5/4/2014 ● Caro Direttore
Con 50 € potremmo ”riprenderci il Venerdì Santo”
Caro direttore,
avrei voluto scrivere molto prima questa lettera ma speravo che nel frattempo il
bravissimo Giorgio Senese nei suoi “…era di…” mi avesse dato lo spunto,
non con l’intenzione di sollevare un vespaio sull’argomento,ma comunque per
esprimere delle considerazioni personali .
Mi riferisco alla processione del Venerdì Santo. Molti lettori di questo blog,
almeno quelli non giovanissimi, ricordano che questa Processione si
caratterizzava per tre cose :
- I fuochi santi accesi dai ragazzi nei vari quartieri del paese;
- L’asta per portare in processione Gesù Morto, la Madonna e il Crocione;
- La massiccia partecipazione di fedeli dietro il Crocione a cantare
alternandole, e spesso sovrapponendole , “ O fieri flagelli” e “ Gesù mio con
dure funi” .
Ricordo che per noi ragazzi ( di allora)l’inizio della quaresima significava
organizzarsi per andare a procurarci “ i ciapp pu fok sant” ed ognuno di noi
avrebbe qualche aneddoto legato a queste iniziative da ricordare. A me ed al mio
amico Riccardo successe di rimetterci le cinture dei pantaloni con le quali
avevamo legato una grossa fascina, perché il proprietario dell’oliveto dove
eravamo andati , col fucile in mano, ci costrinse a scappare gridando “.. se
fossimo stati in Algeria, vi avrei fatto la pelle..” ( erano i primissimi anni
‘60 e il popolo algerino combatteva la sua guerra d’indipendenza dai
colonizzatori francesi). Negli anni immediatamente successivi questi fuochi
vennero proibiti, penso per motivi di sicurezza (i cavi elettrici
dell’illuminazione stradale all’epoca erano tutti aerei).Gli ultimi che hanno
resistito ancora per diversi anni ( lo zoccolo duro) sono stati i ragazzi di “
sant’Andun” che accendendo il fuoco sulla neviera ( castello da capo) non
avrebbero fatto correre di questi pericoli.
Anche l’asta per portare Gesù Morto, la Madonna e il Crocione era qualcosa che
distingueva questa processione dalle altre e terminava sempre con la classica e
laconica frase della guardia comunale di turno “ ietv a vsht!”
Due anni fa ho partecipato alla processione, ma era veramente irriconoscibile.
Non aveva nulla a che vedere con quelle che ricordavo. La presenza a lato del
Crocione di una coppia di megafoni, fissati su di un palo e portato a mo’ di
croce da un giovanotto, che riproducevano la voce gracchiante di non so chi ,
toglieva alla gente che seguiva la possibilità di cantare in maniera decente , e
faceva venir meno l’atmosfera suggestiva propria di questa processione.
Ricordava il camion di quell’ambulante che ogni tanto veniva in paese , forse
viene ancora, a vendere “ le galline rosse, pulcini giganti e paparelle”. Un
vero elemento di disturbo . Molte persone , soprattutto quelle meno giovani di
me, che erano lì dicevano che quei megafoni facevano passare la voglia di
cantare.
Il Venerdì Santo era, insieme alla cerimonia del Vespro di Sant’Adamo del 2
giugno, uno dei pochi momenti dove ci si sentiva “appartenenti” alla comunità e
che caratterizzava in qualche modo Guglionesi, una processione che non era
soltanto” il corteo funebre di Gesù” ma qualcosa che coinvolgeva tutti ,
praticanti e non ,e riconosciuto da tutti i parroci che abbiamo avuto ( Don
Carlo ne andava fiero) . Il Venerdì Santo di Guglionesi è patrimonio della
storia e della tradizione della nostra comunità ,e ,come tale deve essere
tutelato e salvaguardato, non stravolto da un modo ( senza dubbio
rispettabilissimo) di interpretare la fede di un Vescovo o di un Parroco.
Se poi all’abolizione dei megafoni si unisse anche l’accensione di almeno un “
Fuoco Santo” sarebbe il top.
Qui mi rivolgo al Sindaco ed alla Pro Loco, spese previste : un ” apetto” di
sabbione da mettere sotto la catasta per non rovinare la pavimentazione, le
fascine di questi tempi di potatura le trovi facilmente. Volontari della pro
loco ed altre associazioni ne trovi quanti ne vuoi. Con 50 € potremmo ”riprenderci il Venerdì Santo”.
Fraterni saluti
Domenico Pace