13/5/2013 ● Politica
Lavoriamo per integrare i servizi, non per cancellare i confini
La proposta di fusione tra Marche, Abruzzo e Molise è inaccettabile. Meglio una gestione interregionale delle strategie e dei finanziamenti, per crescere insieme e non a discapito degli altri
CAMPOBASSO. «Sono sconcertato. Trovo esilarante proporre un Disegno di legge per l’unificazione di tre Regioni senza condividerlo, a priori, con i diretti interessati. Quanto accaduto dimostra un’arroganza istituzionale inaccettabile, una sensibilità politica latente e suggerisce operazioni di bassa politica, volte solo a conseguire benefici elettorali nei territori di riferimento. Siamo dinanzi ad un tentativo di annessione. Rischiamo di essere fagocitati e condannati, in breve tempo, a diventare la provincia povera di una maxi Regione indifferente alle nostre problematiche». Il Capogruppo dell’Italia dei Valori a Palazzo Moffa, Carmelo Parpiglia, commenta in modo piccato l’ipotesi di fusione delle Regioni Marche, Abruzzo e Molise, avanzata dal governatore Gianni Chiodi e dal deputato Pdl, Paolo Tancredi.
«L’Italia dei Valori si è sempre battuta, in tutte le sedi e a tutti i livelli amministrativi, per la riduzione del costo della macchina pubblica, promuovendo referendum per l’abolizione delle Province e aprendo, prima e con maggiore convinzione di altri, ad ipotesi di superamento dei regionalismi. In passato abbiamo guardato con favore alla sinergia con l’Abruzzo – continua il Capogruppo – per ridurre la spesa corrente senza ledere la qualità e la capillarità dell’offerta pubblica. Welfare, mobilità, infrastrutture, sport e cultura sono alcuni dei temi sui cui possiamo decidere a più voci, per farci sentire in Italia e in Europa».
Secondo Parpiglia, «i molisani vogliono uscire dal cono d’ombra del campanilismo e si rendono conto che le dimensioni delle tre entità amministrative, singolarmente intese, rappresentano un freno allo sviluppo e un problema per la tenuta dei conti locali. Per questo, siamo pronti a sedere con senso di responsabilità al tavolo di un confronto sereno, per individuare un’evoluzione futura e condivisa delle aree del Centro Italia che affacciano sull’Adriatico. Tuttavia – precisa – reclamiamo il medesimo peso e la stessa dignità di Abruzzo e Marche in una vicenda che, ad oggi, ci allarma parecchio. Il presidente della Regione Marche, Gianni Chiodi e il deputato Pdl, Paolo Tancredi fanno riferimento all’articolo 132 della Costituzione italiana, nel quale si esplica l’ipotesi di fusione tra Regioni esistenti attraverso un percorso referendario, da avviare in tutti i Consigli regionali, provinciali e comunali coinvolti nel processo. Cosa mai avvenuta. L’identità – rilancia Parpiglia – è un elemento imprescindibile di una comunità riconosciuta, da cui discende l’autonomia decisionale. Sul punto non facciamo sconti a nessuno. Siamo pronti, invece, a misurarci con quanti intendono ragionare sulla gestione integrata dei servizi e sulla modalità di divisione dei fondi nazionali per varare un efficace Piano di riordino interregionale. Per crescere insieme e non a discapito degli altri. Ecco perché rispedisco al mittente l’accusa di nanismo che rappresenta un attentato alla nostra autonomia e la dimostrazione lampante – conclude – della scarsa considerazione di taluni rappresentanti del centrodestra nei nostri confronti».