13/7/2013 ● Solitudini d'autore
La maggioranza maggioritaria
Libertà individuale e valori collettivi
Ecco la domanda che Sacharov ci pone oggi: come può il mondo libero adempiere
alla propria responsabilità morale?
La libertà conserva la propria dignità solo se rimane riferita al proprio
fondamento morale ed al proprio compito morale; se il suo unico contenuto fosse
il soddisfacimento dei bisogni, non sarebbe libertà umana, ma rimarrebbe nella
sfera animale. La libertà individuale priva di contenuto annulla se stessa,
perché il singolo può rimanere libero solo all’interno di un ordine delle
libertà: è necessario un contenuto comune, che potremmo definire la garanzia dei
diritti umani.
In altre parole: il concetto di libertà chiede per sua natura di essere
integrato da altri due concetti: il diritto ed il bene. Potremmo dire che
la libertà include la facoltà della coscienza di riconoscere i valori
fondamentali dell’umanità, quelli che riguardano tutti.
A questo punto dobbiamo sviluppare il pensiero di Sacharov per trasporlo
appropriatamente nella situazione presente. Pur essendo grato al mondo libero
per l’impegno a favore suo e di altri perseguitati, Sacharov ha dovuto
sperimentare drammaticamente il ripetuto fallimento dell’occidente in molti
avvenimenti politici ed in molti destini personali. Non considerava suo compito
analizzare i motivi profondi di questi fallimenti, però ha visto chiaramente che
la libertà è spesso intesa in modo egoistico e superficiale. Non la si può
volere solo per se stessi: essa è indivisibile, e dev’essere sempre vista come
compito dell’intera umanità. Ciò significa che non si può averla senza sacrifici
e rinunce. Occorre preoccuparsi che la morale sia intesa come un vincolo
pubblico e collettivo, affinché possa ricevere (poiché di per sé non ne ha) il
potere che davvero serve all’uomo. La libertà richiede che i governi e tutti
coloro che hanno delle responsabilità pubbliche si inchinino a qualcosa che è
per natura disarmato e non può esercitare nessuna costrizione.
Qui sta il pericolo per le democrazie moderne, il pericolo che dobbiamo
affrontare nello spirito di Sacharov; perché è difficile vedere come la
democrazia, che si basa sul principio di maggioranza, possa far rispettare i
valori non sostenuti da una convinzione maggioritaria senza introdurre un
dogmatismo estraneo alla propria natura (...).
All’origine dell’ingenuità e del cinismo dell’occidente che preoccupavano
Sacharov sta una libertà vuota e priva di direzione. Il rigido positivismo
espresso nell’assolutizzazione del principio di maggioranza, ad un certo
punto, si trasforma inevitabilmente in nichilismo: per difendere la libertà ed i
diritti umani dobbiamo combattere questo pericolo.
(...) In effetti le istituzioni non possono durare e operare senza comuni
convinzioni morali, ma queste non possono nascere dalla ragione puramente
empirica; anche le decisioni della maggioranza rimarranno veramente umane e
ragionevoli solo se presupporranno un patrimonio fondamentale di umanità e lo
rispetteranno come il vero patrimonio comune, il presupposto di tutti gli altri.
Joseph Ratzinger | Cielo e terra. Riflessioni su politica e fede, Piemme,
Casale Monferrato 1997