2/6/2013 ● Scuola
Calendario scolastico: la scuola molisana vorrebbe distinguersi...
Nei giorni scorsi è arrivato nelle scuole il calendario scolastico, approvato
dalla giunta regionale del Molise, che fissa in 213 i giorni di lezione per il
prossimo anno scolastico.
Siamo la regione che apre le scuole prima di tutte le altre: il 9 settembre.
Quella che interrompe per meno tempo durante le vacanze di Natale: si rientra il
3 gennaio. Una delle poche che non aggancia l’interruzione di Pasqua con il 25
aprile e che continua a considerare la scuola dell’infanzia una sorta di badante
e la si tiene aperta fino al 28 giugno.
Stupisce, inoltre, che nel documento istruttorio si dica che sono stati
convocati i sindacati della scuola. La FLC CGIL Molise non ha ricevuto alcuna
comunicazione in merito.
Se fossimo stati chiamati avremmo detto:
· Il calendario scolastico condiziona il piano dei trasporti pubblici. Non si
possono lasciare 13 giorni alle scuole per prevedere altre chiusure. In questo
modo si mette in difficoltà il sistema dei trasporti pubblici. Le
amministrazioni comunali non potranno far altro che determinare disservizi in
quanto le singole istituzioni avranno calendari difformi in maniera
significativa.
· Dilatare il calendario scolastico quando ci sono norme che prevedono aperture
per 200 giorni, determinerà adattamenti variegati da parte delle singole scuole,
con ricadute organizzative per i genitori e per il personale della scuola.
· Il rientro il 3 gennaio dalla sospensione per il Natale è contrario a
qualsiasi logica, trattandosi di un venerdì prossimo all’Epifania.
· Insistere nel differenziare la scuola dell’infanzia rispetto agli altri ordini
e gradi non ci trova d’accordo perché essa merita identico trattamento e tale
decisione genera anche problemi organizzativi e gestionali, considerato il
personale in servizio ed il numero dei bambini frequentanti.
Il Molise ha bisogno di una buona scuola pubblica di qualità. Non è il
calendario scolastico dilatato che la garantisce. Anzi, vista la situazione,
tale decisione determinerà ulteriori problemi organizzativi e gestionali con
inevitabili ricadute sulla didattica.
Chiediamo alla giunta regionale di riconsiderare il provvedimento alla luce
delle tante criticità evidenziate e delle proteste che arrivano dal personale
scolastico.