30/12/2013 ● Cultura
"1 Gennaio: Maria SS.ma Madre di Dio", riflessione diocesana di Luigi e Rosa Catelli
“O Dio, che nella verginità feconda di Maria
hai donato agli uomini i beni della salvezza eterna,
fa' che sperimentiamo la sua intercessione,
poiché per mezzo di lei abbiamo ricevuto l'autore della vita,
Cristo tuo Figlio” (dalla Liturgia)
Oggi più che mai c’è una domanda radicale cui l’uomo può rispondere solo
guardando a Maria: la domanda su quale sia il senso dell’esistenza.
Lei è la donna che è vissuta di fede, di affidamento totale a Dio e, attraverso
questo affidamento totale, Dio si è potuto fare presente nella sua vita in modo
del tutto speciale, facendo di lei la Madre del Figlio di Dio incarnato, quindi
la Madre di Dio.
Il Vangelo di questa domenica ci presenta la figura di Colei nella quale la Vita
ha preso per la prima volta carne, con una verità che non è limitata a quella
prima volta, ma è la verità definitiva per sempre.
Per questo noi non abbiamo nient’altro da fare, se non rinnovare in noi quella
stessa libertà con cui Maria accolse l’avvenimento che si compiva in lei. Tutto
è qui: il mistero della storia, il già che si è compiuto, il già che è accaduto,
la pienezza che si è già realizzata, il mistero della salvezza che è già
presente nell’esistenza di ogni uomo.
Non abbiamo, dunque, tanto da apprendere, ma tutto da accogliere; non abbiamo
tanto da fare, ma lasciare che Egli faccia; non dobbiamo escogitare o inventare
alcunché: dobbiamo soltanto renderci obbedienti, come Maria, alla fede, cioè
obbedienti all’azione dello Spirito Santo in noi, nient’altro che questo.
Oggi quindi guardiamo a Maria che ha generato il Figlio Dio, che è diventata la
Madre di Dio e la cui intera esistenza è stata cardine della novità dei tempi
nuovi che la nascita del Signore prima e, la sua missione, Passione, Morte e
Resurrezione poi, sono venuti a portare nella vita di ogni singolo uomo.
La sensibilità di Paolo VI, accresciuta poi nel magistero del Beato Giovanni
Paolo II, ha legato alla pace la festa di Maria Madre di Dio nel primo giorno
dell’anno civile.
La pace è l’esigenza più grande che l’uomo ha nel suo cuore e una società
tormentata come la nostra, non può non sentirne l’improrogabile esigenza.
Senza pace non vi è costruzione della vita, sarebbe come pretendere di edificare
una casa senza prima pensare alle fondamenta.
La pace è un dono: ci è data. È la presenza di Cristo nella società umana.
Come ricorda Papa Francesco nel messaggio di quest’anno, dal titolo “Fraternità,
fondamento e via per la pace”: “Chi accetta la vita di Cristo e vive in Lui,
riconosce Dio come Padre e a Lui dona totalmente se stesso, amandolo sopra ogni
cosa. L’uomo riconciliato vede in Dio il Padre di tutti e, per conseguenza, è
sollecitato a vivere una fraternità aperta a tutti. In Cristo, l’altro è accolto
e amato come figlio o figlia di Dio, come fratello o sorella, non come un
estraneo, tantomeno come un antagonista o addirittura un nemico. Nella famiglia
di Dio, dove tutti sono figli di uno stesso Padre, e perché innestati in Cristo,
figli nel Figlio, non vi sono <vite di scarto>. Tutti godono di un’eguale ed
intangibile dignità. Tutti sono amati da Dio, tutti sono stati riscattati dal
sangue di Cristo, morto in croce e risorto per ognuno”.
La pace è dunque il bene che sta alla base di tutta la costruzione della nostra
vita, che sta alla base della Chiesa, all’inizio della sua storia, è il bene
sommo, che tutti noi, soprattutto nel tempo del Natale del Signore, siamo
invitati a chiedere con perseveranza, per comunicarla a tutti gli uomini.
Chiediamo a Maria, Madre di Dio, che quello che non sappiamo fare da noi stessi
ci insegni Lei a farlo.
Luigi e Rosa Catelli