20/2/2014 ● Cultura
Culturalmente "benedetti"
Nella tangibile formazione educativa di una qualsiasi collettività:
quando ci (ri)troviamo una qualsiasi figura di riferimento per la cultura popolare (un
premier, un ministro, un sindaco, un assessore, un commissario, un direttore, un
presidente, etc.) che non abbia, nella sua esperienza collettiva, mai confermato
un solo rigo, un solo atto concreto o un solo omaggio alla propria ed altrui
cultura;
quando un qualsiasi luogo pubblicamente simbolo per l’identità e per le valenze culturali di una qualsiasi collettività non rappresenta tutti e soprattutto non è espressione del “genius loci” fuori dal proprio perimetro quotidiano;
quando qualsiasi opportunità (un bando, un appalto, un concorso, un progetto, un’iniziativa,
etc.) di formazione culturale e generazionale è confezionata su misura contro
chi non possa entrarvi dentro quel (com)misurato “vestito” (perché troppo alto,
o troppo grasso, o magari solo troppo antipatico!);
quando (am)miriamo chi c’è dietro, talvolta dentro e ripetutamente avanti alla
gestione ostile di una qualsiasi comunità sensibilmente aperta ad ogni genere, ad ogni
grado e ad ogni qualità culturale;
per chi è protagonista delle proprie idee è sempre pleonastico confrontarsi con
coloro che sono solo culturalmente… “benedetti”.
A ciascuno il suo… De Benedetti.