7/2/2014 ● Politica
Da COSIB a ARSAP: aprire una discussione sul riordino dei consorzi industriali
Da tempo come Dipartimento Ricerca e Innovazione del PD abbiamo ritenuto che,
un forte elemento di competitività industriale, passa solo attraverso un
cambiamento radicale della governance dei consorzi industriali, e, per questo
abbiamo sollecitato piu’ volte il nostro presidente Frattura e la Giunta
Regionale a prendere i dovuti provvedimenti di riforma. Esprimiamo, quindi,
grande soddisfazione per l'attenzione che finalmente il Consiglio Regionale ha
deciso di dedicare a questo argomento, presentando ben due distinte proposte di
legge, che vanno entrambe nella direzione di modificare radicalmente la
struttura e le funzioni dei consorzi industriali regionali (Proposta di legge
regionale n. 45 della Giunta Regionale (allegato alla delibera n. 596 del 10
novembre 2013) e Proposta di legge Regionale n. 12 dell’opposizione Regionale).
Spesso negli ultimi anni in questi enti di sviluppo, il prevalere degli
interessi politici su quelli economici ed operativi è stata deleteria non solo
per lo sviluppo delle imprese che vi sono insediate, ma per lo sviluppo
economico dell'intera regione. Abbiamo assistito spesso alla sostituzione del
potere politico a quello tecnico con riusultati poco soddisfacenti.
Come PD attraverso i Dipartimenti Ricerca e innovazione e come Dipartimento
Lavoro abbiamo sostenuto che uno degli obiettivi che la nostra Regione deve
perseguire è lo snellimento della macchina amministrativa e, di conseguenza, la
riduzione del costo dei servizi pubblici, senza intaccarne la qualità e la
quantità dei servizi.
I consorzi industriali esistenti sono l'esempio più calzante di qualche
inefficienze; tre consorzi industriali, dislocati su un territorio piccolo e
poco industrializzato, hanno tre strutture organizzative distinte e pur avendo
problematiche comuni, sono gestiti disgiuntamente, senza che l'uno faccia tesoro
dell'esperienza e delle buone pratiche degli altri. Subiscono fortissime
pressioni politiche (per non dire che sono completamete gestite dal potere
politico) e spesso non hanno le risorse per fornire quei servizi di cui le
imprese hanno bisogno.
L’intervento legislativo proposto dalla Giunta Frattura, che speriamo concluda
il suo iter nel piu’ breve tempo possibile (oggi alla Prima commissione), non è
una semplice riforma ma una vera e propria rivoluzione nella gestione della
politica industriale regionale che insieme al privato puo’ portare sicuramente
ad un rilancio delle attività produttive sul territorio. L’idea forte della
riforma che condividiamo, è quella che entrambe le leggi presentate in I
commissione prevedono, di accorpare sotto un unico soggetto la gestione dei tre
consorzi attualmente esistenti.
Alcune osservazioni che vanno fatte dopo una attenta lettura delle proposte sono
sicuramente i seguenti punti che condividiamo :
1. La riduzione del costo dei servizi (tariffe piu’ basse) resi alle imprese
insediate nelle aree industriali visto come l'obiettivo prioritario di questo
intervento legislativo.
2. Ridurre i costi di gestione dei servizi comuni, facendo leva su economie di
scala, coinvolgendo anche i comuni vicinori alle aree produttive, e attraverso
un coordinamento delle decisioni politiche attraverso un unico organo
amministrativo che attua le disposizioni regionali di politica industriale.
3.L’attività della pubblica amministrazione, a svolgere il proprio ruolo
trattando in maniera diretta solo quelle attività che i privati, non possono
svolgere adeguatamente per soddisfare l'interesse collettivo.
4.Semplificare ulteriormente l'organizzazione della politica industriale,
riducendo al minimo i passaggi “politici” ed accorpando ancora altre funzioni
che oggi vengono svolte da soggetti diversi, comunque riconducibili alla
regione.
5.Un elemento importante della riforma proposta che è tra altro condivisibile e
che il nuovo ente proposto possa gestire, su proposta dei comuni, anche le aree
P.I.P. e le aree di portinenze siano esse industriali, artigianali o
commerciali.
Interessante la fase transitoria anche se lunga, il fatto che seconda la
proposta presentata dalla Giunta il nuovo ente non si fa carico delle gestioni
precedenti, riconducendole ad una contabilità separata da assegnare a tre
commissari, i quali devono portare a termine le operazioni di liquidazione entro
un anno (troppo lunga) (articolo16 della PDL 45).
Interessante e degno di nota e condivisibile è la modalità di scelta del
Direttore Generale del nuovo Ente (ARSAP), infatti la proposta della nostra
Giunta Regionale affida ad una selezione pubblica l’individuazione del direttore
e stabilisce criteri di competenza e professionalità mentre nell’altra proposta
della minoranza, la nomina degli amministratori è rimandata al consiglio
Regionale e quella del Direttore ad una selezione tra il personale in servizio
nei precedenti consorzi. Un altro elemento che accomuna le due proposte è la
previsione di un soggetto, allargato ad enti diversi dalla regione, che elabori
proposte di politica industriale che questa possa recepire.
Entrambe le proposte presentate su questa questione, sono poco innovative perché
riproducono vecchi schemi organizzativi che si sono dimostrati poco efficaci.
Interessante è invece la istituzione della “consulta delle attività produttive”
articolo 14 che, allargata a tutto il partenariato economico e sociale, possa
esprimere pareri e dare indicazioni sulla politica economica regionale.
Diventa interessante in questa fase di congresso regionale che vede il suo
culmine nelle primarie del prossimo 16 febbraio 2014, aprire un dibattito
pubblico sui temi della riforma di “riordino delle funzioni in materie di
Attività Produttive” oggi in I Commissione; con auspicio che il dibattito sul
territorio contribuisca a migliorare ulteriormente una gia ottima proposta di
Legge Regionale.
Termoli li 5 febbraio 2014
Dipartimento Ricerca e innovazione PD
Marcantonio Pasquale