5/2/2014 ● Caro Direttore
Un fantasma si aggira per il paese: è il web bellezza!
Confortata dai numeri (unmilionecinquecentomila contatti dalla sua
inaugurazione ) la piazza virtuale di Guglionesi, ovvero Fuoriportaweb,
progressivamente, sta surrogando i luoghi della nostra memoria sociale condivisa
: le piazze, le strade, i giardini pubblici , abituali luoghi pubblici
d’incontro , passeggio e ritrovo dei guglionesani . E’ un bene è un male ? Ai
posteri l’ardua sentenza! Di anno in anno , in crescendo , il numero di
compaesani , immigrati ed emigrati vanno ad aumentare la schiera di coloro che
smanettando su una tastiera scrivono o leggono un articolo sul blog
intrattenendo interlocuzioni , a dire il vero solitarie, con un target di
lettori non identificati che curiosando tra “le offerte” del blog leggono i
diversi contributi che “redattori” identificabili scrivono Pagine virtuali ,
come l’immagine riflessa in uno specchio ( che non è ) che invece sul WEB
paradossalmente lascia una traccia dell’esserci stato , per sempre o almeno
finché la tecnologia remota riesce a conservare le tracce delle memorie . Per
capire oggi la portata del blog locale basti considerare il dato illuminante dei
contatti quotidiani che sfiorano i 900,per desumere che quella che stiamo
vivendo nella nostra comunità è un vero e proprio cambio di paradigma della
interazione comunicativa. Ed Il Web in effetti rappresenta una rivoluzione
poiché nella interazione comunicativa si lascia involontariamente indietro, in
quanto superata , buona parte di quella concreta dell’interlocuzione
coinvolgente del faccia a faccia per approdare volontariamente a quella
semi-anonima un po’ ” freddina “ del Web. D’altronde è un dato di esperienza
comune che i contatti e le frequentazioni quotidiane con altre istituzioni
pubbliche forti quali il Comune e la Chiesa fanno registrare una partecipazione
reale ( delle persone in carne e ossa) in netto decrescendo . Infatti i
concittadini che quotidianamente accedono ai servizi dell’Ente locale : luogo
laico della nostra appartenenza istituzionale ( se si esclude l’andirivieni di
coloro che per mandato istituzionale , in quanto eletti : sindaco ed assessori…
devono esserci ; il personale dipendente … ) coloro che,” de visu , “hanno
rapporti con il Comune non superano le duecento unità giornaliere . D’altro
canto coloro che nelle celebrazioni quotidiane seguono la messa , neppure
arrivano al centinaio (a parte i funerali partecipati da una rappresentanza
composita della popolazione ) , tranne l’impennata domenicale e delle altre
feste comandate: giorni speciali in cui la maggiore libertà dagli impegni
occupazionali invoglia ad una maggiore partecipazione ( 5-600 presenze alla
domenica ; un centinaio circa fedeli partecipanti alla messa vespertina . I
luoghi della socialità condivisa: strade, piazze , giardini pubblici si svuotano
sempre più con l’ordinario trascorrere dei giorni . Si popolano relativamente i”
non luoghi” ( spazi privati aperti al pubblico con finalità commerciali ) :
supermercati ; relativamente il mercato settimanale del martedì , mentre
languono le attività commerciali individuali ( se non sono moribonde ). Tuttavia
c’è un luogo lassù nel cielo che incrementa di giorno in giorno il numero delle
“anime vive” , ovvero dei guglionesani che si mettono in telecontatto tra loro
attraverso Il “ Fuoriporta virtuale” ; un altro” non luogo” in cui le persone
ovvero le ,loro “entità” utilizzando una tastiera scrivono nell’idioma
standardizzato del nostro italiano corrente : pensieri , idee fatti che un
tempo, preferibilmente avrebbero comunicato a voce all’altro interlocutore:
compagno , amico, amica , un semplice conoscente, occasionalmente parte del
gruppo ( e probabilmente lo avrebbero fatto in guglionesano! ) . Probabilmente
si fruisce della preziosa disponibilità del titolare del sito ( i blog brothers
Sorella ), forse, con il lodevole recondito intento di riavviare in qualche modo
una socialità partecipata , foss’anche virtuale ,in via di estinzione , comunque
uno scrivere e leggere per socializzare e condividere delle idee , problemi,
esprimere criticità ; anche tener di conto dei vivi e dei morti , intervenire
nel dibattito politico locale, che sempre meno si svolge nelle sedi a ciò
deputate e, sempre più diventa un dibattito sterilizzato dalla distanza e dai
tempi di risposta ; una modalità di comunicazione che nel differire
l’interlocuzione fa perdere l’aspetto colloquiale poiché l’attesa risposta alle
problematiche sollevate può anche non esserci, cosa che non accade nel faccia a
faccia che di per sé impone un ribattere immediato, pena la perdita altrettanto
immediata di credibilità . Sul Web il contatto è affidato al buon cuore e alla
disponibilità ad entrare nel dibattito di altri corpi dispersi un altrove
individuale ,familiare paesano , perfino extraterritoriale , anonimo per lo
scrivente , comunque persone empaticamente interessate ad entrare in
comunicazione con qualcuno dei cento e più redattori del blog paesano seguendo
simpatie , antipatie contrapposizioni e tant’altro nell’accordare i contatti. Un
