BLOG FONDATO NEL GIUGNO DEL 2000
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Un viaggio nella cultura non ha alcuna meta: la Bellezza genera sensibilità alla consapevolezza.

Luigi Sorella (blogger).
Nato nel 1968.

Operatore con esperienze professionali (web designer, copywriter, direttore di collana editoriale, videomaker, fotografia digitale professionale, graphic developer), dal 2000 è attivo nel campo dell'innovazione, nella comunicazione, nell'informazione e nella divulgazione (impaginazioni d'arte per libri, cataloghi, opuscoli, allestimenti, grafiche etc.) delle soluzioni digitali, della rete, della stampa, della progettazione multimediale, della programmazione, della gestione web e della video-fotografia. Svolge la sua attività professionale presso la ditta ARS idea studio di Guglionesi.

Come operatore con esperienza professionale e qualificata per la progettazione e la gestione informatica su piattaforme digtiali è in possesso delle certificazioni European Informatics Passport.

Il 10 giugno del 2000 fonda il blog FUORI PORTA WEB, tra i primi blog fondati in Italia (circa 3.200.000 visualizzazioni/letture, cfr link).
Le divulgazioni del blog, a carattere culturale nonché editoriale, sono state riprese e citate da pubblicazioni internazionali.

Ha pubblicato libri di varia saggistica divulgativa, collaborando a numerose iniziative culturali.

"E Luigi svela, così, l'irresistibile follia interiore per l'alma terra dei padri sacra e santa." Vincenzo Di Sabato

Per ulteriori informazioni   LUIGI SORELLA


5/4/2014 ● Caro Direttore

Con 50 € potremmo ”riprenderci il Venerdì Santo”


  Domenico Pace ● 1642


Caro direttore,
avrei voluto scrivere molto prima questa lettera ma speravo che nel frattempo il bravissimo Giorgio Senese nei suoi “…era di…” mi avesse dato lo spunto, non con l’intenzione di sollevare un vespaio sull’argomento,ma comunque per esprimere delle considerazioni personali .

Mi riferisco alla processione del Venerdì Santo. Molti lettori di questo blog, almeno quelli non giovanissimi, ricordano che questa Processione si caratterizzava per tre cose :
- I fuochi santi accesi dai ragazzi nei vari quartieri del paese;
- L’asta per portare in processione Gesù Morto, la Madonna e il Crocione;
- La massiccia partecipazione di fedeli dietro il Crocione a cantare alternandole, e spesso sovrapponendole , “ O fieri flagelli” e “ Gesù mio con dure funi” .

Ricordo che per noi ragazzi ( di allora)l’inizio della quaresima significava organizzarsi per andare a procurarci “ i ciapp pu fok sant” ed ognuno di noi avrebbe qualche aneddoto legato a queste iniziative da ricordare. A me ed al mio amico Riccardo successe di rimetterci le cinture dei pantaloni con le quali avevamo legato una grossa fascina, perché il proprietario dell’oliveto dove eravamo andati , col fucile in mano, ci costrinse a scappare gridando “.. se fossimo stati in Algeria, vi avrei fatto la pelle..” ( erano i primissimi anni ‘60 e il popolo algerino combatteva la sua guerra d’indipendenza dai colonizzatori francesi). Negli anni immediatamente successivi questi fuochi vennero proibiti, penso per motivi di sicurezza (i cavi elettrici dell’illuminazione stradale all’epoca erano tutti aerei).Gli ultimi che hanno resistito ancora per diversi anni ( lo zoccolo duro) sono stati i ragazzi di “ sant’Andun” che accendendo il fuoco sulla neviera ( castello da capo) non avrebbero fatto correre di questi pericoli.

Anche l’asta per portare Gesù Morto, la Madonna e il Crocione era qualcosa che distingueva questa processione dalle altre e terminava sempre con la classica e laconica frase della guardia comunale di turno “ ietv a vsht!”

Due anni fa ho partecipato alla processione, ma era veramente irriconoscibile. Non aveva nulla a che vedere con quelle che ricordavo. La presenza a lato del Crocione di una coppia di megafoni, fissati su di un palo e portato a mo’ di croce da un giovanotto, che riproducevano la voce gracchiante di non so chi , toglieva alla gente che seguiva la possibilità di cantare in maniera decente , e faceva venir meno l’atmosfera suggestiva propria di questa processione. Ricordava il camion di quell’ambulante che ogni tanto veniva in paese , forse viene ancora, a vendere “ le galline rosse, pulcini giganti e paparelle”. Un vero elemento di disturbo . Molte persone , soprattutto quelle meno giovani di me, che erano lì dicevano che quei megafoni facevano passare la voglia di cantare.

Il Venerdì Santo era, insieme alla cerimonia del Vespro di Sant’Adamo del 2 giugno, uno dei pochi momenti dove ci si sentiva “appartenenti” alla comunità e che caratterizzava in qualche modo Guglionesi, una processione che non era soltanto” il corteo funebre di Gesù” ma qualcosa che coinvolgeva tutti , praticanti e non ,e riconosciuto da tutti i parroci che abbiamo avuto ( Don Carlo ne andava fiero) . Il Venerdì Santo di Guglionesi è patrimonio della storia e della tradizione della nostra comunità ,e ,come tale deve essere tutelato e salvaguardato, non stravolto da un modo ( senza dubbio rispettabilissimo) di interpretare la fede di un Vescovo o di un Parroco.

Se poi all’abolizione dei megafoni si unisse anche l’accensione di almeno un “ Fuoco Santo” sarebbe il top.

Qui mi rivolgo al Sindaco ed alla Pro Loco, spese previste : un ” apetto” di sabbione da mettere sotto la catasta per non rovinare la pavimentazione, le fascine di questi tempi di potatura le trovi facilmente. Volontari della pro loco ed altre associazioni ne trovi quanti ne vuoi. Con 50 € potremmo ”riprenderci il Venerdì Santo”.

Fraterni saluti
Domenico Pace

Cartellone




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