usare strumenti
obsoleti per affrontare la complessità. Occorre partire dalla valorizzazione di
quello che c’è di buono per innescare processi virtuosi. Utilizzare le risorse
solo per fermare una situazione definita emergenziale, ma che è, invece,
strutturale, significa perdere tempo ed allontanare i rimedi.
La cassa integrazione in deroga è uno strumento che non può essere gestito solo
come erogatore di soldi pubblici. Quando i mezzi sono pochi, occorrono scelte
strategiche sulle quali investire. Non sembra che la politica regionale stia
andando in questa direzione. Ed il ruolo delle organizzazioni sindacali non può
essere quello di certificare le difficoltà produttive e chiedere più risorse per
strumenti che hanno dimostrato di essere deboli, spesso utilizzati con una
discrezionalità disarmante da parte delle aziende, che negano ai rappresentanti
dei lavoratori qualsiasi intervento sui processi produttivi.
Anche in questo modo si marginalizza il ruolo delle rappresentanze sociali
sempre più ridotte a certificatori delle difficoltà esistenti. Ed allora risulta
sempre più attuale il proverbio cinese che richiama alla necessità di
accompagnare ed innovare i processi piuttosto che tamponare le situazioni
contingenti.
Sergio Sorella
Direttivo regionale CGIL Molise