16/6/2014 ● Cultura
Rapporto "Io sono cultura": la cultura ci fa ricchi con i talenti della creatività
"214 miliardi di euro, pari al 15,3% del valore aggiunto nazionale. Questo,
visto con gli occhi di un economista, il peso della filiera della cultura in
Italia. Parliamo di quanto esce ogni anno dalle nostre industrie culturali e
creative, cui si aggiunge il valore economico di ciò che è mosso dalla cultura,
come ad esempio l'industria del turismo. Nell'insieme, un pilastro della nostra
economia nazionale, che il Rapporto 2014 "Io sono cultura", promosso dalla
Fondazione Symbola insieme ad Unioncamere e presentato oggi a Roma, monitora
annualmente per registrare progressi e passi falsi. Tra i primi, anche in anni
di crisi, la crescita del 35% dell'export legato a cultura e creatività.
Sponsorizzazioni privati in controtendenza a 159 mln . In controtendenza anche
l'appeal del settore cultura per le donazioni da parte dei privati: al calo
generalizzato degli interventi filantropici si contrappone l'accresciuta
capacità di attrazione della cultura, che negli ultimi anni ha attivato
sponsorizzazioni per 159 milioni di euro tra il 2012 e il 2013 (+6,3%). Una
buona performance, che potrebbe migliorare ancora con l'apporto di mecenati
stranieri, accolti a braccia aperte dal ministro dei Beni culturali e del
Turismo Dario Franceschini: «Sono d'accordo con gli investimenti stranieri, - ha
spiegato il ministro intervenendo a Roma alla presentazione del rapporto, ben
vengano, perché il mecenatismo è un moto dell'animo». Citando il recente decreto
Art Bonus, Franceschini ha sottolineato come il governo abbia «rotto uno dei
tabù italiani», riferendosi al rapporto pubblico-privato nella tutela del
patrimonio. Gli sgravi fiscali previsti dal decreto per chi voglia fare del
mecenatismo a favore del patrimonio artistico-culturale, ha concluso
Franceschini, «tagliano ogni alibi. Aspettiamo di vedere nomi, cognomi e ragioni
sociali».
Cultura pilastro dell'economia: 443mila imprese e 5,4% della ricchezza. Che la
cultura sia un settore chiave per l'Italia lo confermano i numeri registrati
nello studio Symbola-Unioncamere: 443mila imprese coinvolte, il 7,3% del totale
nazionale, capaci di produrre il 5,4% della ricchezza prodotta in Italia: 74,9
miliardi di euro (che salgono ad 80 miliardi e il 5,7% dell'economia nazionale
se si includono anche istituzioni pubbliche e realtà del non profit attive nel
settore della cultura). Notevole anche l'effetto moltiplicatore del settore
culturale, pari a 1,67 sul resto dell'economia: per ogni euro prodotto dalla
cultura, se ne attivano 1,67 in altri settori. Gli 80 miliardi, quindi, ne
mettono in moto in realtà altri 134. Una ricchezza che ha effetti positivi anche
sul fronte lavoro: le sole imprese del sistema produttivo culturale - ovvero
industrie culturali, industrie creative, patrimonio storico artistico e
architettonico, performing arts e arti visive - danno lavoro a 1,4 milioni di
persone, il 5,8% del totale degli occupati in Italia. Che diventano 1,5 milioni,
il 6,2% del totale, includendo settore pubblico e non profit.
Provincia di Arezzo al primo posto per valore aggiunto e occupati al primo posto
Il "circolo virtuoso" cultura-creatività-sviluppo-occupazione fotografato
dall'ultimo rapporto di Unioncamere ha i suoi campioni il realtà defilate ma
vive come la provincia di Arezzo, che si conferma al primo posto sia per valore
aggiunto, che per occupati legati alle industrie culturali (rispettivamente 9% e
10,4% del totale dell'economia). Nella classifica provinciale per incidenza del
valore aggiunto del sistema produttivo culturale sul totale dell'economia,
seguono Pordenone, Pesaro e Urbino, attestate sulla stessa soglia del 7,9%,
seguite da Vicenza al 7,7% e Treviso al 7,6%. Quindi Roma con il 7,5%, Macerata
con il 7,3%, Milano con il 7%, Como con il 6,9% e Pisa con il 6,8%. Se si guarda
all'incidenza dell'occupazione del sistema produttivo culturale sul totale
dell'economia, il primo posto di Arezzo e seguito dalle province di Pesaro e
Urbino (9,1%), Treviso e Vicenza (entrambe 8,9%), Pordenone (8,6%) Pisa e
Firenze (entrambe con 8,1%). E poi ancora Macerata (8%), Como (7,8%) e Milano
(7,6%).
Dardanello (Unioncamere): l'Italia punti sui suoi talenti per ripartire Per il
presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello, i dati positivi registrati ad
Arezzo ed in molte altre province italiane confermano come tradizioni e cultura
espressi da territori e imprese «rappresentano l'immagine del nostro Paese nel
mondo intero», ma soprattutto sono «il nostro primo giacimento, capace di
produrre ricchezza, lavoro e benessere per le comunità locali». Per ripartire, e
battere la recessione, ha concluso Dardanello, l'Italia deve « puntare sui suoi
talenti, cogliere il potenziale delle nuove tecnologie per rilanciare i
territori e il loro saper fare, investire sulla bellezza e sulla coesione che
aiutano a competere, potenziare la ricerca per sostenere quella tensione
innovativa che arricchisce di valore le nostre tradizioni produttive e le rende
così un potente fattore competitivo»."
[Fonte: Il sole 24 ore]