13/1/2014 ● Eventi
Pure Guglionesi in "Gli Etruschi del Lago. Da Orvieto a Bolsena un percorso nella storia"
Si inaugura mercoledì 15 gennaio la Mostra Gli Etruschi del Lago. Da Orvieto
a Bolsena un percorso nella storia; resterà aperta al pubblico per tutto il mese
di Aprile. La sede prescelta è la grande sala espositiva del Museo Archeologico
di Venafro, che ha già ospitato gli splendidi materiali dall’Abbazia di San
Vincenzo al Volturno ora esposti nelle sale superiori dello stesso Museo.
La mostra, già presentata nel Museo Archeologico Nazionale di Villa Giulia a
Roma, ricostruisce le vicende storiche della città-stato etrusca di Velzna
(Orvieto)– l’ultima a cadere in mano romana dopo un lungo assedio – e della sua
erede Volsinii (Bolsena) che ne accolse – sulle alture del lago di Bolsena – gli
abitanti superstiti. Una storia che complessivamente ha attraversato ben più di
un millennio e che è illustrata con oggetti della vita quotidiana e della
religiosità: ceramiche di età arcaica ed ellenistica tra cui i famosi vasi
argentati e i vasi di bucchero, splendide oreficerie, vasellame bronzeo, offerte
votive di vario genere, antefisse, lastre architettoniche che conservano
eccezionalmente l'originale policromia, nelle quali sono rappresentati, tra gli
altri, la coppia di demoni infernali Charun e Vanth. Eccezionale è un carretto
agricolo da trasporto, in bronzo, di fine III secolo a.C., riprodotto fedelmente
in tutte le sue parti.
A completare l’esposizione, ai materiali etruschi sono affiancati quelli
molisani: vasi di bucchero pervenuti dalla Campania etrusca, oggetti di bronzo
importati dall’Etruria meridionale, prodotti locali di imitazione. In tutta
l’area molisana, infatti, dall’area pentra a quella frentana, le sepolture
restituiscono oggetti di chiara origine etrusca: i grandi vasi per portare il
vino a tavola (stamnoi bronzei prodotti nell’etrusca Vulci), sono utilizzati a
Larino e Guglionesi per deporre le ceneri dei nobili guerrieri; bacili, grandi
situle, colini in bronzo che servivano per filtrare il vino durante i banchetti,
compaiono nei santuari sannitici come oggetti sacri necessari allo svolgimento
dei rituali che implicavano il consumo del vino, o anche come doni di ricchi
fedeli.
Tutti i materiali esposti mostrano, quindi, come le popolazioni dell’Italia
antica abbiamo profondamente e costantemente dialogato non solo attraverso lo
scambio di manufatti ma anche condividendo idee e valori.
IL SOPRINTENDENTE
(per avocazione ex art. 17 D.P.R. 233/07) Gino FAMIGLIETTI