7/8/2013 ● Cultura
Giuseppe Mastromonaco, l'amico di Mussolini
Mastromonaco Giuseppe
Un uomo fuori dal tempo Mastromonaco- Giuseppe protagonista di una
piccola-grande storia che merita di essere raccontata e conosciuta. Nato a
Guglionesi il 19.2.1889,in giovane età parte per l’America ma il
22.5.1915,richiamato alle armi, torna da Filadelfia per partecipare alla prima
guerra mondiale, viene assegnato all’11 regimento bersaglieri, 23° battaglione
quinta compagnia, mobilitato in zona di guerra il 26.3.1916. Qui Giuseppe
incontra il direttore del giornale “Il Popolo d’Italia”, militare all’11°
bersaglieri quinta compagnia dal 13.9.1915. Insieme prendono parte a varie
azioni militari in prima linea. Nel pomeriggio del 23.2.1917 i soldati della
loro squadra eseguono tiri con cannoncino, al penultimo tiro scoppia il
lanciabombe, muoiono cinque soldati e ci furono diversi feriti. Il direttore del
“ Il Popolo d’Italia” nel suo “ Diario di guerra” cosi ricorda l’episodio : “fui
investito da una raffica di schegge e proiettato parecchi metri lontano. Non
posso dire di più. So che venni raccolto quasi subito da altri bersaglieri
accorsi, adagiato in barella, trasportato a Doberdò per le prime cure”. Era
grave, aveva molte ferite, sanguinante e semisvenuto. Di questo episodio non
sono mai stati resi noti i nomi dei soccorritori , particolare di scarsa
rilevanza. Solo dal racconto di Giuseppe Mastromonaco veniamo a sapere che lo
stesso bersagliere Mastromonaco, rimasto illeso, aiutò Mussolini. Fra i due
commilitoni nasce una rispettosa amicizia, proseguita anche dopo la fine della
guerra, come mi ha confermato la sig.ra Carmela, figlia di Mastromonaco, che
vive a Milano da molti anni ,ma torna a Guglionesi durante l’estate, aggiungendo
altri particolari. Era Mussolini che scriveva le lettere per dare notizie alla
famiglia di Mastromonaco (analfabeta), averle potute leggerle oggi sarebbe stato
interessante purtroppo. dopo la morte del loro genitore, sono state
inconsapevolmente distrutte. La signora mi ha raccontato che quando Mussolini
era degente in ospedale, Giuseppe andava spesso a visitarlo, mi ha riferito
inoltre del messaggio di cordoglio inviato da suo padre a Mussolini in occasione
della morte del figlio Bruno (deceduto nell’incidente aereo l’ 8.8.1941).
Mussolini durante il periodo di vita in trincea si interessava ed osservava i
comportamenti e la psicologia dei soldati che erano con lui; nel diario è
scritto “ho studiato coloro che mi circondavano, che dividevano meco il pane, il
ricovero, i disagi, i pericoli, ho sorpreso i loro discorsi, i loro
atteggiamenti spirituali” ed afferma che “ i soldati tornati dall’ America
costituiscono la parte migliore delle truppe” Giuseppe Mastromonaco era uno di
questi.
L’aiuto offerto spontaneamente da Mastromonaco non fu mai dimenticato da
Mussolini anzi lo ritenne determinante per la sua salvezza, ciò è dimostrato dal
fatto che il capo del governo chiama a Roma Giuseppe Mastromonaco, lo riceve a
palazzo Venezia, lo saluta con calore, tanto da meravigliare gli astanti addetti
alla sua sicurezza, lo intrattiene a colloquio personale, gli manifesta
gratitudine e disponibilità di aiuto. Mastromonaco non osò chiedere nulla che
gli consentisse di migliorare la propria posizione economica ,invece manifesta
al presidente del consiglio dei ministri orgoglio per il proprio lavoro e amore
per la propria terra. Torna da Roma soddisfatto per l’amicizia confermatagli dal
vecchio commilitone che nell’occasione gli dona un orologio da taschino con
catena d’argento in segno di amicizia. Si sono ritrovati difronte, sia pure per
poco tempo, l’umile contadino di Guglionesi e l’uomo di stato, uno figlio della
terra molisana ,l’altro il più importante politico italiano, accumunati dalla
solidarietà nata nelle esperienze e nelle sofferenze della grande guerra. Fu
certamente un incontro particolare ed era occasione favorevole per chiedere
qualsiasi ricompensa, nulla fu reclamato. Giuseppe Mastromonaco muore il
24.3.1947 dopo aver vissuto solo del proprio lavoro senza alcuna onorificenza
per quanto prestato in circostanze di guerra. Questi fatti, avvenuti molti anni
orsono, non possono essere soltanto semplici ricordi di chi li ha vissuti, sono
si la loro storia, ma a nostro giudizio, sono per noi grande eredità, esempio di
orgoglio ed umiltà, di eroismo ed umanità, che non possono essere cancellati se
meditati ed esaminati fuori da ogni considerazione preconcetta.
Guglionesi 01.08.2013
Mancini Alberto