30/7/2013 ● Cultura
La preziosa reliquia della Santa Croce di Gesù e il suo autorevole reliquiario artistico
Un brivido cultuale nonché culturale dal tesoro di Sant'Adamo Abate.
Durante la mostra culturale “Argenti di Guglionesi”, di qualche anno fa, tra
i capolavori in argento è stata esposta una ricca collezione di
reliquiari-ostensori del Settecento napoletano appartenenti alla Parrocchia di
Santa Maria Maggiore, in particolare splendori d’arte provenienti dal “tesoro di
S. Adamo”.
Avendone curato personalmente la parte storico-artistica nella mostra “Argenti
di Guglionesi”, con la puntuale verifica delle attribuzioni (bolli d’arte e
bolli del console), alcune attribuzioni, anche relativamente alle datazioni,
erano rimaste documentalmente incerte.
In questi giorni spesso mi sono recato nella cripta della chiesa di Santa Maria
Maggiore di Guglionesi per una devozione filiale che mi lega al Santo Patrono,
per via del reliquiario a mezza figura rimasto esposto ai fedeli. Ho riletto
attentamente, ancora una volta, le scritte riportate all’interno delle “porte di
S. Adamo” (XVIII secolo), le artistiche porte lignee che proteggono la nicchia
settecentesca nella cappella del Santo Protettore. Nella parte superiore dell’anta interna,
a destra dell’osservatore, si legge: “OSTENSORIUM ARGENTEU IN QUO EST LIGNVM
SA[N]CTA CRUCIS EST OPUS EIUSDEM IOANNIS BAPTISTAE DE EODEM ANNO MDCCXXIX 1729”.
All’ennesima (ri)lettura, in un lampo di cognizioni artistiche a livello locale
ormai decantate e consolidate nel tempo, mi resi conto di un dettaglio non da poco. Tra i
reliquiari esposti alla mostra c’era un’opera a forma di croce, della quale le
schede tecniche della Soprintendenza ne riportano incerti la datazione e
l’ambito artistico. In realtà, non solo è attribuibile l’autore dell’opera ma
anche la sua datazione.
Infatti, probabilmente, trattasi di un’opera realizzata nel 1729, come riporta
la porta lignea, dal celebre argentiere napoletano Giovanni Battista d’Aula,
console dell’Arte a più riprese negli anni 1702-1703, 1706, 1710-1711, 1713,
1722-1723, 1725, 1730, 1732, 1742 e figura di spicco della “Corporazione degli
Orefici di Napoli”. Allo stesso artista, grande maestro d’arte per l’epoca, fu
commissionata la realizzazione artistica del busto in argento (senza capo) di Sant’Adamo Abate (poi trafugato nella notte
tra il 3-4 giugno del 1885), dove fu innestata l’antichissima testa reliquiario
del 1153, opera di Nicola de Argentis di Guardia: “S. ADAMI PROTECTORIS CAPUT
AREGENTVM COLLOCATUM IN HAC EIUS STATUA EST OPUS ANTIQVM NICOLAI DE ARGENTIS DE
GUARDIA DE ANNO DOMINI MCLIII, 1153” (cfr, anta di sinistra delle “porte di S.
Adamo).
Le non presenze del bollo d’arte e del bollo del console sul reliquiario della
Santa Croce non metterebbero più di tanto in discussione l'eventuale attribuzione artistica, giacché
proprio sulle opere di Giovan Battista d'Aula (o De Aula) sono rari i marchi di
riferimento.
Come giungiamo al possesso di una reliquia così "cristianamente" rilevante, e del
quale possesso recentemente ne avevamo smarrito il senso cultuale e culturale?
I documenti storici in archivio per ora tacciono in merito. Certo, per
riportarne la testimonianza indelebile sulle porte della nicchia patronale, i guglionesani erano
orgogliosi di tale possesso.
Le ipotesi sono varie e tutte plausibili.
Una reliquia della Santa Croce donata alla nostra comunità proprio dall’abate
“Adam” (l'autorevole benedettino abate presso l'abbazia di Santa Maria delle isole Tremiti) intorno alla seconda metà del secolo decimo primo? Ipotesi eccessivamente
suggestiva.
Una reliquia della Santa Croce proveniente dalla prima traslazione del santo
Patrono? Eppure il racconto ne ignora il passaggio storico.
Una reliquia della Santa Croce condotta in questo luogo dai Templari o dal altri
ordini monastici e conventuali che nel corso dei secoli hanno registrato la loro presenza
a Guglionesi? Circostanza dimostrabile con eventuali documenti alla mano.
Una reliquia della Santa Croce donata dalla famiglia Caracciolo-D’Avalos che
spesso si è prodigata in manifestazioni di generosità cultuale e culturale verso
il patrimonio storico-artistico di Guglionesi e in particolare verso il culto al Santo Protettore? In tal senso abbiamo non poche
novità, che prossimamente affronteremo culturalmente dal punto di vista storico,
soprattutto in riferimento a quel 1729, anno di svolta nel culto al Santo
Patrono di Guglionesi.
Il dato storico che riscopriamo è che la reliquia della Santa Croce di Gesù veniva, in tempi passati, conservata con il reliquiario di S. Adamo Abate, dunque nella nicchia della cappella rinascimentale dell'antica cripta medioevale. Approfondire il senso di tale legame, anche dal punto di vista della storiografia locale, consentirà di rendere la connessione storica tra i due reliquiari un legame culturalmente identitario per la comunità di Guglionesi e per la sua storia patria.
Con la valorizzazione della reliquia della Santa Croce di Gesù (che c’è ancora
nel reliquiario del 1729!), anche nel contesto spirituale della cappella di
Sant’Adamo Abate, ci sarà un (valido) motivo in più per soffermarsi in silenzio
nella penombra della cripta medioevale di Santa Maria Maggiore a Guglionesi.
Le condizioni di conservazione dell'opera d'arte richiedono un intervento di
restauro.
Per approfondire la conoscenza dell'alto profilo artistico e culturale di Giovan
Battista d'Aula consultare la parola "D'Aula" su
www.treccani.it
Le porte artistiche della cappella di S. Adamo Abate nella cripta di S. Maria Maggiore
La testimonianza dell'argentiere napoletano Giovan Battista de Aula
La scritta sulle "porte di S. Adamo" e il reliquiario della Santa Croce di Gesù
Sigillo vescovile della posa della reliquia nel reliquiario in argento
La sacra reliquia della Santa Croce nel vetrino originario del Settecento