BLOG FONDATO NEL GIUGNO DEL 2000
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Un viaggio nella cultura non ha alcuna meta: la Bellezza genera sensibilità alla consapevolezza.

Luigi Sorella (blogger).
Nato nel 1968.

Operatore con esperienze professionali (web designer, copywriter, direttore di collana editoriale, videomaker, fotografia digitale professionale, graphic developer), dal 2000 è attivo nel campo dell'innovazione, nella comunicazione, nell'informazione e nella divulgazione (impaginazioni d'arte per libri, cataloghi, opuscoli, allestimenti, grafiche etc.) delle soluzioni digitali, della rete, della stampa, della progettazione multimediale, della programmazione, della gestione web e della video-fotografia. Svolge la sua attività professionale presso la ditta ARS idea studio di Guglionesi.

Come operatore con esperienza professionale e qualificata per la progettazione e la gestione informatica su piattaforme digtiali è in possesso delle certificazioni European Informatics Passport.

Il 10 giugno del 2000 fonda il blog FUORI PORTA WEB, tra i primi blog fondati in Italia (circa 3.200.000 visualizzazioni/letture, cfr link).
Le divulgazioni del blog, a carattere culturale nonché editoriale, sono state riprese e citate da pubblicazioni internazionali.

Ha pubblicato libri di varia saggistica divulgativa, collaborando a numerose iniziative culturali.

"E Luigi svela, così, l'irresistibile follia interiore per l'alma terra dei padri sacra e santa." Vincenzo Di Sabato

Per ulteriori informazioni   LUIGI SORELLA


23/7/2013 ● Scuola

Stabilizzazione precari della scuola: la vertenza rimessa alla Corte di giustizia europea


  Sergio Sorella ● 1310


Negli anni scorsi la FLC CGIL Molise ha promosso oltre 250 ricorsi per chiedere il riconoscimento dei diritti dei lavoratori precari dei comparti della conoscenza con rapporto di lavoro a tempo determinato che da 3 anni (36 mesi) occupano posti liberi ed hanno i requisiti previsti per l'accesso al pubblico impiego (ad es. l'abilitazione per i docenti di scuola). Per queste ragioni si è chiesto la trasformazione a tempo indeterminato del contratto di lavoro, rifacendosi a norme europee.

E’ iniziato un contenzioso con diversi pronunciamenti che, nella stragrande maggioranza dei casi, hanno dato ragione, in primo grado, ai lavoratori precari. Ora, la Corte Costituzionale con l'ordinanza n. 207 del 2013 ha rinviato alla Corte di giustizia dell’Unione Europea, la decisione sulla stabilizzazione dei precari della scuola. I lavoratori con contratti a tempo determinato superiore a 36 mesi che hanno presentato ricorso vedranno, quindi, la definizione dell'annosa vertenza con una pronuncia della Corte di giustizia europea.

In particolare la Corte Costituzionale ha chiesto alla Corte di giustizia se la reiterazione dei contratti a tempo determinato oltre i 36 mesi su posti liberi, anche se motivate con esigenze di riorganizzazione del sistema scolastico, siano compatibili con la Direttiva europea (si tratta della clausola 5, punto 1 dell'Accordo quadro sul lavoro a tempo determinato, allegato alla Direttiva del Consiglio n. 1999/70/CE), che invece la vieta.

La Corte Costituzionale, rinviando alla Corte di giustizia europea, fa risaltare le manchevolezze dei governi che da decenni sfruttano il lavoro di docenti e ATA costringendoli a condizioni di incertezza assoluta, nonostante i posti liberi. La giurisprudenza europea condanna, ormai da tempo, il ricorso a contratti a tempo determinato non per esigenze temporanee, ma per coprire buchi di organico.

Nei ricorsi che ha promosso la FLC C Molise si è chiesto anche il riconoscimento degli scatti di anzianità e il risarcimento del danno perché i lavoratori hanno subìto ingiustamente una condizione di lavoro e un trattamento peggiore di quelli spettati. In sostanza il riconoscimento della parità di trattamento economico (anzianità e fasce retributive) tra personale a tempo indeterminato e a tempo determinato, secondo il principio: a parità di lavoro ci deve essere la stessa retribuzione.

La vertenza è stata avviata all'indomani dell'approvazione della legge 183/2010 (Collegato lavoro) che ha imposto un termine di 60 giorni all'impugnazione dei contratti. Il tentativo era quello di sbarrare la strada ai ricorsi. Tentativo non riuscito, visto che la Corte Costituzionale è intervenuta autorevolmente.

Cartellone




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