23/11/2013 ● Politica
Il Molise chiamato a pianificare il dimensionamento scolastico
Nei prossimi giorni le proposte sul Piano di Dimensionamento Scolastico
predisposte dai Sindaci e approvate dalle Provincie di Isernia e Campobasso in
apposite Conferenze di Servizio arriveranno in Consiglio Regionale per
l’adozione.
Nel percorso avviato fin da maggio con le organizzazioni sindacali della scuola,
con l’Ufficio Scolastico Regionale, con l’ANCI e con le stesse province, la
Giunta Regionale si è limitata ad approvare una propria delibera a giugno con le
linee guida da seguire e i criteri generali a cui fare riferimento.
Successivamente i Comuni e le Province, di concerto col provveditorato agli
Studi, hanno costruito i piani di dimensionamento individuando accorpamenti,
strutture e soluzioni in linea con le 54 autonomie riconosciute al Molise dal
Ministero dell’Istruzione (40 a Campobasso e 14 a Isernia). Secondo le vigenti
normative la potestà decisionale risiede nella Conferenza dei Sindaci convocata
dalle Province, salvo scostamenti significativi con gli indirizzi indicati nella
delibera della Giunta Regionale.
Il lavoro istruttorio di questi giorni dovrà limitarsi a rispettare le scelte
già adottate a livello provinciale ad eccezione di quei casi che contrastano con
i criteri e le linee guida regionali.
Ciò che conta è che il Molise si doti di un Piano Regionale di Dimensionamento
Scolastico entro i termini di legge per consentire al Ministero dell’Istruzione
di programmare in tempo utile le attività didattiche per l’anno scolastico
2014-2015 con tutti gli adempimenti di pre-iscrizione, strutture di segreteria
ed individuazione delle classi e dei docenti.
Occorre un salto culturale generale da parte di tutti gli attori del mondo della
scuola, degli amministratori locali e dei sindacati di settore, perché passi e
si affermi un disegno regolatore che aiuti a costruire la scuola del futuro con
la messa in sicurezza degli edifici, l’anagrafe degli studenti, le classi 2.0 e
l’aggiornamento sistemico dei docenti e del personale.
Non serve a nessuno una scuola in cui su 82 autonomie, 41 sono sottodimensionate
e date in reggenza come accaduto in questi anni, con dirigenti impegnati su
decine di istituti e di comuni che non riescono oggettivamente ad impostare una
pianificazione didattica di qualità per carenza di tempo e di risorse.