5/6/2013 ● Politica
Distanti dal clima da “guelfi e ghibillini” che si vuole instaurare nella comunità
L’IdV non può essere minimamente coinvolto nel suicidio politico annunciato del PD locale e prende le distanze dal clima da “guelfi e ghibillini” che si vuole instaurare nella comunità per coprire una cocente sconfitta per noi largamente prevista.
Avremmo volentieri fatto a meno di intervenire in questo dibattito post elettorale per l’evidenza macroscopica del relativo responso, ma siamo stati tirati in ballo dal “Ghedini locale” che, nel tentativo di difendere l’indifendibile, addossa al nostro partito le colpe di un suicidio politico annunciato. Interpretare l’invito – fin troppo ovvio - al libero esercizio del voto formulato dal nostro Parroco per avvalorare la traballante tesi della sconfitta del suo “assistito” a causa di un voto non libero e fortemente condizionato, è operazione intellettuale vile perché significherebbe qualificare tale il parroco in assenza d’una sua denuncia espressa. Rinviando a tempi migliori una più esaustiva disamina dell’analisi politica del voto amministrativo, a cui non ci sottrarremo, in questa sede ci preme condannare il tentativo fuorviante di quanti, protagonisti e sodali, hanno inteso colpevolizzare coloro che nel segreto dell’urna hanno preferito in maggioranza esprimere il consenso ad Antonacci rispetto al candidato Sindaco del PD. D’altronde è solo la conferma di un voto già espresso cinque anni fa, che vide l’oggi riconfermato Sindaco già vincente rispetto non solo all’allora candidato Sindaco Marcantonio, quanto soprattutto nei confronti dell’allora Sindaco uscente, che subì l’onta della non elezione come consigliere comunale. L’IdV, contrariamente alla tesi dell’improvvisato difensore d’ufficio, ha partecipato attivamente alla costruzione del cantiere riformista con determinazione e franchezza, portando al tavolo delle trattative contributi fattivi in termini di programma e di criteri per l’individuazione dei candidati, tra cui l’aspirante candidato Sindaco: non si aveva alcun interesse particolare da difendere, se non quello di costruire una larga coalizione in grado di aggredire e risolvere i problemi della nostra comunità. Nel momento in cui il centrosinistra è rimasto solo come coalizione abbiamo messo in guardia il PD dall’idea di risolvere il problema del candidato Sindaco attraverso una consultazione esclusiva tra i propri iscritti, puntando invece sull’individuazione di una figura esterna ai partiti, per dare spessore a quella volontà di andare oltre l’angusto recinto delle appartenenze partitiche. Di fronte al netto rifiuto di tale opzione, aggravato dall’insindacabilità della scelta a favore dello sconfitto candidato Sindaco del PD, abbiamo comunicato la nostra indisponibilità a condividere tali scelte nel metodo e nel merito. Avremmo potuto dar luogo a risentimenti personali, ma abbiamo preferito non intervenire nella competizione elettorale, lasciando i nostri elettori liberi di votare secondo coscienza, pur nella consapevolezza dell’assurdità della posizione di chiusura assunta dal PD attorno alla figura del candidato Sindaco, che noi non ritenevamo in linea con un serio programma riformista di mandato. Non possiamo gioire di una sconfitta del centrosinistra locale, anche se ci tiriamo fuori dalla responsabilità che ricade interamente sulla classe dirigente del PD locale, che avrebbe fatto meglio ad ascoltare quanti, pur dichiaratamente di centrosinistra, palesavano dubbi sulla scelta del candidato Sindaco: sincere critiche che Bellocchio taccia quale “tenaglia mediatico-informatica”. Da ultimo, fare insinuazioni su un voto non libero, soggetto a forti condizionamenti e pressioni di vario genere, significa toccare argomentazioni che esulano dalla consueta dialettica politica: il posto giusto in cui riferire tali fatti è una caserma dei C.C., altrimenti è uno dei tipici argomenti appartenenti a quel filone a cui ricorre chi di argomenti non ne ha … la “teoria del complotto”.