31/12/2013 ● Cultura
Chiesa sciupata... (III parte)
SULLO STATO DI SALUTE DELLA CHIESA
Mi sono lasciato per ultima questa tua domanda; quella per me più difficile ed
interessante; vedi tu mi hai costretto a pensare cosa risponderti, a provare a
dare ragione della speranza che (anch’io) ho. Dico subito, così, a pelle, che
avverto quant’è furbo il demonio: riesce a far credere che la religione è cosa
bella e giusta e che, invece, la Chiesa sia zozza e falsa; non contesta la meta
ma sbarra la strada per giungervi. Che capolavoro! Paragonabile, forse, solo
all’aver ormai convinto quasi tutti che lui, il demonio, non esiste, pur
nell’evidenza di inferni già su questa terra, lui non esiste. Perdonami la
considerazione poco argomentata.
Dunque, i limiti dei cattolici che hai evidenziato li sottoscrivo tutti, siamo
uomini come gli altri, né più né meno; T.S. Eliot (nei Cori da “La Rocca”) ci
descrive così “bestiali come sempre, carnali, egoisti come sempre, interessati
ed ottusi come sempre”.
L’unica questione seria è, però, vedere se la Chiesa, oltre che umana, è anche
Divina, se quello che ha detto Cristo (cfr. Matteo 18,20) circa la Sua presenza
tra coloro che si riuniscono nel Suo nome, è vero; se la Chiesa, per com’è, può
definirsi Santa, Santa Romana Chiesa.
Uno dei dogmi della mentalità dominante, è che questa ipotesi è una cazzata; è
un dogma talmente radicato che già il solo avanzarla, è avvertito con fastidio
perché il fatto sarebbe ormai assodato, incontrovertibile, quindi indiscutibile.
Santa vuol dire che la Chiesa, tra le pieghe umane, molto umane, in qualche modo
(correttamente dovrei dire per Grazia) svela anche qualcosa di attinente al
Divino, che facilmente riconosci perché corrisponde a quello che, non sai
nemmeno perché, ma desideri da sempre; tracce dell’Altro mondo in questo mondo.
L’ho già detto ma lo ripeto, per poter vedere occorre un’apertura, una povertà
di spirito, avere fame di verità, perché, altrimenti, può scendere pure la corte
celeste dal cielo: chi non vuole riconoscere trova sempre una scusa plausibile.
Io, sempre dal basso della mia esperienza, della mia vita in nulla eccezionale,
in tutto ordinaria, ho alcuni fatti che mi hanno manifestato i tratti del Suo
volto. Ho visto il miracolo più grande ovvero una persona cambiare, una persona
a me prossima, di cui, quindi, conoscevo bene i difetti (non volevo dire la
stronzaggine) e, ad un tratto, ho visto accadere quello che reputavo
impossibile: è cambiata, è diventata più buona. Poi ne ho viste altre, tante
altre, in particolare mi è capitato di rivedere, dopo qualche anno, alcuni amici
che facevano il mio cammino di fede e di ritrovarli anch’essi cambiati (chi più
chi meno, ma tutti) e, questo, a dispetto di quello che io immaginavo.
Ho sentito, all’età di vent’anni Don Giussani che parlando a migliaia di persone
ha parlato dritto al mio cuore, come se mi conoscesse da sempre e mi stesse
aspettando; io mi sono difeso, ho pensato “Sì! Le solite chiacchiere”, “dov’è la
fregatura?” e poi mi è capitato di sentirlo e di risentirlo e di rimanere sempre
affascinato per la verità di quello che mi diceva, per l’inconfondibilità dei
tratti di quella Presenza eccezionale. Ho sperimentato un posto in cui sono
stato (e sono) voluto bene per quello che sono (non per quello che so fare o
posso dare) e da lì sono nati rapporti di amicizia che, contrariamente a quello
che sempre accade, il tempo non intacca, anzi che nel tempo diventano più veri;
in un ambito così si è formata la mia personalità, con amici veri, che non mi
hanno “allisciato il pelo”, che quando necessario, mi hanno corretto e con anni
di scuola di comunità, qualcosa per certi versi non lontana dalla “tua”
dialettica, solo che il confronto avviene tra la vita concreta dei partecipanti
e quello che dice Cristo. Tu mi chiedi cosa è rimasto del fervore mistico di
Cristo o di San Francesco, io ti dico che ho conosciuto persone della caratura
di Enzo Piccinini, divorate dall’amore per Cristo e per la Chiesa, per la quale
hanno dato letteralmente tutto (nel caso di Enzo la stessa vita) e considera che
io parlo di quello che ho visto in un piccolo movimento all’interno della
Chiesa. Ho visto una cosa che non credevo nemmeno potesse esistere: la bellezza
del popolo, migliaia di persone capaci di soffrire, camminare, costruire,
crescere, pregare, ridere insieme, come se fossero una sola persona. Ho visto
tantissime famiglie di amici perdurare e crescere dei figli che sono uno
spettacolo per posizione di positività ed apertura.
Questi sono i segni della Divinità della Chiesa che io ho visto e malamente
riportato, Giussani, molto meglio, ha detto: “Man mano che maturiamo, siamo a
noi stessi spettacolo e, Dio lo voglia, anche agli altri. Spettacolo, cioè, di
limite e di tradimento, e perciò di umiliazione, e nello stesso tempo di
sicurezza inesauribile nella grazia che ci viene donata e rinnovata ogni
mattino. Da qui viene quella baldanza ingenua che ci caratterizza, per la quale
ogni giorno della nostra vita è concepito come un'offerta a Dio, perché la
Chiesa esista dentro i nostri corpi e le nostre anime, attraverso la materialità
della nostra esistenza”.
Io ho potuto dire della mia esperienza all’interno di un movimento della Chiesa
Cattolica, invito, chi vuole, anche semplicemente ad osservare, con occhio
scevro da pregiudizi, quello che accade nella nostra Parrocchia: la
testimonianza dei due sacerdoti, la loro dedizione, quella delle nuove suore, e
tutto quello che ne sta derivando .
Ah, dimenticavo, il fallo te l’ho fatto apposta, per provocarti.
Ho, concluso e Ti auguro buon anno con affetto.