28/7/2014 ● Cultura
"Ave Crux. La Croce nell’Arte", viaggio iconografico nella mostra diocesana
L’immagine grafica della mostra diocesana “Ave Crux. La Croce nell’Arte”
ci pone dinanzi a un orizzonte dominato dalla croce composta con i legni delle
barche dei migranti naufragati nel mare Mediterraneo, il “Mare nostrum”,
a largo di Lampedusa. È l’ultima croce (opera del falegname Francesco Tuccio,
Lampedusa, 2013) aggregata al patrimonio della Diocesi di Termoli-Larino: una
croce vissuta dal patibulum di Cristo. Ai piedi della crocifissione,
attraverso un breve viaggio iconografico nell’arte sacra, “da un albero
all’altro”, da una croce all’altra si può varcare l’orizzonte della salvezza
eterna per tendere all’approdo della Bellezza.
Da “sì gran braccia” (Dante Alighieri), con l’annuncio della Pasqua del
Redentore i cristiani ricevono in dono il Cristo della Crux, quella santa
Croce salutata (“Ave...”) come l’Arbor vitae (l’Albero della
vita). Per un anonimo teologo (Lettera a Diogneto) la salvezza della croce è
un orizzonte di carità nella comunione dell’amore di... e verso Dio Padre: “ad
amarlo (Dio) diventerai imitatore della sua bontà, e non ti meravigliare se un
uomo può diventare imitatore di Dio”. Per Papa Francesco “il trono regale
di Gesù Cristo è il legno della Croce”.