29/7/2013 ● Caro Direttore
Assenze istituzionali al corteo storico di rievocazione della traslazione delle ossa...
Caro Direttore,
sull’assenza del gruppo di minoranza alle manifestazioni in onore di Corrado
Gizzi ed al corteo storico di rievocazione della traslazione delle ossa di
Sant’Adamo due considerazioni che rivolgiamo direttamente all’ amico Luigi Sorella.
1. Siamo venuti a conoscenza soprattutto attraverso le informazioni veicolati da
fuoriportaweb di diverse manifestazioni in onore di Sant’Adamo.
L’amministrazione comunale per la parte che le competeva ha ritenuto di non
estendere l’invito ufficiale all’intero Consiglio Comunale. Tantomeno
coinvolgerlo nelle scelte. Soprattutto in relazione alle manifestazioni in onore
di Corrado Gizzi. Evidentemente è stato ritenuto che il Sindaco potesse
rappresentare il Comune in maniera esaustiva. Tutto ciò è istituzionalmente
legittimo e corretto. Da qui, la scelta di partecipare o meno all’insieme delle
iniziative, da parte nostra, è stata derubricata a fatto privato. Ed allora in
forma privata ognuno di noi ha preso parte, a seconda del tempo a disposizione e
dell’interesse verso i contenuti delle manifestazioni stesse, nei modi che ha ritenuto più opportuno.
2. Probabilmente, conveniamo con Luigi, il coinvolgimento ufficiale del
consiglio comunale avrebbe dato più forza simbolica all’idea della
ri-unificazione della comunità attorno a due figure: un santo ed un uomo di
cultura. Ma tale circostanza richiedeva passi formali che non sono stati
compiuti. Forse a conferma di un fatto: l’idea che attorno a certe figure la
comunità ritrovi la sua unità profonda è solo un suo punto di vista. O una sua
presupposizione. Il ri-trovare implica la preesistenza ( in un tempo …. ) di una
comunità organica unita attorno ad una identità forte e distinta: quella della
santo patrono Adamo. Capace, quindi, di assorbire le differenze ed usarle come
risorsa per il proprio sviluppo.
Ma il punto è proprio qui. L’esistenza di tale identità comune è un mito o un
fatto storico?
Mi rendo conto della complessità che questa domanda implica che rinvia alla
chiarificazione del ciò che la comunità è stata e di ciò che è diventata. Ma qui
occorrerebbe un dibattito storiografico o una storiografia che allo stato risulta essere ancora molto parziale. Quella
che prende le mosse dal canonico Rocchia per ricostruire gli avvenimenti fino ai
giorni nostri. Su cui credo fuori luogo dibattere in questa sede.
Ma torniamo al punto di partenza del nostro intervento. Una lettura critica e
costruttiva del calendario e delle modalità scelte per organizzare gli eventi
che riguardano la figura del prof. Corrado Gizzi, implica alcune domande cui si
dovrebbe dare risposta:
1. Perché non è stato inaugurato ufficialmente il Polo culturale Civico
intitolato a Gizzi?
2. Perché non è stata allestita la pinacoteca con tutti il patrimonio ottenuto
in donazione?
3. Perché non è stato distribuito il catalogo?
4. Perché non è stata invitata una platea più larga il giorno del convegno?
5. Perché non sono state attuate le decisioni del Consiglio comunale in materia
di polo culturale?
Aspetti di cui Liugi, ne siamo certi, è al corrente. Non riusciamo a comprendere
perchè ha preferito sottolineare aspetti di importanza, certamente, minore.