29/6/2013 ● Cultura
La “prospettiva dinastica” dentro il “bene comune”
Qualche mese fa, con onestà intellettuale, prima e durante la recente
campagna elettorale per le elezioni amministrative, la redazione Fuoriportaweb
poneva una questione (poi) molto dibattuta nella Comunità: la “prospettiva
dinastica” dentro il “bene comune”.
Le scelte che avvengono in nome del “bene comune” dovrebbero evitare
atteggiamenti “dinastici”, cioè l’isolamento di comitati a vocazione dinastica che tanta
arretratezza culturale hanno generato nella partecipazione ai processi
democratici.
Il distruggere le regole, senza magari migliorarle, non è sinonimo di
fabbisogno, se poi ci riscopriamo carenti di utilità pubblica dove poco prima
era passata la soppressione unilaterale. Non tocca ad un ristretto “comitato dinastico”, che
periodicamente ribalta regole e fabbisogni, violentare il “bene comune” senza
alcuna apertura a processi democratici dei saperi.
Guglionesi non (ri)cada nella “prospettiva dinastica” dentro il “bene comune”,
affinché un giorno i figli dei nostri figli siano davvero liberi dai vincoli
imposti da vecchi “schemi dinastici” che nel passato hanno distrutto i principi
democratici della trasparenza civica.
Siamo in una realtà democratica, non podestarile e ancor meno dinastica, ove
scelte del futuro collettivo (ambiente, urbanistica, cultura) si condividono con
l'intero "sapere" della Comunità, e dunque oltre i risultati delle urne elettorali, …e magari non al
primo Consiglio comunale, per essere chiari nel pensiero culturale!