31/8/2013 ● Caro Direttore
Guglionesi e la sua storia: alla ricerca dell’antica città madre ‘Uscosium’
Caro Direttore,
lo spunto per la presente riflessione mi viene offerto dalla degustazione di un
eccellente vino rosato biologico prodotto nel territorio della nostra cittadina.
“Dal connubio tra la tradizione contadina e la migliore tecnologia, nasce
Colle Dioniso, a testimoniare l’alta vocazione delle nostre colline per la vite”
(così viene precisato sul retro della bottiglia da parte dell’Azienda Agricola
De Lisio – C.da Piano della Conca – Guglionesi).
Tale circostanza mi ha fatto tornare in mente il mito di Dioniso nel territorio
frentano e la mostra organizzata dalla Soprintendenza per i beni archeologici
del Molise, inaugurata il 13 luglio 2011 a Salonicco, denominata “Il dono di
Dioniso, mitologia del vino nell’Italia centrale (Molise) e nella Grecia del
Nord (Macedonia)”. Per quanto concerne in particolare il nostro territorio,
una tradizione asserisce che l’attuale Guglionesi era “un pagus o villaggio,
dove i ricchi cittadini di Usconio possedevano villini e vigneti, e si chiamava,
all’origine, Collisnysii (da Nysus abbreviazione di Dyonisus), perché sorge su
di un colle consacrato in gran parte alla coltivazione della vite” (così
Manfredi Caruso, Quaderno turistico del 1934, edizione Stamperia Carunchio).
Inoltre, lo stesso autore sottolinea: ”La storia cittadina è ricca di
tradizioni. Deriva da Usconium, una delle principali città della Frentania, che
fu importante Municipio Romano, con vasta giurisdizione, e raggiunse opulenza e
splendore. Ruderi importanti e avanzi dell’acquedotto urbano della magnifica
città madre erano, fino a pochi anni fa, ancora presenti nella contrada
denominata Palude. (…) Uno dei più antichi figli di questa terra, di cui la
storia ci ha tramandato il nome per onorarlo, fu il decemviro Bruzio Presente,
che per due volte ascese al consolato nell’alma Roma”.
L’auspicio dunque è quello di formare un gruppo di ricerca. L’archeologia di
scavo, ai nostri fini, diventa fondamentale. Secondo le ipotesi degli storici
Uscosium veniva a trovarsi nel territorio di Guglionesi; Domenico Romanelli ne
delimita la zona, anche se non del tutto esaustiva ed esatta, e cioè “… dalla
parte del mare, presso il fiume Sinarco, ed un miglio distante dall’odierna via
di Puglia o propriamente tra la riva di questo fiume e la piccola terra
appellata S. Giacomo”. Nel volume di Giuseppe De Luca, pubblicato a Napoli
nel 1860 dallo Stabilimento Tipografico dei Classici Italiani e intitolato
“L’Italia Meridionale o L’Antico Reame delle Due Sicilie”, viene precisato: “Tra
Istonio e Larino, quasi ad uguale distanza, era Uscosio o Vicosio (Uscosium),
oppido o castello dé Frentani. Ed era ad un miglio dalla Via Traiana nelle
vicinanze del villaggio di Guglionisi, nel luogo detto il Casalino, tra la
sponda del Sinarco e la terricciuola di S. Giacomo; e i ruderi di mura antiche,
e i sepolcri la dimostrano non ignobile città dé Frentani”. Gianfranco De
Benedittis, docente presso l’Università del Molise, riferisce che “questo centro
è ricordato dall’Itinerarium Antoninianum come tappa intermedia tra Histonium e
Larinum; Uscosium disterebbe XXX m.p. da Histonium e XX m.p. da Larinum. Queste
distanze, riportate sul terreno, orienterebbero verso l’area compresa tra S.
Giacomo degli Schiavoni e Guglionesi, ma nessun elemento a terra ci consente di
ubicare il centro con precisione” (pag. 12 del volume ‘Il Porto Romano sul
Biferno tra Storia e Archeologia’).
Ritengo quindi che le nuove auspicabili ricerche siano concentrate – salvo
diverso e argomentato parere dell’archeologo – sulla località ‘Monte Antico’e
condotte da una istituzione universitaria. In materia di metodologie, oggi,
l’innovazione tecnologica aiuta di più. “Metodologie di rilevamento ad alta
risoluzione per la individuazione, lo scavo e la valorizzazione di siti
archeologici sommersi. Non solo scavo stratigrafico, ma anche la ricognizione e
lo studio dei reperti archeologici” (così sul sito dell’Università ‘La
Sapienza’ di Roma: Laurea in ‘Metodologie della ricerca archeologica e
archeometrica’). Al riguardo, è necessario pianificare una politica di
finanziamento della ricerca (una Fondazione Cultura potrebbe cercare sostegni
con fondi pubblici e sponsor privati e stipulare convenzioni). Una campagna di
scavi –dopo indagini preliminari - sarebbe possibile in presenza di una
convenzione sottoscritta dai proprietari del terreno e dalla Fondazione Cultura,
a condizioni da stabilire.
Insomma: il ritrovamento di testimonianze archeologiche significative arricchirà
il patrimonio culturale di Guglionesi , riportando alla luce una bella pagina di
storia della città.
Cordialissimi saluti.
Pietro Di Tomaso