28/7/2013 ● Caro Direttore
Perché tanto odio?…
… recitava la copertina d’una rivista di fumetti degli anni ‘80/90 che amavo
molto, “Totem”.
Caro direttore,
il clima politico paesano sembra seguire le vicende metereologiche … aria
irrespirabile e temperature roventi. Non posso che, ovvio, parlare a titolo
personale, ma la febbrile attività di pungolo della minoranza – che alla
cittadinanza non può che far piacere, immagino – pare si stia tramutando in una
sorta di caccia alle streghe: sembra, e spero non sia così, che si voglia
approfittare dell’antipolitica montante per dotare la critica politica di
artiglieria pesante e sparare nel mucchio (perché in fondo è quello che la
politica crede stia facendo la critica popolare).
Attenzione: mi rivolgo alla minoranza unicamente perché ha prodotto la quasi
totalità di libelli e dichiarazioni d’intenti in questo scorcio post-elettorale,
essendo al contrario il clima di cui mi dolgo un fatto per me oggettivo e da
risolvere a prescindere da nessi eziologici, del di chi è e se c’è una precisa
colpa.
Da profeta all’incontrario auspicavo, in un mio scritto a commento delle
elezioni, che la dialettica tra maggioranza e minoranza tornasse ad un livello
normale, dopo l’accesa campagna politica.
Cercherò di essere sintetico, chè una vocina mi suggerisce che quanto più
scriverò tanto più presterò il fianco – il sinistro - ai vaffanculo di chi ha
mostrato di non accettare critiche.
Dunque “la forma è contenuto”, me lo insegnavano all’università: denunciare alla
Procura per uno sversamento gli oppositori politici come si colloca rispetto a
tale brocardo (non credo sia un gesto distensivo, né fa parte d’una normale e
proficua dialettica e tantomeno trattasi di galateo politico). Il 47% che
rappresentate vuole davvero che vi comportiate così (tremo ad un sì – a cui non
credo - e dovreste farlo anche voi, eventualmente)?
Sempre sul brocardo puntellando, spiace vedere che nella sostanza si stia
profondendo un lodevole impegno le cui aspettative sono tradite dalla forma.
Questa considerazione, che esterno da cittadino che non può che godere della
vivacità della dialettica politica, nulla toglie ad un’altra considerazione, per
me ancor più assennata della precedente, ovvero: s pruprj v vlat scjppà a faccj
… accomodatevi, chè a mettersi nel mezzo d’una rissa si rimediano colpi
indirizzati altrove.
Non posso, da par mio, che riformulare un invito già fatto, stavolta prendendo
in prestito un’espressione made in USA: take it easy! … chissà se l’ho scritta
bene?
PS: Non ho capito perché tanto astio verso il “pennivendolo”, l’estensore
materiale della risposta … che si dà per scontato essere persona estranea alla
lista civica. E se pure fosse? Io, ad esempio, da disoccupato stavo pensando di
mettermi a disposizione come confezionatore di idee altrui, per sbarcare il
lunario … sarebbe un mestiere come un altro, come quello di chi scrive programmi
elettorali standard. Pensateci: un professionista vi avrebbe magari fatto notare
che le categorie in cui vorreste imprigionare il pennivendolo sono 4 nel film …
ma un’occhiata al romanzo “Il giorno della civetta” vi avrebbe rivelato che ve
n’è una quinta, la più affollata, quella dei “pigliainculo, che vanno diventando
un esercito”.