popolo, quello di Fuoriportaweb, diversificato, di assidui lettori di altrui
virtualità i cui corpi invece che nell’agorà cittadina anonimi risiedono
comodamente a casa. Si coglie qui l’asimmetria della comunicazione : da uno ai
tanti, che è dubbio vogliano replicare , poiché ad esporsi nella piazza virtuale
paradossalmente ci vuole più coraggio , rispetto alla possibilità di replica
immediata che subito estingue qualunque fiato , offerta , anzi sollecitata ,dai
contesti sociali reali . Il giornale orale che si costruiva faccia a faccia
prima al mercato della piazzetta di S. Chiara , nelle fiere di paese ( sempre
più melanconicamente spopolate ) , nei crocchi, per le strade, nelle ospitali
case amicali di quartiere oggi per lo più si scrive” realmente” sul Web ; non ci
sono oramai più in paese altre socialità di rilievo che possano o sappiano dar
conto del sociale sfuggente che comunque ogni giorno impegna e muove ciascuno di
noi nello svolgimento del suo ruolo all’interno del proprio tassello sociale, a
meno di voler scandagliare la pur diffusa frequentazione dei bar locali che
ancora offre uno spaccato della socialità popolare ed ultrapopolare dello svago
e della chiacchiera paesana ( s’è detto al bar… ). Purtroppo, per quanto mi
riguarda da che ho superato l’età adolescente del bigliardino , dei mattutini
caffè collettivi, degli ammazzacaffè post- prandiali , per mia indole frequento
solo occasionalmente i bar ; mi perdo di sicuro un osservatorio interessante e
rivelatore del senso complessivo popolare più vero dell’andare della nostro
paese ( la democrazia collettiva della chiacchiere , soprattutto quando è
liberatoria , proprio perche democratica e spontanea rivela molto di più del
tendere del nostro sociale rispetto alle costruite cervellotiche teorie che del
politichese dei 10, 20 trenta… referenti politici guglionesani che ufficialmente
o ufficiosamente fanno opinione e trend a Guglionesi . Mi perdo , sicuramente ,
nella sua interezza , un altro interessante spaccato sociale che pure colgo
occasionalmente , quello degli ambulatori medici locali . Rappresentano , le
persone in attesa dal medico, l’umanità varia che ogni giorno riepiloga , spesso
con crudo realismo , il versante del dolore della comunità , della sofferenza
collegata alla malattia, talvolta, purtroppo, l’anticamera del termine delle
care esistenze compaesane con cui abbiamo almeno in parte convissuto , per
familiarità, per amicizia , perché comunque c’erano. Raccontano, gli studi
medici del paese, nel corso delle vite dei nostri concittadini ,l’accumulo di
dolore , di sofferenza dovuta alle malattie che li hanno provati ; un dire
rassegnato , delle peripezie di cui è disseminato il decorso delle patologie ;
quasi un brusio sussurrato a voce bassa , perché il male dentro merita mestizia
e rispetto ; una liberatoria socializzazione del dolore la cui ripetizione ad
altri occasionali pazienti, stagnante , impregna perfino i muri degli ambulatori
. Gli ambulatori di Guglionesi , se ci fosse accortezza , sensibilità e voglia
di ascolto alle voci della sofferenza fisica , potrebbero riepilogare la storia
sociale della qualità della salute fisica e psichica dei guglionesani . E’ un
dato di fatto che oggi il senso dell’andare della nostra comunità, proprio
perché non c’è traccia scritta della concreta materialità quotidiana delle vite
degli altri , fa sì che frammentato , spesso divergente , plurimo , un tendere
per sua natura solitario , si materializzi sul Web locale . Non ci sono in paese
ad oggi ,altre socialità aventi la fascinosa potenza del Web nel formare ed
informare le coscienze che abitualmente impattano questo particolare,diffuso e
oramai domestico” media” ( ovviamente, oltre la scuola che continua a svolgere
il suo ruolo istituzionale al di là del Web ) . Perfino la Chiesa , abituata a
richiamare a sé moltitudini di fedeli ha oramai un” target” devozionale abituale
mediamente invecchiato e, per restare a passo con i tempi s’è infatti dovuta in
parte” riconvertire” al Web , annoverando lo stesso Papa Francesco l’evanescente
tecnologia di Internet tra i doni di Dio ( l’80% degli articoli di Fuoriportaweb
trattano tematiche che direttamente o indirettamente sono ispirati dalla nostra
tradizione cristiana , informati ad una una cultura millenaria che trasdotta sul
Web rappresenta una punta di forza di orientamento etico e morale della nostra
comunità ). Aleggia sulla nostra comunità una nuova dimensione della
comunicazione ; solitaria , stante il mezzo , individualista e soprattutto
elitaria ( per competenza) che ridisegna le modalità della partecipazione
collettiva . Un impalpabile fantasma , che con un clic, richiamato dal cielo del
Web dove risiede , subito , disponibile , a volte bonario e rassicurante, a
volte incombente , attraverso la sua anonima anima collettiva, infaticabile ,
discreta e pervasiva si aggira per il paese . Mi chiedo ? Che una rinnovata
spiritualità , ancora da accogliere, attraversi oggi il nostro cielo paesano ?
Può essere.
Arcangelo Pretore
Guglionesi 1 febbraio 2014