BLOG FONDATO NEL GIUGNO DEL 2000
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Un viaggio nella cultura non ha alcuna meta: la Bellezza genera sensibilità alla consapevolezza.

Luigi Sorella (blogger).
Nato nel 1968.

Operatore con esperienze professionali (web designer, copywriter, direttore di collana editoriale, videomaker, fotografia digitale professionale, graphic developer), dal 2000 è attivo nel campo dell'innovazione, nella comunicazione, nell'informazione e nella divulgazione (impaginazioni d'arte per libri, cataloghi, opuscoli, allestimenti, grafiche etc.) delle soluzioni digitali, della rete, della stampa, della progettazione multimediale, della programmazione, della gestione web e della video-fotografia. Svolge la sua attività professionale presso la ditta ARS idea studio di Guglionesi.

Come operatore con esperienza professionale e qualificata per la progettazione e la gestione informatica su piattaforme digtiali è in possesso delle certificazioni European Informatics Passport.

Il 10 giugno del 2000 fonda il blog FUORI PORTA WEB, tra i primi blog fondati in Italia (circa 3.200.000 visualizzazioni/letture, cfr link).
Le divulgazioni del blog, a carattere culturale nonché editoriale, sono state riprese e citate da pubblicazioni internazionali.

Ha pubblicato libri di varia saggistica divulgativa, collaborando a numerose iniziative culturali.

"E Luigi svela, così, l'irresistibile follia interiore per l'alma terra dei padri sacra e santa." Vincenzo Di Sabato

Per ulteriori informazioni   LUIGI SORELLA


30/5/2013 ● Caro Direttore

I nomi delle cose


  Mario Vaccaro ● 1566


Caro direttore,
dopo quella che m’ero ripromesso sarebbe stata la mia ultima incursione nell’agone politico, rispondo all’appello del dovere una risposta all’articolo del Di Tomaso.
Il dovere concerne il fare chiarezza circa i posti che assegniamo alle cose che, come tessere d’un puzzle, s’incastrano per comporre l’ordinaria realtà.
Non è forse quella l’operazione che si compie quando si scrive? Noi redattori non facciamo altro che proporre un nostro modo d’interpretare la realtà, di definirla assegnando un ordine a ciascun frammento della stessa.
Può risultare un compito difficile, soprattutto quando – come nella favola ieri citata – intervengono forze esterne a impedirci di far combaciare realtà e verità.
Sebbene siano i veri scrittori – quelli bravi, molto bravi – a possedere il dono di “dare i nomi alle cose”, noi dilettanti perseguiamo lo stesso scopo, con modestia e alterna fortuna.
Le considerazioni del Di Tomaso – arrivo al punto – mettono seriamente in discussione un ordine da me assegnato a certe cose: mi sento come chi apre la credenza e non trova lo zucchero al suo posto.
Se mia madre mi comandasse di prenderle un po’ di ”Unione democratica”, non andrei a cercarla nel ripiano ove riponiamo le cose riguardanti il “cambiamento” (in realtà a questo non dedichiamo un intero ripiano, non sapremmo cosa metterci), ma in quello dove stipiamo quel che riguarda lo “status quo” (talmente pieno da aver dovuto creare delle sottocategorie, politica, religione, società civile ecc…).
Questo saper riporre le cose è facoltà richiestaci, da ultimo, dalla stessa immondizia.
Essa reclama a gran voce d’esser collocata nel giusto posto perché, a differenza della propria abitazione dove ognuno segue un criterio personale, oltrepassata la soglia di casa occorre soddisfare criteri comuni.
In questo blog – dunque non sul suo diario personale – Di Tomaso propone una sua visione molto differente da quella fornita dalla maggior parte dei redattori, che hanno censurato l’immobilismo di una sinistra abitata da “organismi geneticamente politicizzati”.
Come si dice, il mondo è bello perché è vario, e che ognuno lo osservi indossando le lenti che più gli aggradano. Ma l’allusione ad un voto condizionato dall’antipatia … con un sotteso riferimento ad un sentimento irrazionale, che nutriremmo a pelle … non so se Di Tomaso si renda conto, è il ritratto d’un povero Bellocchio vittima dei pregiudizi dei guglionesani. Gli amministratori che indebitano il Comune, investendo per una futura raccolta di frutti che mai avverrà, sarebbero le vittime di noi elettori che di quei debiti dovremo farci carico: questa non è la consueta evoluzione d’una semplice frittata girata … lui le fa fare un triplo salto mortale. Di solito ad una certa distanza le cose si osservano meglio … ma non mi fido del giudizio di chi spaccia per novità il sindaco di due degli ultimi tre lustri.
La critica gattopardesca passi: l’immobilismo atavico è un tratto peculiare d’una cultura meridionale che ci appartiene (e non è fattore emerso negli ultimi cinque anni come il nostro contraddittoriamente asserisce).
Riguardo l’”antipatia viscerale” che nutriremmo nei confronti di Bellocchio e della famiglia allargata … tradotto brutalmente, caro Direttore, Di Tomaso ci sta dando dei “coglioni”.

PS: Parla di “porta apertissima a chi voleva partecipare”: Di Tomaso dove fa residenza, nell’Iperuranio? Il centro ha preso le distanze da loro, Rifondazione idem: hanno perso a causa del loro atteggiamento di chiusura, non perché hanno lasciato la porta aperta e gli scemi degli elettori non se ne sono accorti.

Cartellone




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